L’artista sannita Giuseppe Leone sarà in dialogo con l’artista sarnese Max Coppeta al Relais Métis domenica 17 dicembre per la seconda edizione di Camere d’arte, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Guardando la luna” a cura di Stefania Trotta.
Un incontro tra due generazioni sotto il magico chiarore del satellite, che coinvolge l’arte simbolica e alchemica dei due artisti con l’eterna poesia che solo le note musicali sanno sprigionare.
Il 16 dicembre 1999, avvenne un evento straordinario: l’universo si infiammò per alcuni secondi. Fu chiamato il “Beethoven Burst“, in ricordo della nascita del compositore tedesco.
Quella che conosciamo come Sonata al Chiaro di luna, in realtà si chiama Sonata per pianoforte n. 14 in do diesis minore, “Quasi una fantasia”, Operazione. 27, n. 2. Beethoven aggiunse quel Quasi una Fantasia proprio per denotare il suo carattere libero e originale, che anziché iniziare con un tradizionale Allegro, si apriva con un Adagio. Fu probabilmente una dedica d’amore, ma il riferimento al satellite, lo diede il critico e poeta Ludwig Rellstab che, paragonò il primo movimento al chiaro di luna che splendeva sul Lago dei Quattro Cantoni.
L’esposizione è una dedica d’arte a quel puntino luminoso che da sempre illumina le nostre notti e i nostri pensieri.
La luna, con la sua silhouette così misteriosa e rarefatta è stata la musa di una miriade di poeti, letterati, registi e ovviamente artisti: dalle Osservazioni delle fasi lunari, finemente disegnate ad acquerello da Galileo Galilei, allo splendore che emana su Venezia ne La Vigilia di Santa Marta nel dipinto del Canaletto; Con Caspar David Friedrich si resta incantati davanti a quella luce che rapisce i Due uomini che contemplano la luna e non può mancare nel cielo di una delle ultime versioni de La notte stellata di Van Gogh, in cui si legge tutto il tormento espressivo del pittore olandese; Infine come dimenticare Moonwalk di Andy Warhol che rende omaggio ai primi passi di Neil Armstrong e i famosi Moon Mirror di Anish Kapoor, con le loro superfici specchiate in acciaio e lacca.
Il suo profilo magrittiano, scandito dalle varie fasi che la raccontano, ha affascinato nel tempo anche la ricerca artistica dei protagonisti della nuova edizione di Camere d’arte al Relais Métis, Max Coppeta e Giuseppe Leone.
Al Relais Métis, non solo un confortevole B&B, ma un vero e proprio rifugio sicuro lontano dal caos, immerso nel complesso di S. Maria a Cappella Vecchia, a pochi passi dalla centralissima piazza dei Martiri, i due artisti hanno trovato sin da subito, attraverso l’enigmatica figura di Selene, il fil rouge per questo incontro, all’insegna della fantasia e dell’alchimia materica.
In questa rinnovata edizione, attraverso le coordinate artistiche di Coppeta e Leone, si vogliono omaggiare proprio le lontananze, rendendole vicine, creando un racconto visivo “sospeso tra realtà e metafora”. Entrambi gli artisti, infatti, sebbene figli di due generazioni diverse, hanno in sé le tracce di un modus operandi che affonda le radici nei movimenti artistici del 900’.
Se, come dice la scienza, quello che vediamo è sempre lo stesso lato della Luna mentre il lato opposto è nascosto alla nostra vista, allora non ci resta che immaginarlo attraverso le superfici lineari e trasparenti di Coppeta che si fondono con il simbolismo surreale ed epifanico di Leone, che, con le loro opere, aggiungono in ogni stanza, una nuova finestra che affaccia su una luna mai vista: realizzando “Quasi una fantasia”.
Nel 1977 avvenne un altro evento importante: furono lanciate nello spazio le due sonde gemelle Voyager. Entrambe si persero nello spazio.
Al loro interno vi era un messaggio, destinato ad altre possibili forme di vita, registrato su un disco di rame ricoperto d’oro che conteneva immagini, suoni, messaggi in 55 lingue diverse e 27 pezzi di musica. Tra i brani musicali c’erano anche due opere di Beethoven, che si possono ascoltare, insieme ad altre, nelle rilassanti camere del Relais Métis.
Questo evento, reale, delle due sonde che si perdono, trovando la libertà, mi ha fatto pensare subito ai due artisti in mostra, che con le loro opere, diventano un po’ gli esploratori di questa edizione, portatori di una sfumatura di messaggi, che vogliono essere un dono per gli ospiti del Relais, regalando le più fantasiose suggestioni.