L’Istituto tumori di Napoli ‘Pascale’ dedica il calendario 2021 alla pandemia e affida ai suoi operatori sanitari un pensiero sull’anno che sta per finire. Hastag del calendario è #ilpascalenonosièfermato.
Nelle foto donate da sei fotografi napoletani, c’è il racconto, più che del covid, di una vita sospesa a cui il virus stesso ci ha ‘condannati’. Negli scatti dei fotografi Anna Camerlingo, Ciro Fusco, Barbara Jodice, Federica Gioffredi, Toty Ruggieri, Sergio Siano, il covid si percepisce nelle strade e nelle spiagge deserte, nei cieli coperti.
Foto grigie come è stato il 2020 e come potrebbe essere in parte il 2021 – si sottolinea – anche se la ricerca non si è fermata proprio come gli operatori del Pascale e come l’istituto tutto che proprio quest’anno ha aperto cinque ambulatori nel presidio ospedaliero dell’Ascalesi. Le fotografie accompagnano il breve pensiero di chi per un anno ha vissuto la lotta al covid in prima linea: prima come medico e poi come uomo e donna.
La fotografia associata ad ogni mese dell’anno impone il ricordo indelebile e ancora attuale della pandemia mentre nella pagina di copertina e all’interno, si alternano le istantanee delle tante attività svolte dall’Istituto Pascale accompagnate da una riflessione personale degli operatori sanitari tra cui Paolo Ascierto e il virologo Franco Buonaguro, grazie alla cui intuizione sull’utilizzo di alcuni farmaci, il Pascale ha potuto contribuire in maniera ”concreta” alla guerra contro il virus.
Dal racconto dei 12 veri protagonisti di questo calendario (clinici, ricercatori, chirurghi, infermieri) viene fuori la parte più umana del medico: c’è chi come Daniela Barberio dedica il suo breve scritto alla mamma e al desiderio di poterla presto riabbracciare, chi come Marilina Piccirillo ringrazia le sue due famiglie, quella che l’aspetta ogni sera a casa e quella che l’aspetta a lavoro la mattina; chi come Paolo Ascierto sottolinea di essere diventato più sensibile e di sentire addosso il peso della responsabilità, chi come Maria Lina Tornesello, che ha contratto il virus in modo asintomatico, racconta la quarantena vissuta nell’ansia che si manifestassero i sintomi, chi come Gennaro Casella si augura che questa sofferenza abbia ”un senso: migliorare il mondo e il modo in cui lo viviamo” e chi come Carmine La Manna spera che ”quando tutto questo sarà finito l’istantanea più bella sarà quella dei volti di chi lavora in un ospedale come segno di forza che ci aiuta da sempre a sostenere i pazienti e non solo in questo momento”.
A chiudere il calendario è il direttore generale Attilio Bianchi che afferma: ”Nulla è impossibile, nel male, come è stato il covid, ma anche nel bene, come dimostrano i tanti sforzi fatti dai nostri ricercatori, chirurghi, oncologici, infermieri. Mai come quest’anno il nostro motto 1+1=3 è stato applicato alla lettera”. Il ricavato del calendario, acquistabile on line, verrà devoluto alla ricerca oncologica. (ANSA).