Una ‘tabula’ su cui per secoli i napoletani hanno ‘scritto e riscritto’ nel corso di quasi tre millenni.
Una città ricca di segni e di memorie, che ogni giorno è ancora sotto i nostri occhi e i nostri piedi, da interpretare nella sua complessità, quasi come un foglio di Leonardo.
È questa la Napoli che il libro “Forma Urbis Neapolis. Genesi e permanenza del disegno della città greca” di Alfredo Buccaro, Alfonso Mele e Teresa Tauro (ed. arte’m, 2023) porta alla luce.
Un volume dedicato alle origini di Napoli – intrigante ‘documento di pietra’ – sul quale
il 3 giugno 2024, alle ore 15,30 a Napoli – Castel Nuovo
presso la Società Napoletana di Storia Patria – Sala Galasso
alla presenza di Renata De Lorenzo Presidente della Società Italiana di Storia Patria
si confronteranno, discutendone con gli autori:
Stefano De Caro, già Direttore generale del Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali;
Giorgio Rocco, Ordinario di Storia dell’Architettura Politecnico di Bari Presidente CSSAR – Roma;
Carlo Vecce, Ordinario di Letteratura Italiana Università L’Orientale di Napoli Accademico dei Lincei.
A coordinare il dibattito il giornalista Vittorio Del Tufo Redattore capo centrale del quotidiano Il Mattino.
Il volume (pubblicato con il contributo della Regione Campania per la promozione della qualità dell’architettura) è il frutto di una intensa ricerca proposta da Teresa Tauro in relazione ai suoi studi innovativi sulla origine dell’Urbanistica di Napoli iniziati con l’Università di Salerno e sviluppata ulteriormente anche da Alfonso Mele e da Alfredo Buccaro nell’ambito del Centro Interdipartimentale sull’Iconografia della Città Europea (CIRICE), della Federico II diretto dallo stesso Buccaro. Coinvolge inoltre su questo tema di grande interesse che non smette mai di meravigliare, oltre agli autori, anche dieci ricercatori tra cui Lucio Amato.
“Nell’indagine sul disegno del nucleo urbano di fondazione – spiegano gli Autori – sono stati considerati tutti i possibili fattori, e indagato in primo luogo, attraverso una approfondita analisi delle fonti antiche, il ricco ed effervescente clima culturale, Jonico-Pitagorico, che i nuovi studi sul numero e sulla geometria fioriti intorno alla metà del VI secolo a.C. con Talete e i filosofi Presocratici fino a Pitagora di Samos, aveva ispirato”.
Gli autori sono riusciti così a dare una nuova risposta alle ipotesi sulla singolare matrice geometrica del tracciato di Neapolis, sull’andamento delle mura in rapporto all’impianto urbano e alla morfologia del suolo, sull’ubicazione delle porte cittadine, sulla localizzazione degli impianti pubblici, sulla distribuzione e tipologia delle residenze all’interno degli isolati.