Corre Buon sangue, in Campania in 2 anni dimezzata migrazione sanitaria per malattie ematiche.

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4.000 persone a cui ogni anno vengono diagnosticati tumori del sangue nella Regione Campania, il 50% dei pazienti sopravvive oltre i 5 anni dalla diagnosi e, grazie alle terapie innovative che sono state rese disponibili negli ultimi anni e altre che saranno rese disponibili a breve, si calcola che l’aspettativa di vita si estenderà sensibilmente nel prossimo futuro, migliorandone anche la qualità.

Questi alcuni dati presentati oggi in occasione dell’evento Corre Buon Sangue, patrocinato sia dal Consiglio Regionale Campano sia da AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma Onlus), che si è svolto oggi presso la sala Nassiriya del Consiglio Regionale. “La tavola rotonda è stata organizzata in settembre, mese dedicato in tutto il mondo alla sensibilizzazione sui tumori del sangue”, spiega Valeria Rotoli, Presidente della sezione AIL di Napoli. “Numerose sono le richieste di informazioni che arrivano ogni giorno alle nostre sezioni provinciali. Consigliamo ai pazienti di rivolgersi con fiducia alle strutture regionali che, solo per fare un esempio, dal 2014 a oggi sono diventate autosufficienti per quel che riguarda i trapianti di midollo osseo.”

“La risposta che la Regione Campania è stata in grado di dare ai pazienti affetti da tumori ematologici è nettamente migliorata nel corso degli ultimi anni”, dichiara il professor Fabrizio Pane, Presidente della Società Italiana di Ematologia e Direttore del Reparto di Ematologia Clinica dell’Università Federico II di Napoli, “tanto che dal 2014 al 2015 il numero di pazienti oncologici in terapia fuori regione si è piuttosto ridotto, consentendo un risparmio per il Servizio Sanitario Regionale in termini di costi diretti, e per le famiglie, in termini di costi indiretti.”

 

“Tutto questo è possibile grazie alla preparazione e all’impegno del personale, sia medico sia paramedico, dei 9 centri ematologici della regione”, prosegue il dottor Felicetto Ferrara, responsabile della Divisione di Ematologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, “che sono in grado di garantire trattamenti validi e veloci grazie agli 80 posti letto in Day Hospital che permettono ai pazienti di essere curati vicino a casa. Il nostro lavoro, però, non si ferma e stiamo lavorando, in collaborazione con le Istituzioni regionali per portare gli attuali 130 posti letto disponibili per le medio-lungo degenze a 250, quelli previsti da parte del Ministero della Salute per garantire minori tempi di attesa e migliore facilità di accesso ai trapianti3.”

 

Clinici, Associazioni Pazienti e Istituzioni auspicano la creazione di una Rete Ematologica Campana. La rete sarebbe in grado di collegare efficacemente le diverse organizzazioni ospedaliere, applicando protocolli diagnostico-terapeutici e percorsi differenziati (diretti, intra e inter-ospedalieri) concordati, utilizzando Servizi e Ospedali con funzioni differenziate per livelli di competenza e di risorse. “A luglio è stata creata la prima Rete regionale dei laboratori per la tipizzazione genomica”, prosegue il professor Fabrizio Pane, “che consente di realizzare raffinati test molecolari per una diagnosi di precisione, l’unica in grado di indirizzare verso terapie personalizzate sempre più efficaci. I cinque centri che fanno parte della Rete sono: l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, l’Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale, l’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli, l’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino e l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno. Tutti gli altri centri potranno rivolgersi a queste strutture di riferimento per consentire ai pazienti di effettuare esami più approfonditi di citogenetica e biologia molecolare, così da offrire a tutti i pazienti della Campania prestazioni omogenee e di alta qualità”.

 

“Siamo fiduciosi che la Rete Regionale dei Laboratori sia un primo passo per la creazione della Rete Ematologica Campana”, conclude il dottor Felicetto Ferrara. “Da sempre in Janssen siamo impegnati nella ricerca e ell’innovazione, come dimostrano i 17 Mln di euro investiti in Italia solo nel 2016. Il nostro impegno si concretizza in particolar modo nella ricerca e produzione di farmaci innovativi onco-ematologici.” spiega Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia, “Riteniamo sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica su come oggi sia possibile guarire dai tumori del sangue o comunque conviverci meglio con una più lunga prospettiva di vita, senza dimenticare la qualità della stessa, anche attraverso campagne internazionali di sensibilizzazione come Make Blood Cancer Visible. In particolare, quest’anno abbiamo scelto la Campania per organizzare questo evento perché riteniamo sia una delle regioni italiane con un alto livello di professionalità dei suoi centri. Basti pensare che noi di Janssen siamo impegnati in 58 studi clinici in ambito onco-ematologico su tutto il territorio nazionale, di cui il 30% in Campania.”

 

Janssen

Janssen è impegnata nell’affrontare alcune tra le più importanti esigenze mediche insoddisfatte, in diverse aree terapeutiche fra cui l’onco-ematologia, l’immunologia, le neuroscienze, le malattie infettive e i vaccini, le malattie cardiovascolari e metaboliche. Mossi dal nostro impegno nei confronti dei pazienti, sviluppiamo prodotti, servizi e soluzioni innovative per la salute delle persone di tutto il mondo.

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