Nell’ultimo mese, tra l’8 dicembre e l’8 gennaio, presso l’Istituto Clinico di Ricerca Altamedica sono stati eseguiti 16.030 molecolari di cui 2.526 (15.7%) positivi. La sintomatologia è stata la seguente: su 16.030 soggetti 12.503 (78 %) asintomatici, 2.885(18%) paucisintomatici (febbricola, angina), sintomatici 642 (4%) febbre maggiore di 38°o altra più evidente sintomatologia. La sintomatologia dei positivi è stata la seguente: asintomatici 1.692 (67%), paucisintomatici 707 (28%), sintomatici: 127 (5%) febbre maggiore di 38° o altra sintomatologia evidente ma senza necessità di ricovero. I vaccinati erano 2071 (82%), 1 o 2 dosi; 1739 (84%); booster 332(16%). I non vaccinati erano 455 (18%)
Per quanto riguarda la sintomatologia più severa (prelievi eseguiti a domicilio) temperatura maggiore di 38° o altra sintomatologia evidente ma senza alcuna necessità di ricovero al momento del prelievo, i non vaccinati furono 32 su 455 (7%) mentre i vaccinati 95 su 2.071 (4,5%). La differenza risultava solo moderatamente significativa dal punto di vista statistico (Chi-Square Test, p=0.03).
“I dati del numeroso campione raccolto in un mese di tamponi nel Centro di Ricerche Altamedica dimostrano che la pandemia sta sfumando, nei grandi numeri, sempre più verso un’influenza asintomatica, paucisintomatica o sintomatica ma senza bisogno di ricovero, se normalmente assistita a domicilio – spiega il Prof Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico di Ricerca Altamedica – Queste forme, enormemente più rappresentate rispetto alle forme severe che richiedono ricoveri in terapia intensiva, colpiscono quasi parimenti vaccinati e non vaccinati”.
“La variante B.1.1.529, detta Omicron, presentando molte mutazioni della proteina Spike, dimostra un significativo escape rispetto ai vaccini utilizzati mirati ad indurre immunità su di una proteina S estremamente mutata nel tempo – aggiunge Giorlandino – Va sottolineato che il numero dei soggetti positivi segue il numero dei tamponi eseguiti. L’Italia è al primo posto nell’esecuzione di tamponi, largamente inutili o addirittura dannosi come gli antigenici immunocromatografici (le saponettine) che forniscono un enorme numero di falsi negativi liberando i soggetti asintomatici contagiosi (detti superspreaders)”.
“Di grande importanza è il fatto che la variante Omicron, che dagli ultimi dati ISS su 7.000 soggetti esaminati (sorveglianza 23 ottobre/6 dicembre 2021) sembrava incidere solo per lo 0,1%, invece ora risulta vicina al 30% ed è in rapida ascesa settimanale pari-passu all’indebolimento dell’aggressività del virus”, afferma l’esperto.
RICERCA VARIANTI(1) eseguita “a campione” su circa 50 casi settimana (percentuali arrotondate):
weeks |
Alfa
B.1.1.7 |
Beta
B.1.351 |
Gamma
P.1 |
Delta
B.1.617.2 |
Omicron
B.1.1.529 |
6/12 December 21 | 4% | – | 4% | 94% | – |
13/19 December 21 | 2% | – | – | 96% | 2% |
20/26 December21 | – | 2% | 2% | 88% | 8% |
27 Dec – 2 Jan 22 | – | – | 76% | 24% | |
3 / 8 Jan 22 | – | – | – | 70% | 30% |
“I nostri dati relativi al sequenziamento del virus, ricavati in Next Generation Sequencing, eseguito presso i laboratori di Biologia Molecolare del nostro Istituto, su campioni con mutazione Omicron ed attualmente in via di revisione sistematica, mostrano continue e molteplici mutazioni del genoma virale e non solo della zona RBD della proteina Spike coinvolta nel primo legame al recettore cellulare (ACE) e quindi legata alla contagiosità. Stiamo osservando infatti che il virus sta mutando continuamente e rapidamente anche nei diversi geni che codificano per le proteine essenziali per la sua replicazione”, conclude l’esperto.