Una lunga coda fin dall’avvio dei test, alle 9,30 del mattino, in piazza Dante a Napoli per lo screening gratuito che gioca d’anticipo contro due grandi nemici della nostra salute: Covid-19 ed Epatite C. È stata massiccia e ordinata, nonostante la pioggia – circa 200 le persone registrate a metà giornata, eguagliando il risultato della tappa inaugurale a Roma – la partecipazione alla “prima” campana del roadshow, organizzato dalla società di consulenza manageriale in ambito healthcare, MA Provider, con il contributo non condizionato di Abbvie. Domani si replicherà in Piazza Amendola a Salerno dove ci si potrà prenotare per i test dalle 9.15 alle 12.30 .
Con tre tappe fra Lazio e Campania e le ulteriori due previste in Lombardia, si realizza il primo “progetto pilota” interregionale di screening congiunto Covid-19/HCV. L’esame diagnostico abbinato sui 2 virus consentirà di raccogliere i primi dati statistici di riferimento e di individuare, così, ulteriori sacche di sommerso del virus HCV in Italia: passi avanti importanti verso l’obiettivo OMS di eliminazione – entro il 2030 – del virus Epatite C nel nostro Paese. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF e dalla Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il patrocinio dell’Associazione dei Pazienti EpaC Onlus e del Comune di Napoli.
L’idea del doppio test nasce dalle attività che le Società scientifiche AISF e SIMIT e l’Associazione pazienti EpaC Onlus, già svolgono insieme da diversi anni riunite sotto la sigla di ACE – Alleanza contro le Epatiti e ha preso vigore negli ultimi mesi, dopo che diversi studi hanno rilevato una riduzione di oltre il 90% dei trattamenti durante il lockdown. Il test congiunto è esplicitamente indicato come opportuno anche nel documento conclusivo dell’“Indagine conoscitiva in materia di politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C”, approvato all’unanimità in XII Commissione “Affari Sociali” della Camera dei Deputati, lo scorso 11 giugno: può infatti costituire un primo step per ampliare gli screening e far emergere il “sommerso”, al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato dall’OMS di eradicare la patologia entro il 2030. Questo risultato si potrà raggiungere al salto di qualità terapeutica permesso dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’Epatite C, grazie ai quali il virus viene eradicato in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali.
“I target 2030 fissati dall’OMS sono alla portata dell’Italia, ma occorre lavorare su due fronti: con le campagne di sensibilizzazione e di screening, e con l’avvio di un’indagine epidemiologica in grado di mappare l’intero territorio nazionale – conferma l’On. Michela Rostan, vicepresidente della XII Commissione “Affari Sociali” della Camera dei Deputati, presente in piazza Dante, a Napoli -. In Commissione abbiamo già ottenuto l’approvazione all’unanimità di un’indagine conoscitiva, che prevede l’istituzione di un fondo e di una cabina di regia che coinvolge tutti gli attori protagonisti di questa vicenda. Abbiamo a disposizione 71,5 milioni di euro per le campagne di screening e altri 150 milioni di euro che derivano dall’avanzo del fondo per i farmaci innovativi. Il nostro impegno dovrà svolgersi proprio su questi due fronti: campagne di sensibilizzazione e di screening e soprattutto un fondo nazionale che metta le Regioni nelle condizioni di poter configurare e attuare il piano di eradicazione”.
“Una così grande affluenza in piazza Dante a Napoli al test-screening Covid-19 e HCV nonostante le condizioni meteo poco favorevoli conferma la sensibilità delle persone e l’utilità di un’iniziativa che è assolutamente da estendere – è il commento dell’On. Paolo Siani, componente della XII Commissione “Affari Sociali” della Camera. Rappresenta infatti una risposta partecipata e intelligente al bisogno di tenere alta la guardia non solo contro il coronavirus, ma nei confronti di patologie insidiose e subdole come l’Epatite C che possono essere debellate proprio attraverso la prevenzione”.
“Con questa iniziativa possiamo dare soluzione alla necessità di affrontare l’emergenza Covid, la cui recrudescenza, soprattutto in Europa, impone di elevare il livello di attenzione e prevenzione, senza trascurare le altre malattie – spiega il prof. Nicola Coppola, Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”- fra queste emerge l’epatite C, che storicamente ha un’incidenza elevata nella nostra area geografica e contro la quale oggi abbiamo una validissima arma, una terapia sicura e ad elevatissima efficacia. Un approccio strutturato e un’opportuna gestione integrata del paziente affetto da HCV sono di importanza cruciale per procedere alla effettiva eradicazione della patologia sul territorio”.
“Il test congiunto si rivela ancora più efficace se rapportato all’emergenza legata al Covid-19, che ha determinato anche rischi secondari legati all’abbandono di altre patologie: un problema importante, soprattutto ove è possibile gestirle in maniera vincente. Questo è particolarmente vero per l’epatite C – evidenzia il dott. Mario Masarone, dell’Unità di Medicina Interna ed Epatologia – AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona dell’Università di Salerno – per questa patologia l’Italia, grazie alla disponibilità di cure efficaci e sicure, insieme ad un’ottima governance sanitaria che ha visto attori compartecipi le Società Scientifiche epatologiche, l’associazione di pazienti EpaC e le Istituzioni, è stata giudicata nel 2019 dall’OMS una delle 11 nazioni mondiali ‘sul binario giusto’ verso l’eliminazione del virus C dalla sua popolazione entro il 2030”.
“L’infezione da SARS Cov2 impone per la gestione dell’epidemia e in particolare dei focolai d’infezione la continua esecuzione di test sierologici per identificare possibili soggetti infetti– precisa il prof. Marcello Persico, Ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Salerno. La straordinaria opportunità di uno screening congiunto di anticorpi anti-HCV consente di rilevare anche portatori di HCV con due grandi vantaggi. Il primo, fornire i dati di prevalenza attuali di HCV positivi, dato di straordinaria importanza e finora ottenuto solo con metodi surrogati; secondo, di trattare i soggetti con gli antivirali diretti, pangenotipici di nuova generazione, data la ormai nota, straordinaria efficacia e tollerabilità in tutti gli stadi di malattia”.
“Questa attività di screening congiunto gratuito con test rapidi incontra il gradimento della popolazione. Parliamo di cittadini che, pazientemente, si mettono in fila per poter effettuare i test ed aspettarne l’esito. Una volta ricevuti i risultati, se ne vanno ringraziando per l’iniziativa – afferma Ivan Gardini, Presidente EpaC Onlus –. Iniziative come questa sono l’esempio concreto di come si debba operare per mettere in atto quanto previsto dalle raccomandazioni dell’Indagine conoscitiva della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sul piano di eliminazione dell’epatite C in Italia. Il nostro auspicio è che da qui parta un progetto nazionale di prevenzione, che includa anche attività di screening congiunti, parallelamente a una rapida emanazione del Decreto attuativo per l’impiego dei fondi”.