Coronavirus, la «morte silenziosa» di centinaia di anziani nelle RSA, la lettera-denuncia di Ciccone (Uil pensionati).

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«La pandemia in atto e i provvedimenti adottati per contenere i contagi stanno mettendo a dura prova tutto il Paese. Il passare dei giorni senza la prospettiva di poter tornare a una normalità in tempi brevi, sta fiaccando il morale e sta prepotentemente alimentando preoccupazioni sulla tenuta del tessuto sociale».

Con queste parole prende il via la lettera aperta indirizzata al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e a tutti i Prefetti e i Sindaci della regione, firmata dal segretario generale della UIL pensionati della Campania Biagio Ciccone.

«In questo scenario di per sé tragico – denuncia Ciccone – si scoprono poi anche situazioni vergognose come quelle di diverse case di riposo per anziani, che, nonostante fosse noto il tasso di letalità del virus per tale fascia di popolazione, hanno omesso ogni attività per evitare che divenissero veri e propri centri di contagio. E adesso contiamo centinaia e centinaia di anziani morti silenziosamente nelle case di riposo, a volte senza assistenza spirituale e umana». Una vergogna che ci fa amaramente constatare la perdita di valori nella nostra società e che fa correre il pensiero «al mitico Enea, che, fuggendo da Troia in fiamme, solleva in spalla il vecchio padre Anchise, cieco e paralizzato. Enea si prende cura del padre, come sempre dovrebbero fare i figli riconoscenti, quando ai genitori cominciano a mancare le forze; come sempre dovrebbe fare qualsiasi società che si definisca civile. Invece, la nostra società non è riuscita a salvare le proprie radici».

Da qui l’appello accorato, rivolto: a tutti i Sindaci, affinché «adottino subito provvedimenti idonei a sostenere i soggetti che, per il blocco delle attività, non hanno più redditi e i pensionati»; ai Sindaci sul cui territorio insistono strutture sanitarie e case di riposo, affinché vigilino «sull’osservanza delle regole e di intervenire con rigore per sanzionare gestioni irregolari»; ai Prefetti, affinché con rinnovato zelo sovrintendano «all’attuazione delle direttive emanate, assicurando unità di  indirizzo alle forze dell’ordine».

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