Covid, Loreto Mare: ospedale pieno ma situazione meno grave delle precedenti ondate.

L'ospedale Loreto Loreto Mare di Napoli che da oggi , in un reparto completamente ristrutturato in tempi record , ospitera' pazienti positivi al Coronavirus bisognosi di cure intensive, 18 marzo 2020 ANSA / CIR FUSCO
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“Siamo alla terza esperienza di trasformazione in ospedale covid e abbiamo da subito le corsie piene, i 50 posti di degenza al via dal 5 gennaio sono stati subito occupati”.

Michele Ferrara descrive all’ANSA la nuova veste dell’ospedale Loreto Mare, di cui è direttore sanitario, che dal 5 gennaio è tornato ad essere un ospedale nel centro di Napoli completamente dedicato al covid.

I contagi della quarta ondata salivano e così il nosocomio ha subito messo in campo i 50 posti di degenza e le otto postazioni di terapia intensiva che con la variante Omicron che spadroneggia vengono questa volta meno occupate: “Ieri ne avevamo occupate in terapia intensiva cinque su otto – spiega Ferrara – ma stamattina si sono liberati due posti, quindi ne restano tre occupate e non ho nuovi trasferimenti al momento. si va avanti così, con miglioramenti o peggioramenti”.

Dai dati emerge la conferma che la variante attacca su larga scala, anche i vaccinati, ma non ha conseguenze gravi per loro.

“Sui 50 posti letto degenza – spiega Ferrara – c’è sempre una richiesta importante ma il turn over è maggiore rispetto alla precedente ondata. Stiamo reggendo: ne ho dimessi tre stamattina ma nel pomeriggio si occupano immediatamente. In generale c’è un minore impegno sui problemi broncopolmonari; rispetto alle ondate precedenti, ci sono, ma minori. Sui pazienti c’è anche un ottimo lavoro esterno dell’Usca: arriva qui solo chi ha bisogno di cure complete all’ospedale, se le cure si limitano al controllo sul territorio l’Usca lo fa in maniera ottima, anche meglio di prima, sono ormai esperti del covid”.

Ma le persone fragili restano e sono anche le persone a cui si comincia a pensare per una quarta dose: “Le persone fragili – spiega Ferrara dall’esperienza in corsia – sono più attaccabili dal covid e hanno conseguenza maggiore. C’è una forte impronta di malattie a cui si unisce il covid, penso alle malattie rare ma anche al diabete, alle patologie broncopolmonari, alle malattie cardiache, tutte già precedentemente esistenti”.
(ANSA).

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