«L’accorpamento tra gli istituti scolastici De Amicis e Baracca crea più problemi di quanti, in teoria, dovrebbe risolverne. È importante che il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, se ne occupi».
Lo affermano Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia, firmataria di una interrogazione parlamentare sulla questione, e il commissario regionale azzurro, Fulvio Martusciello.
«La fusione tra le due scuole, disposta da una delibera di giunta regionale, ignora totalmente le criticità, operative e organizzative, che ne seguiranno. A cominciare dalla notevole distanza tra i due plessi. La “De Amicis” e la “Baracca”, infatti, si trovano a un chilometro e mezzo l’una dall’altra. Una distanza difficile da coprire, a piedi, per i piccoli alunni soprattutto in un contesto cittadino in cui il traffico è particolarmente acuto proprio nelle prime ore del mattino e i mezzi di trasporto pubblico sono del tutto inadeguati. Ne deriverà uno stravolgimento dei ritmi quotidiani e dell’organizzazione delle famiglie con gravi ripercussioni lavorative e domestiche».
«L’Istituto “De Amicis” – aggiungono ancora i due esponenti forzisti – conta 1.150 alunni, mentre al “Baracca” ne sono iscritti 600. Di conseguenza l’accorpamento e la riorganizzazione delle platee scolastiche comporteranno il trasferimento di un alto numero di alunni dalla prima scuola, che si trova a Chiaia, verso quella ubicata, invece, nei Quartieri Spagnoli. Un disagio per centinaia di bambini che si troveranno, di punto in bianco, a dover affrontare un nuovo contesto sociale con evidenti disagi emotivi e con un probabile disallineamento nei programmi didattici».
«Analoghe difficoltà ricadranno anche sulla scuola “Baracca” dove l’arrivo di nuovi studenti metterà in grave crisi le attività di recupero scolastico ed extrascolastico per i bambini in condizioni di difficoltà, oltre a compromettere gli sforzi profusi dal personale docente e non docente di quell’istituto contro l’alta percentuale di dispersione scolastica che si registra in zona».
«Appare quindi, sotto qualsiasi profilo, incomprensibile le decisione di procedere a un accorpamento che non tiene conto delle diverse realtà sociali e organizzative di due importanti centri educativi – concludono la Patriarca e Martusciello –. I bambini non sono numeri e la loro formazione è molto più importante della sterile burocrazia».