Non solo le scuole elementari e medie. In Campania resteranno chiusi fino al 29 gennaio anche nidi e scuole per l’infanzia. Lo prevede l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca e in corso di pubblicazione. Ieri, nel corso della sua consueta diretta Facebook del venerdì, De Luca aveva anticipato l’intenzione di rinviare a fine gennaio la riapertura per le scuole elementari e medie. L’ordinanza prevede quindi fino al 29 gennaio “la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l’infanzia (nidi e micronidi, sezioni primavera) e dell’attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado”.
Nell’ordinanza si sottolinea che “resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.
L’ordinanza evidenzia che “il verbale della seduta della Cabina di regia del Ministero della Salute colloca la Regione Campania nello scenario numero 4, che si caratterizza per la massima gravità ed impone, sulla base delle indicazioni dell’Iss, l’immediata adozione di misure di contenimento del rischio epidemiologico”.
“Tutti i componenti dell’Unità di crisi” della Regione Campania “condividono che lo scenario 4 attuale imponga decisioni immediate e straordinarie e che, in particolare, non possa prescindersi dalla sospensione delle attività in presenza, quantomeno nelle scuole dell’infanzia e del ciclo primario e secondario di primo grado”.
Si prospetta un braccio di ferro con il governo centrale che avrebbe tutta l’intenzione di impugnare l’ordinanza e dovrebbe farlo nel prossimo Consiglio dei Ministri.
“La nostra è una scelta chiara: tutelare il più possibile la scuola in presenza e in sicurezza”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi risponde dalle pagine del ‘Corriere della Sera’ a chi vuole rinviare la riapertura delle scuole e ricominciare con la Dad. “I nostri ragazzi e i bambini che vengono da due anni difficili, caratterizzati da discontinuità che hanno segnato il loro apprendimento: i dati Invalsi lo hanno detto con chiarezza. Nella legge di bilancio abbiamo stanziato 400 milioni per la proroga dell’organico Covid, che consentirà di affrontare anche questa fase”, ha spiegato.
Quanto al rischio di tornare in Dad, “nessuno nega che ci sia stata in queste settimane una ripresa dei contagi, legati anche alle festività. Rispetto all’anno scorso c’è, però, una grande differenza: il vaccino. Il personale scolastico, anche prima dell’obbligo, era vaccinato già al 95%, studentesse e studenti hanno risposto con entusiasmo e responsabilità alla campagna e nella fascia di età tra i 12 e i 19 anni la copertura è oltre il 75%. Il vaccino è lo strumento per tutelare la scuola, per un ritorno alla normalità. Chiedo a tutti un atto di responsabilità: a chi tra gli adulti ancora non si è vaccinato, alle famiglie, alle Asl perché tutti insieme acceleriamo la vaccinazione, in particolare dei più piccoli. E’ necessario anche dare priorità ai test. Il governo ha stanziato 92 milioni per i test gratis ai ragazzi della secondaria”.
Bianchi sottolinea inoltre che “finora nessun Paese europeo ha deciso di chiudere le scuole. Se fosse necessario, devono essere le ultime a chiudere. Abbiamo definito i limiti oltre i quali possono scattare delle chiusure mirate con il decreto legge di agosto. Si possono far scattare le lezioni a distanza solo in casi eccezionali. Ma il ricorso massiccio alla Dad, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore”.
Quanto al governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ieri ha firmato un’ordinanza per tenere chiuse le scuole fino a fine mese, il ministro spiega che “la legge è molto chiara: permette ai presidenti di Regione di intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Queste condizioni oggi non ci sono oggi. Ritengo vi siano gli estremi per impugnare quell’atto”.