Rosa (nome di fantasia), napoletana, ha 79 anni ed è affetta da un aneurisma iuxta-renale.
Si tratta di un aneurisma dell’aorta addominale molto vicino all’origine delle arterie renali e non ha i requisiti per un intervento endovascolare, perché il posizionamento di una normale protesi potrebbe occludere le arterie renali senza escludere l’aneurisma, né per un intervento chirurgico tradizionale, che presenta una serie di controindicazioni, legate all’età, alle condizioni cliniche generali e a pregressi interventi addominali.
L’equipe guidata da Umberto Marcello Bracale, responsabile della Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Chirurgia Vascolare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II sceglie la strada di una protesi custom-made, fatta su misura e “fenestrata”, ossia caratterizzata dalla presenza di buchi lungo le pareti, attraverso i quali il sangue può fluire anche nelle arterie che hanno origine nel tratto di aorta viscerale interessato dall’aneurisma.
“La protesi si adatta perfettamente all’anatomia della paziente, disegnata e fabbricata con estrema precisione sulla angio-TC preoperatoria, tenendo conto della sede, delle dimensioni e dei rapporti reciproci delle arterie. Lungo le pareti degli opercoli, in corrispondenza dell’origine delle arterie renali, sono stati, inoltre, inseriti due stent ricoperti per assicurare la tenuta del sistema protesico e dell’arteria mesenterica superiore, quella che irrora l’intestino. È la prima volta che questa innovativa procedura chirurgica viene realizzata al Policlinico Federico II”, sottolinea il prof. Bracale.
L’intervento, durato circa tre ore, eseguito per via percutanea, evitando cioè incisioni chirurgiche, è perfettamente riuscito anche grazie alla collaborazione degli specialisti coinvolti: i chirurghi vascolari Liborio Ferrante e Anna Maria Giribono, il radiologo interventista Mario Quarantelli e l’anestesista Vincenzo Aliperta tutti afferenti al Dipartimento di Chirurgia generale e Chirurgie specialistiche, dei trapianti di rene, nefrologia, cure intensive e del dolore, diretto dal Prof. Giuseppe Servillo.
Dopo una degenza post-operatoria di due giorni la paziente è stata dimessa ed è in ottime condizioni.
“L’approccio multidisciplinare del lavoro di equipe e l’attenzione all’innovazione costituiscono un punto di forza del Policlinico Federico II, frutto di un’efficace integrazione tra assistenza, didattica e ricerca. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, che con grande orgoglio dirigo, contribuisce con eccellenti professionisti, le più moderne tecnologie e la personalizzazione dei percorsi di cura al processo di qualificazione dell’offerta assistenziale della Regione Campania messo in moto dal Presidente De Luca”, sottolinea l’Avv. Anna Iervolino, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II.