“Il coronavirus è mutato, il vaccino no. Dunque, vaccinare adesso con un vaccino che è stato studiato per creare anticorpi esclusivamente su una proteina S che sta mutando di continuo è poco utile, seppure non del tutto inutile. Per questo la terza dose protegge poco dalle attuali mutazioni del virus. Non c’è la sicurezza che, ad oggi, possa ancora funzionare. In tutto l’Occidente si è spinto su un vaccino limitato e non su un vaccino tradizionale come quelli prodotti in Oriente, dalla Cina all’India, con un virus inattivato”.
E’ quanto afferma il Prof. Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica di Roma.
“Noi, primi in Italia, stiamo studiando le cellule di memoria, attraverso un’apparecchiatura di ultima generazione – spiega Giorlandino – Abbiamo visto quello che ci aspettavano, anche per analogia con la Sars e la Mers: l’immunità nelle cellule di memoria non passa e, soprattutto per chi ha avuto il virus, rimane. Una volta che il soggetto entra a contatto con qualsiasi virus anche mutato, siccome combatte tutto il virus e non solo una piccola parte della proteina S, gli anticorpi risalgono immediatamente”.
“Lo stesso vale per i vaccinati – aggiunge – Se si entra a contatto con un soggetto che presenta un’infezione con una proteina S per cui si è stati vaccinati gli anticorpi risalgono. Se però la persona vaccinata viene a contatto con chi presenta un’infezione in cui la proteina S è completamente mutata i suoi anticorpi non risaliranno. Il virus oggi presenta mutazioni tali per cui il vaccino, che ha salvato milioni di vite, non è più efficace come era all’inizio”.