Il sabato della fotografia, Sofiya Chotyrbok sabato 2 in Sala Assoli

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Torna Il Sabato della Fotografia, il consueto appuntamento alla scoperta del linguaggio fotografico, a cura di Pino Miraglia, che sabato 2 marzo ore 11.30 propone, nell’ambito della sezione Ricognizioni, dedicata ai giovani autori, il lavoro della fotografa Sofiya Chotyrbok.

Artista visiva ucraina, che vive a Milano, Chotyrbok si è diplomata in fotografia presso il Cfp Bauer nel 2019. La sua ricerca si concentra sul tema dell’identità nella società post-sovietica e sull’archivio come memoria intima e domestica, trasformata in materia umana universale mediante fotografia, video e tessuto. Le sue opere sono state esposte in importanti festival e musei internazionali, tra cui Triennale Milano, Paris Photo Off, Odesa Photo Days, Mana Contemporary (Chicago).

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per 𝗶𝗻𝗳𝗼: +39 345 2204383 e + 39 345 4679142, anche whatsapp (feriali 10-13 e 16-19), info@casadelcontemporaneo.itwww.salaassoli.it

Tra i diversi progetti di Chotyrbok, presentati in Sala Assoli, c’è Home before Dark, lavoro dal valore fortemente identitario. A dare il via al processo creativo è stato un episodio biografico: la rinuncia alla cittadinanza ucraina da parte dell’artista, per l’acquisizione di quella italiana. Da febbraio 2020, Sofiya Chotyrbok ha intrapreso una serie di viaggi in Ucraina, alla riscoperta della sua appartenenza al contesto post-sovietico, i cui confini sono oggi più sfumati e complessi che mai. Punto di partenza lavoro artistico è la realizzazione di un archivio, luogo della memoria per definizione, materializzato in una chruščëvka (appartamento sovietico) e negli oggetti e nelle immagini in esso contenuti, tra cui reliquie simboliche al tempo stesso familiari e stranianti. È nelle trame familiari dei tappeti e delle foto di famiglia che si snoda la ricerca, rendendo visibili, senza colmarli, i vuoti della memoria attraverso una serie di mimetizzazioni, cancellature e occultamenti.

Sofiya Chotyrbok realizza i suoi progetti facendo uso di diversi linguaggi, combinando autoritratto, fotografia scenica, collage e ricerca d’archivio, scavando al di sotto delle icone che plasmano le identità collettive e rivelando in questo modo la nostalgia di un passato perduto nelle pieghe di un segreto.

In Sala Assoli, fino al 17 marzo è ancora possibile visitare la mostra Napoli tra arte visiva, musica e teatro (1969/1980) di Fabio Donato.

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