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da una nostra lettrice riceviamo e pubblichiamo
Ci lamentiamo giustamente dell altissimo numero di femminicidi in Italia, ma non dobbiamo trascurare le forme di violenza verbale , psicologica, le forme di maschilismo perpetuate ogni giorno in tutti i luoghi di lavoro ai danni delle donne che lavorano da parte ,il più delle volte, dei propri superiori uomini (a volte anche donne).
Sono una dipendente di una Banca nazionale in una nota città del Sud Italia e ho a che fare tutti i giorni da qualche anno con esempi di usurpazione di ruoli, abusi di potere, prepotenze continue e aggressioni verbali ai danni di colleghe da parte di un Direttore (rigorosamente uomo o “omonicchio” come diceva Totò) di mezza età (che fa’ ancora più rabbia visto che non parliamo di un soggetto anziano appartenente quindi ad una vecchia cultura patriarcale, che comunque non sarebbe stato giustificabile) che definire vergognoso e troglodita è un complimento.
Non è più una questione culturale, o qualcosa ristretto a livello familiare o di coppia! Il problema è molto più grande e sta nella testa degli uomini !
Le donne sono costrette a lottare ogni giorno oramai, dentro e fuori casa, per farsi rispettare in ogni contesto.
E denunciare non è più sufficiente, anche perché le denunce anche a livelli aziendali vengono messe a tacere.
Le aziende dovrebbero iniziare ad introdurre anche questi sistemi di valutazione del proprio personale, sopratutto di coloro che in azienda sono a capo di altre risorse, avvalendosi per esempio di psicologi specializzati nell’individuare “soggetti a rischio “.
Siamo oramai vicini al baratro e la società è completamente allo sfacelo , bisogna agire subito!
Naturalmente resterò anonima, per evitare ritorsioni.