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Inascoltati dal Presidente della regione Campania, on. Vincenzo De Luca, mentre il Governo nazionale, nell’attuale drammatica situazione, ipotizza la riforma delle legge elettorale, intanto che qualcuno va al mare e in attesa di conoscere le determinazioni cui perverrà la Corte di Appello di Salerno sull’istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza, emessa dal Tribunale di Salerno che riconosceva un risarcimento in favore di nostra figlia Arianna, avanzata dali’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli, cominciamo lo sciopero della fame, stabilendoci, con nostra figlia Arianna (tetraplegica, sorda e ipovedente), all’ingresso della sede della Corte di Appello di Salerno, a partire da giovedì 9 luglio 2020 alle ore 8:30 e fino a quando i Magistrati della prima sezione civile, sotto la presidenza della dott.ssa Maria Assunta Niccoli, non
emetteranno il provvedimento che riterranno opportuno.
emetteranno il provvedimento che riterranno opportuno.
Le nostre condizioni economiche (io, Eugenio Manzo, ormai dai 2005 non lavoro più per prestare assistenza ad Arianna e mia moglie, Matilde Memoli, è dipendente, part time, di una casa di cura per anziani), non ci consentono più di offrire a nostra figlia l’assistenza continuativa oltre che il minimo delle cure di cui abbisogna, anche al solo fine di tentare di lenire le grandi sofferenze cui, da quindici anni a questa parte, è quotidianamente sottoposta. E, sinceramente, non abbiamo più nulla da perdere.
Nei giorni scorsi, ritenendolo “una persona, da sempre, vicino alle esigenze della gente”, avevamo anche rivolto al Presidente Vincenzo De Luca un appello (a tutt’oggi rimasto inascoltato), pregandolo di sollecitare all’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli un atto d’ufficio che, tuttora, riteniamo dovuto: onorare una sentenza (tra l’altro, immediatamente esecutiva) emessa da un Tribunale della nostra Repubblica, la nostra Sentenza.
Nei giorni scorsi, ritenendolo “una persona, da sempre, vicino alle esigenze della gente”, avevamo anche rivolto al Presidente Vincenzo De Luca un appello (a tutt’oggi rimasto inascoltato), pregandolo di sollecitare all’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli un atto d’ufficio che, tuttora, riteniamo dovuto: onorare una sentenza (tra l’altro, immediatamente esecutiva) emessa da un Tribunale della nostra Repubblica, la nostra Sentenza.
La Sentenza che, dopo nove anni di silenti tribolazioni e stenti, ha definito il giudizio che avevamo istruito contro il Cardarelli per vederci risarciti i tanti, troppi, danni che nostra figlia Arianna ha subito a seguito di quel maledetto ricovero e che ha visto condannato l’Ospedale al risarcimento di circa tre milioni di euro in nostro favore. Denaro, questo, che avremmo utilizzato non solo per curarla ma anche per costruirle una casa su misura, priva di tutte quelle insormontabili barriere che, alcuni, non riescono neanche a immaginare.
Dallo scorso mese di novembre, l’Azienda non ha ancora pagato nulla, neanche una piccola somma a titolo di anticipo che ci avrebbe permesso di garantire delle cure indispensabili alla soprawivenza di nostra figlia.
Continueremo ad affrontare le nostre battaglie, aiutati solo dall’awocato Mario Cicchetti e sostenuti dagli amici più sinceri, nel rispetto della Giustizia e contro tutti coloro che pensano che un libero cittadino di questo nostro Stato, anche quando vince una battaglia legale, debba accettare i tanti soprusi di chi, inspiegabilmente, ritenendosi superiore per la sola circostanza di ricoprire un determinato ruolo che, invece, dovrebbe imporgli maggiore attenzione e coscienza, si illude di non essere sottoposto alla nostra stessa
Legge.
Cava dè Tirreni, 8 luglio 2020
Eugenio Manzo Matilde Memoli
Legge.
Cava dè Tirreni, 8 luglio 2020
Eugenio Manzo Matilde Memoli
“La piccola Arianna e i suoi genitori meritano giustizia. Il Cardarelli ha sbagliato e il Cardarelli deve pagare. Così come stabilito dalla sentenza del tribunale di Salerno che è esecutiva. De Luca batta un colpo. Tolga i panni della rockstar, indossi una buona volta quelli da governatore ed intervenga nell’ambito delle sue competenze su questo caso vergognoso di mala sanità. Quei genitori sono allo stremo e hanno iniziato lo sciopero della fame come appello estremo rispetto alle loro condizioni. Voltarsi dall’altra parte di fronte alla tragedia che ha colpito la loro bambina è indegno di un Paese civile”.
Così il deputato campano della Lega Gianluca Cantalamessa.