I giochi di carte sono sempre gettonati e anche chi non li pratica spesso diventa facilmente in grado di riconoscerli. Alcuni giochi sono estremamente popolari, soprattutto nel Sud Italia e in particolare in Campania, dove circola il mazzo regionale più diffuso dello Stivale, usato in quasi tutto il Mezzogiorno. Stiamo parlando delle carte di matrice spagnola, con ori, spade, coppe e bastoni come semi. Le carte costituiscono un elemento importante della tradizione campana e alimentano indubbiamente il folklore locale. Il gioco più comune è forse quello della Scopa, in cui bisogna cercare di prelevare dal tavolo carte il cui valore sia pari a quello della carta che si deciderà tirare. Vince chi arriva per primo ad una determinata soglia di punti: un procedimento che viene velocizzato in più modi, ad esempio collezionando i vari 7 del mazzo per formare la “primiera” o raccogliendo con una sola presa tutte le carte presenti in quel momento eseguendo una “scopa”.
Anche il Sette e mezzo è piuttosto conosciuto. In questo caso, però, non si gioca contro gli altri partecipanti, bensì contro il mazziere, a turno. Lo scopo è quello di ottenere un punteggio più elevato rispetto a quello del diretto avversario, provando eventualmente a raggiungere proprio i 7 punti e mezzo, che nella maggior parte dei casi garantiscono la vittoria. Le carte numeriche conservano il loro valore nominale, mentre le figure valgono mezzo punto. La carta più ambita è evidentemente il re di denari, ossia la “matta”, che si comporta da jolly.
Meno diffuso, ma comunque molto giocato è il Tressette, un gioco che ha conosciuto nel tempo molteplici varianti. Dalle parti di Napoli si tende a giocare in 4, formando 2 coppie e facendo sì che ogni partecipante si ritrovi dall’inizio con 10 carte. Il giocatore al quale capita il 4 di denari apre la mano con la carta detta “palo” e successivamente gli altri sono chiamati a tirarne una del medesimo seme. Solo quella più alta darà il via alle prese. Per vincere bisogna arrivare a 11, 21 o 31 punti. Per certi versi quelle del Tressette ricordano quindi le regole della Briscola, dove si raggiungono però i 61 punti e dove le carte del seme della briscola prevalgono sempre sulle altre. Rimangono ad ogni buon conto due giochi distinti e separati.
Tipicamente natalizio è invece il Trentuno. Ogni giocatore possiede 3 o 5 vite e riceve inizialmente 3 carte e deve provare a comporre il punteggio più elevato possibile utilizzando solo quelle di uno stesso seme. Le figure valgono 10 punti e gli assi 31, mentre le carte numeriche rispecchiano i rispettivi valori. Se si raggiungono i 31 punti bisogna dichiararlo subito: la conseguenza sarà quella di togliere una vita ad ogni altro giocatore. Altrimenti, la mano finirà solo quando un giocatore che abbia superato i 20 punti avrà “bussato” per dare inizio ad un ultimo giro, al termine del quale solo chi deterrà il punteggio più basso di tutti perderà una vita.
Se Scopa, Sette e Mezzo, Tressette, Briscola e Trentuno sono ancora giocati sui tavolini dei bar o in casa è anche perché sono ben poche le loro trasposizioni digitali. Oggi tutti i giochi più popolari sono diffusi sulle moderne piattaforme web, che offrono varie attrazioni a distanza, come il poker oppure la roulette dal vivo. I giochi praticati con le carte regionali non sono molto famosi all’estero e pertanto la domanda è assai inferiore. Chissà che in futuro anche giochi come il Trentuno non riscoprano una seconda incarnazione grazie alla rete…