La morte di Enzo Moscato, camera ardente in Sala Assoli, i funerali a San Ferdinando

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Dalle ore 10.00 alle 14.00, in Sala Assoli, allestita la camera ardente per consentire a quanti hanno amato la poesia scenica di Enzo Moscato, agli attori che hanno attraversato le sue opere e ai cittadini tutti, di dare l’ultimo saluto al cantore della Napoli più buia e più fulgida.

Il grande poeta della scena, le cui parole sono più vive che mai nella sua casa teatrale, tornerà per qualche ora nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a pochi passi dalla sua casa natale, tra le strade e i vicoli in cui ha trovato profonda ispirazione il suo straordinario lavoro.

I funerali saranno celebrati alle ore 15.00 presso la Chiesa di San Ferdinando.

“Il grande poeta della scena, le cui parole sono più vive che mai nella sua casa teatrale, tornerà per qualche ora nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a pochi passi dalla sua casa natale, tra le strade e i vicoli in cui ha trovato profonda ispirazione il suo straordinario lavoro”, si legge in una nota di Casa del Contemporaneo, che ringrazia le numerose produzioni e istituzioni teatrali, tra cui, in particolare, il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, “per la speciale vicinanza dimostrata in questo tragico momento”.

Una lingua teatrale purissima e ricca di formidabili invenzioni, quella di Enzo Moscato, autore, attore, cantore e interprete, che per oltre 40 anni ha attraversato i palcoscenici italiani, raccontando, sin dagli anni ’80, Napoli come metafora assoluta di un mondo in profondo divenire. Alla sua voce d’artista indimenticabile, in questi giorni, la Sala Assoli ha tributato una dedica d’amore con la rassegna We love Enzo (II edizione), per bocca di attrici straordinarie come Isa Danieli, Cristina Donadio, Imma Villa, che le sue parole le hanno vissute nella carne e nel sangue, facendosene interpreti con delicatezza e furore.

Moscato va via a 76 anni, tra le braccia dei suoi Quartieri Spagnoli, luogo in cui è nato e cresciuto: a pochi metri dalla sua casa, l’altra casa – quella teatrale – diventa cassa di risonanza della sua voce poetica. Un alito di vita, ricco d’amore per la sua arte, un eros, furente come quello che attraversava le sue opere, si spande di bocca in bocca come un vociare che se da un lato si fa sempre fioco, dall’altro si alza e si fa respiro più forte, trasformandosi in canto di appartenenza.

«Enzo Moscato ha lasciato questo mondo in un momento caratterizzato da un forte accento tragico – dice Igina Di Napoli, direttore artistico di Casa del Contemporaneo: i poeti non muoiono mai, infatti le sue opere resteranno sempre in piedi come sculture indistruttibili».

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