C’era una volta, il libro-verità di Lello Arena ed il suo rapporto con Massimo Troisi.

Lello Arena durante la seconda serata dell'omaggio a Massimo Troisi in occasione dei 40 anni del trio 'La Smorfia', Napoli, 23 giugno 2018. ANSA/CESARE ABBATE
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E’ una storia meravigliosa tutta da raccontare, con un’aura non a caso leggendaria e così a quasi 30 anni dalla sua morte (il 4 giugno 1994 a soli 41 anni) Lello Arena con cui ha condiviso esordi ragazzini per le strade di San Giorgio a Cremano e poi il grande successo in teatro e in tv con La Smorfia negli anni ’70 e con i film mitici Ricomincio da tre, No grazie il caffè mi rende nervoso, Scusate il ritardo si è deciso a vuotare il sacco e a raccontare il suo legame con Massimo Troisi. Esce per Rizzoli ‘C’era una volta’, sottotitolo affatto casuale ‘la fiaba un po’ storta di un incontro incredibile’.

Un fiume di aneddoti, tante risate ad ogni pagina sin dal primo magico incontro nel 1973 e però anche le ombre tristi di un rapporto che sul finale si era irrimediabilmente perso.

“Ho 67 anni – dice all’ANSA Lello Arena che Troisi chiamava Rafè – mi immagino rincitrullito a 90 anni, ora sono all’inizio così ho pensato meglio farlo ora, ma è stata durissima, ho fatto ricerche per due anni, ritracciato documenti e fotografie. Era un atto necessario, per chiarezza. Racconto quello che mi ricordo io, ce ne vorrebbe un altro fatto da Enzo Decaro ad esempio. Troisi è un universo gigantesco, una persona unica, straordinaria nel senso letterale della parola, intransigente a livelli inimmaginabili”.

Nel libro Arena, che con Decaro sta preparando la mostra permanente al Pan, il Palazzo delle Arti a Napoli, fa i conti con i suoi dolori, a tutti i costi.

A dividerli fu Le vie del signore sono finite: Arena racconta la preparazione del personaggio di Orlando e lo choc della telefonata di Troisi che ci aveva ripensato e comunicava di aver deciso di dare il ruolo a Massimo Bonetti e proponeva un personaggio secondario.

“Gli dico di no e a questo punto si mette in moto qualcosa di spaventoso”, spiega raccontando nel dettaglio la vicenda. Fatto sta che da quel momento, correva l’anno 1987 per sette lunghi anni non si sono parlati, senza che uno o l’altro facessero gesti di avvicinamento in un gioco di silenzi “terribile, inutile, tragico” dice Arena che non può cancellare una storia incredibile, unica. (ANSA).

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