Un nonno, Omar, che una ragazzina, Igiaba, conosce solo attraverso un sogno.
Una storia, quella della colonizzazione italiana tra fine Ottocento e prima metà del Novecento. E lo snodarsi di avventure di una famiglia costretta, come tante in fuga da guerre e violenze, alla diaspora da un fenomeno, il colonialismo, «che fa rima con egoismo», dice in sogno nonno Omar alla nipote.
Sono i personaggi e i momenti storici salienti di Figli dello stesso cielo (Piemme) di
Igiaba Scego, scrittrice italo-somala, per narrare il razzismo e il colonialismo ai più giovani.
L’autrice stessa ne parlerà giovedì 13 aprile (dalle ore 10.30, nella Biblioteca Annalisa Durante ospitata nello spazio comunale Piazza Forcella) incontrando ragazzi e docenti per raccontare come una pagina triste della storia italiana tra Ottocento imperialista e ventennio fascista, a lungo negata, abbia ancora ripercussioni sulla quotidianità di noi italiani.
Tema di grande attualità che Scego affronterà anche venerdì 14 aprile alle ore 16 (nella Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli), prima di presentare, il 15 aprile a Napoli Città Libro, salone del libro alla Stazione Marittima, il suo nuovo romanzo Cassandra a Mogadiscio (Bompiani), che Jumpha Lahiri ha candidato tra i finalisti al Premio Strega.
Entra così nel vivo MUTA/MENTI PER “ADOLEGGENTI”, il per/corso culturale − informat(t)ivo, formativo, trasformativo e performativo − di educazione alla lettura condivisa e partecipata dal basso curato dall’Associazione culturale Kolibrì, in partenariato con molteplici enti e istituzioni, che si avvale del finanziamento del Cepell (Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura). E dopo la formazione on line dei docenti, tra febbraio e marzo, la seconda tappa del progetto dedicata agli “incontri ravvicinati d’autore” in presenza (tutti ad ingresso libero e gratuito) affronta ora temi eticamente sensibili della contemporaneità e dei suoi cambiamenti come corpo, lingua, migrazioni e identità al tempo del postcolonialismo dopo aver approfondito, con i poeti e scrittori Gianluca Caporaso e Bruno Tognolini (e i loro libri Tempo al tempo, Salani; e Chisciotte Fenicottero, Edizioni Primavera, vincitori della quinta edizione del premio Il mondo salvato dai ragazzini), le parole del cambiamento, il senso e le metamorfosi del tempo in un momento storico di grandi crisi globali e il valore dei classici (del passato, ma anche contemporanei) e il perché è importante leggerli, anche in omaggio a Italo Calvino nel centenario della nascita.
I doppi appuntamenti in presenza con i protagonisti della civiltà dell’infanzia contemporanea, introdotti dalla presidente di Kolibrì Donatella Trotta con i rispettivi “padroni di casa” Candida Carrino, direttrice dell’Asna e i responsabili della Biblioteca comunale a porte aperte Annalisa Durante, alla presenza tra gli altri dell’assessore comunale all’Istruzione Maura Striano, sono arricchiti dalla Scuola di Design della comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, coordinata da Enrica d’Aguanno con la docente di Illustrazione e artista Daniela Pergreffi, che al termine degli incontri d’autore cura lezioni/laboratorio sull’arte di produrre (e trasformare) libri.
A concludere il ciclo, giovedì 20 aprile (ore 16 all’Archivio di Stato, Sala Catasti), saranno Daniela Carucci, scrittrice, giornalista e operatrice teatrale che con Giulia Pastorino, talento
dell’illustrazione italiana, ha realizzato l’albo Dentro me cosa c’è? (Terre di Mezzo), frutto di un percorso di esperienze laboratoriali con i bambini per un viaggio alla scoperta del corpo di una creatura misteriosa e familiare, un monstrum, un prodigio, un essere portentoso: proprio come ogni bambino/ragazzino. Il giorno dopo, venerdì 21 aprile (dalle ore 10 in Biblioteca Durante) le autrici genovesi saranno a Forcella, per dialogare in forma laboratoriale con bambini ragazzi e docenti sulle buone prassi che con metodologie trasformative attuano una evoluzione educativa.
Il doppio appuntamento trasform/attivo, tra parola e segno, avviene alla vigilia di una tre giorni di festa dei lettori (“Napoli che legge: tre giorni di pubblica lettura, sociale ed inclusiva”), promossa dal Patto per la lettura della città di Napoli, di cui Kolibrì è parte attiva, che culminerà il 23 aprile, Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.
Il percorso MUTA/MENTI PER “ADOLEGGENTI” proseguirà fino all’autunno, tra Napoli e Città
Metropolitana, con altri step, tra incontri e attività laboratoriali che intrecceranno linguaggi
diversi per trasformare il nucleo iniziale di libri e autori scelti per l’approfondimento del tema: dalla “grammatica delle immagini” tra filiera del libro, tecniche e linguaggi audiovisivi e ruoli della “settima arte” sperimentati e curati dal regista Pino Sondelli (4 incontri seminariali e di laboratorio con ragazzi delle scuole secondarie di primo grado in programma a maggio, gratuiti con prenotazione obbligatoria: kolibrinapoli@gmail.com), alla didattica musicale come scuola di sentimenti curata dalla compositrice, autrice e pianista Elisabetta Garilli (con una masterclass culminante in uno spettacolo collettivo finale), fino al teatro educazione e di comunità nella scuola e nel sociale con i “Cantieri del cambiamento” curati da Salvatore Guadagnuolo e Giuseppe Coppola di Agita, partner di Kolibrì con la rivista Andersen, per concludersi infine con una costellazione di eventi della Festa/Festival finale, in programma a metà ottobre 2023 a Napoli.
Obiettivo, spiega la presidente di Kolibrì, Donatella Trotta, «Rimettere concretamente al centro le comunità educanti per (ri)costruire, in un momento di grave emergenza educativa, una società educante fatta di corresponsabilità, cittadinanza attiva e coesione sociale a partire dai più giovani. Una educazione creativa alla lettura di libri come ponti relazionali, catalizzatori pedagogici, attraverso le arti come esperienza, può essere perno di cambiamento per fronteggiare uniti, soprattutto in aree di maggiore fragilità sociale, la grave regressione cognitivo-emotiva (il 71% dei minori sopra i 6 anni) che l’impatto della crisi pandemica ha avuto sui nostri ragazzi, e non solo».