L’annuncio era stato dato dal premier Renzi con toni trionfanti: “Apple ha comunicato da Cupertino che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, una sperimentazione veramente intrigante. È ufficiale e domani Tim Cook sarà qua”.
Apple aveva a quel punto confermato la notizia con un comunicato, ma senza accennare ad alcuna cifra sulle persone che sarebbero state impiegate nel centro.
Cook è arrivato in Italia, è andato a cena con Renzi in un noto ristorante, è ripartito e così sui giornali sono arrivati i titoloni sui 600 nuovi posti di lavoro di Apple a Napoli.
In realtà i 600 non sono posti di lavoro, ma stage per studenti universitari che verranno selezionati per seguire i corsi di sviluppo sul sistema iOs, quello utilizzato da iPhone iPad e tutti i prodotti Apple, come fa notare su “Il Giornale” Raffaello Binelli, così come Massimo Sideri su Il Corriere dell’innovazione, così come ancora Blitz Quotidiano.
Viene giustamente fatto notare che con i “magnifici 600” dell’erigendo centro napoletano la divisione Apple Italiana, che conta già 1800 sarebbe cresciuta del 33% arrivando a 2400 addetti, in pratica raggiungendo la divisione francese e superando quella tedesca.
La notizia vera è che il primo Centro di sviluppo app d’Europa fornirà ai primi 600 studenti più meritevoli competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di applicazioni per iOS, cioè il sistema operativo per dispositivi mobili dell’azienda californiana.
Insomma si tratta di stage, non di posti di lavoro.
Si è venuto dunque a creare un cortocircuito mediatico-informativo che ha trovato linfa vitale sulle piattaforme social, Twitter in particolare, il più usato dai politici. E così i magnifici 600 da stage sono diventati posti di lavoro.
Ed i media ci sono cascati tutti, noi compresi, nessuno ha chiesto chiarimenti, approfondimenti, informazioni.
Non una bella pagina per l’informazione.