Ha nove anni, cinque dei quali trascorsi nel Reparto di Ematologia e Oncologia pediatrica del Policlinico “Luigi Vanvitelli” di Napoli che ha lasciato prima di Ferragosto per essere trasferito a Roma, all’ospedale pediatrico “Bambin Gesù”, per affrontare la tanto agognata e necessaria sfida: sottoporsi a terapia cellulare e trapianto di midollo osseo.
Lui è Salvatore, affetto da sindrome di down, divenuto mascotte del Reparto diretto dal Professore Silverio Perrotta che, insieme ai colleghi e al personale infermieristico, hanno seguito le diverse, difficili e critiche fasi della malattia del bambino (ricoverato anche nella rianimazione dell’Ospedale Cotugno, ndr), per essere oggi “pronto” ad affrontare l’ennesima sfida: la terapia cellulare e trapianto.
Un cammino lungo caratterizzato da chemioterapie e ricoveri; un piccolo paziente che ha mostrato tutta la sua forza e determinazione giungendo, dopo anni, alla fase che i genitori tanto attendevano. Essere pronto per affrontare la terapia.
Prima di partire, mamma e papà hanno voluto ricordare le tappe della battaglia, vissuta nel Policlinico diretto dal manager Antonio Giordano, mettendo su carta le emozioni: “Siamo i genitori del piccolo Salvatore e cinque anni fa siamo arrivati al Policlinico Vanvitelli nel reparto di Ematologia ed Oncologia pediatrica. Da quel giorno la nostra vita è cambiata. Purtroppo è cominciata una vera e propria battaglia…il nostro piccolo guerriero ha iniziato a combattere contro la leucemia. Insieme a lui ci siamo stati e ci siamo noi, la sua mamma e il suo papà, e poi ci siete voi, voi tutti dottori, infermieri, collaboratori, che sin dal primo giorno siete stati conquistati da Salvatore. La sua battaglia è diventata anche la vostra.
Vogliamo dirvi Grazie, un Grazie enorme per esserci sempre stati, parlandoci con chiarezza di tutto, tutto quello che purtroppo può portare questa malattia. Eh sì, Salvatore ne ha affrontate davvero tante, nell’ultimo periodo la paura è stata tanta. Paure che ti cambiano la vita, e voi sempre li’ a darci supporto.
Grazie per essere riusciti a strappargli un sorriso in una situazione non facile. Grazie perché voi siete diventati come una famiglia. Grazie perché voi siete degli eroi con il camice bianco. Grazie perché se oggi ci troviamo qui pronti a partire per il giorno tanto atteso è per merito vostro, del vostro grande lavoro e per la grande forza di nostro figlio; la strada è ancora lunga ma insieme abbiamo percorso già la metà, irta di ostacoli.
Proprio nostro figlio, prima di partire, ha pronunciato parole che hanno emozionato tutti: “grazie a tutti, siete tutti nel mio Cuore'”.
“Il trasferimento a Roma, per sottoporre Salvatore alla terapia cellulare e trapianto, è un traguardo importante sinonimo di gioco di squadra. Siamo felici per il piccolo e per i suoi genitori che attendevano questo giorno “, dichiara il professore Silverio Perrotta.