Prefazione di Vittorio Del Tufo
«Rileggere Mastriani oggi, a oltre duecento anni dalla nascita, significa tuffarsi non solo in un genere letterario, che conta oggi (soprattutto a Napoli) innumerevoli epigoni, ma anche in un mondo che è stato il nostro, e ci appartiene ancora. Un mondo di deboli e diseredati, e di figure malinconiche le cui silenziose scie continuano ad attraversarci, come fantasmi del passato».
Vittorio Del Tufo
Pubblicato a puntate su L’Omnibus nel 1851 e l’anno successivo in volume unico torna oggi in libreria con la prefazione di Vittorio Del Tufo Il mio cadavere di Francesco Mastriani, considerato il primo romanzo noir scritto in Italia.
Daniele de’ Rimini è un talentuoso maestro di musica disposto a tutto per ottenere soldi e successo, soprattutto dopo aver promesso al padre di Emma, bellissima e ricca ereditiera figlia di una nobile e potente famiglia spagnola, un milione per la sua mano. Nella ricerca della rendita Daniele arriva a casa di Edmondo, un baronetto milionario che, in cambio della cifra, gli chiederà un macabro patto: vegliare e intrattenere il suo cadavere, dopo la morte, per un intero anno.
Pubblicato a puntate nel 1851 e in volume nel 1852, Il mio cadavere è considerato il primo noir italiano.
L’autore
Francesco Mastriani (Napoli, 1819 – 1891) è stato un popolare scrittore di romanzi d’appendice, drammaturgo e giornalista. Buona parte della sua produzione mostra attenzione al racconto delle condizioni delle classi subalterne napoletane. La sua attività culturale diede un enorme contributo alla nascita del meridionalismo e contribuì attivamente allo sviluppo della scrittura verista. Tra le sue opere si ricordano Il mio cadavere (1851), La cieca di Sorrento (1853), I vermi (1865), I misteri di Napoli (1870), La spia (1883), La malavita (1889-90), La comare di borgo Loreto (1894), La sonnambula di Montecorvino o Peppe il brigante di Sora-Napoli (1906).