Napoli incontra Tbilisi, nel segno dell’arte, della cultura e della solidarietà. Il prestigioso Calendario Di Meo, promosso e realizzato ogni anno dall’Associazione “Di Meo vini ad arte”, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è dedicato alla capitale della Georgia col sostegno della Georgian Chanting Foundation.
La presentazione del calendario 2025, dopo l’anteprima a Tbilisi in Georgia il 19 ottobre scorso, si è svolta alle Gallerie d’Italia, a dieci anni da quella di Londra del calendario di Meo 2015 in cui furono pubblicate, in abbinamento alle foto di Napoli, alcune lettere inedite di sir Hamilton.
L’associazione ha scelto per la conferenza napoletana la prestigiosa sede di Intesa Sanpaolo per rendere omaggio, in occasione della mostra in corso alle Gallerie d’Italia “Sir William e Lady Hamilton”, al diplomatico che fu ambasciatore di S.M. Britannica presso la corte di Ferdinando IV di Borbone e allo studioso napoletano Carlo Knight che curò i testi del calendario 2015.
Il calendario Di Meo è giunto alla ventitreesima edizione e rappresenta un appuntamento molto
atteso a livello internazionale. Vuole essere una testimonianza dei valori che ispirano l’Associazione e un’occasione, anche in un periodo storico difficile e sofferto come l’attuale, per riaffermare l’importanza del dialogo tra i popoli e tra le diverse culture. Il senso generale di questa iniziativa e il suo significato più profondo risiedono nei legami intessuti tra ambiti culturali differenti, per contribuire a una migliore conoscenza reciproca.
Il titolo dell’almanacco 2025 è La Sirena e la Pantera e si ispira al simbolo della nascita di Napoli, la Sirena Partenope, mentre i georgiani si sono a lungo identificati con il mito di Tariel, al centro del bellissimo poema “Il cavaliere dalla pelle di pantera” di Shota Rustaveli, poeta nazionale vissuto nel XII secolo, equivalente al nostro Dante.
Come nel 2015 anche quest’anno sono le foto di Massimo Listri, che firma il calendario dal 2013, a proporre una lettura visiva della città. Con il suo sguardo, ha saputo donarle una luce inattesa, restituendo nel calendario tutta la forza narrativa della capitale georgiana, simbolo di arte, cultura, dialogo tra le genti.
Non solo foto, ma anche racconti e storie narrano dei punti di contatto tra le due città a cominciare dal vino, termine che nelle lingue occidentali deriva dalla voce georgiana, o proto-cartvelica, yvino, come testimoniano ritrovamenti archeologici a Pompei e nei siti neolitici del distretto georgiano di Marneuli, risalenti a 6000 anni fa.
Altro punto di riferimento tra le due culture è nel presepe napoletano in cui è presente, tra i personaggi tradizionali, quello della Georgiana, la nobile donna ingioiellata già presente nelle rappresentazioni settecentesche.
In entrambe le città è forte la passione per la musica: il canto polifonico georgiano è il primo caso di “patrimonio immateriale dell’umanità” UNESCO e la Georgia è anche terra di grandi cantanti lirici che si sono esibiti al teatro San Carlo e di giovani talenti sui quali il Lirico napoletano ha investito.
Poi c’è il culto dell’amore, il linguaggio dei sentimenti, la propensione alla commozione, l’ospitalità, la passione per la poesia e la convivialità, l’amore per il calcio e per le imprese del grande campione del terzo scudetto azzurro Kvaratskhelia.
E ancora, la comune arte dei lievitati (la pizza e il khachapuri), la funicolare, il posizionamento sullo stesso 41°parallelo. All’Università L’Orientale di Napoli, inoltre, fu fondata la prima cattedra di Lingua e Letteratura georgiana in Europa.
Dopo i saluti di Antonio Ernesto Denunzio, vice direttore Gallerie d’Italia e l’introduzione di Generoso di Meo, patron dell’associazione culturale che edita il calendario, sono intervenuti alcuni degli autori dei testi: Angela Catello, Dante Stefano Del Vecchio, Dinko Fabris, Gaga Shurgaia e il co-curatore della mostra dedicata ad Hamilton a Gallerie d’Italia, Francesco Leone.
L’attrice Cristina Donadio ha letto il testo di Elisabetta Moro dal titolo “La sirena e la pantera. Due popoli stregati dal mito”
Gli altri testi del calendario sono stati curati da Cesare Cunaccia, Michele De Lucchi, Michele Fatica, Andrea Forlani, Patrizia Licini de Romagnoli, Luigi Magarotto, Elisabetta Moro, Veronique Murat e Pino Taormina.
“Ho scelto Tbilisi per il Calendario 2025 – racconta Generoso di Meo, vulcanico fondatore dell’Associazione – la cui cultura e civiltà è stata per molti anni trascurata dall’Occidente, tralasciando la specificità e la impressionante varietà e diversità, trasfuse nella letteratura, nella musica e nelle altre espressioni artistiche di questi popoli. Una capitale che è stata, a partire dal V secolo, un crogiuolo delle più variegate civiltà tra Oriente e Occidente”.
Il Calendario Di Meo 2025, che viene realizzato in 5000 copie, è stato presentato nelle passate edizioni in luoghi di grande prestigio tra cui la Royal Academy of Arts di Londra (quello del 2015 su Hamilton), lo State Historical Museum di Mosca, il Museo Nazionale di Varsavia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Palazzo Reale di Ajuda di Lisbona, il Çırağan Palace di İstanbul, il Palazzo di Serbia di Belgrado, l’Alcázar di Siviglia, Casa Municipale di Praga.