Comitato scientifico per modello gestionale fratture da fragilità

Le braccia meccaniche di un robot, comandate da una consolle da un chirurgo che hanno aiutato per la prima volta ad effettuare alcune fasi di prelievo e trapianto di un rene da un donatore vivente. FRANCO SILVI/ ANSA
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Presso l’assessorato alla Salute della Regione Campania, Isola C3 del Centro Direzionale, piano 6, il prossimo 18 novembre, dalle ore 12.45 alle 17.00, un comitato scientifico formato da esperti di varie discipline – Annamaria Colao, Cristiano Coppola, Antonio Del Puente, Mariano Fusco, Giovanni Iolascon, Luciano Sagliocca ed il responsabile del settore farmaceutico Ugo Trama – darà il via ai lavori per l’elaborazione di un modello clinico e gestionale in grado di dare la più efficace risposta al bisogno di cura e prevenzione dei pazienti con fragilità ossea.
La fragilità ossea è la conseguenza tipica dell’osteoporosi, malattia osteo-metabolica che, in particolare nelle persone che hanno superato i 50 anni, determina un’alterazione dell’apparato scheletrico e comporta fratture spontanee o conseguenti a lievi traumi. Si tratta di una patologia subdola, che si sviluppa nella completa assenza di sintomi e senza provocare dolore e molto diffusa: in Italia colpisce infatti oltre cinque milioni di persone, ovvero una donna su tre dopo la menopausa, in relazione al calo di estrogeni, ed un uomo su quattro. In chi ha l’osteoporosi spesso le ossa diventano talmente fragili che è sufficiente un banale colpo di tosse a determinare la frattura delle costole o il semplice restare a lungo in piedi per causare la rottura del femore. E’ evidente, dunque, la necessità di individuare tempestivamente i pazienti con osteoporosi, a rischio di fratture multiple e ripetute, per avviarli attraverso specifici indicatori al miglior percorso terapeutico e riabilitativo e alla prevenzione delle recidive. Da qui l’obiettivo del gruppo di lavoro interdisciplinare, organizzato per tavoli tecnici altamente specialistici, di elaborare il più efficiente iter diagnostico, terapeutico ed assistenziale da adottare sul territorio regionale, in grado non solo di intercettare ma anche di prendere in carico e seguire in ogni fase il paziente con frattura da fragilità, dopo il primo evento “frattura”.
Destinatari delle linee guida saranno quindi non solo gli ortopedici del Pronto Soccorso – i primi ad interagire con i pazienti che accusano fratture – ma anche reumatologi, endocrinologi, geriatri, internisti, nefrologi, ginecologi, medici di Medicina Generale, fisiatri e farmacisti. Lunedì 18 novembre, all’apertura dei lavori, oltre ai responsabili scientifici, porteranno i loro saluti i responsabili delle Istituzioni Sanitarie, la Prof. Maria Triassi direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica della Federico II, già responsabile scientifica di Osteonet progetto per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi, ed il consigliere dell’Ordine dei Medici di Napoli Prof. Mario Delfino. (ANSA).

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