Mori è stato uno dei protagonisti della lotta alla mala in Italia: a Palermo con Falcone e Borsellino, nel corso di quattro decadi di carriera ha combattuto il terrorismo e la mafia, arrestato Totò Riina, messo a punto nuove tecniche d’investigazione, gestito infiltrati, ascoltato pentiti.
Una presenza prestigiosa in un territorio troppo spesso al centro di drammatiche vicende di cronaca, specie in passato quando la criminalità organizzata estendeva i suoi tentacoli nei meandri della politica e degli affari facendo un massiccio ricorso ai massacri.
A sottolineare l’importanza della venuta a Terzigno del generale ci ha pensato la preside della Giusti Rosanna Rosa, promotrice di iniziative culturali di rilievo atte a rendere l’istituto da lei diretto un presidio di legalità: in questo solco si inserisce la presentazione del libro di Mori, che attraverso le sua testimonianza ha dato ai giovanissimi, oggi tentati dalle gesta criminali degli “eroi” negativi delle serie tv, un esempio di valori umani e morali fondamentali.
“All’opinione pubblica il mio nome dirà qualcosa, evocherà dei ricordi, vicende di cui si è molto scritto sui giornali e parlato nelle aule giudiziarie” ha dichiarato Mori: vicende di cui le cui nuove generazioni non sono al corrente ma che è necessario ricordare, perchè è sulla memoria che si costruisce il presente.
Con la visita del generale Mori, la scuola Giusti di Terzigno porta avanti la sua opera di sensibilizzazione, una mission a cui la preside Rosa attribuisce molta importanza, affinchè la scuola non sia solo un veicolo di nozioni didattiche ma uno spazio di crescita per gli uomini e le donne di domani.