“Nel cuore di Napoli”: venerdì 28 Novartis dà appuntamento c/o Centro Angiocard per le misurazioni del colesterolo e consulti gratuiti con i cardiologi

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Un evento su misura quello organizzato per venerdì 28 giugno 2024 dalle ore 9.00 alle ore 13.30 che offrirà gratuitamente la misurazione del colesterolo e un consulto con uno specialista cardiologo. Per potersi prenotare: www.nelcuoredellatuacitta.it

 

In pochi minuti, tramite pungidito[1], sarà possibile conoscere i livelli del proprio profilo lipidico presso i locali dell’ambulatorio del Centro Angiocard in via Sandro Pertini, 6 a Sant’Antimo (NA) e successivamente approfondirne i risultati con uno specialista.

L’appuntamento di Napoli è la seconda tappa di un percorso che attraversa in diverse Regioni. Promossa da Novartis, l’azienda con una storia di oltre 30 anni in ambito cardiovascolare, nell’ambito della campagna “Ascolta il tuo battito”,  è sostenuta dall’ Associazione Italiana Scompensati Cardiaci e dalla Fondazione Italiana per il Cuore.

Un appuntamento rivolto specialmente le persone con medio e alto rischio cardiovascolare – ad esempio coloro che hanno già avuto un infarto o ictus, chi soffre di diabete o ha una familiarità con questo tipo di patologie – e che invita a monitorare costantemente il proprio livello di rischio. La chiave per ridurre il rischio di nuovi eventi acuti risiede in una conoscenza approfondita e in una gestione efficace dei livelli di colesterolo LDL-C, in modo da mantenerli bassi nel tempo.

 

In Campania le malattie cardiovascolari, tra cui quelle ischemiche e cerebrovascolari, sono responsabili di circa 20.000 decessi l’anno, trasformando questa regione come quella con il tasso di mortalità più alto d’Italia. Si stima, inoltre, che circa l’80% della popolazione tra i 18 e 69 anni della Campania non abbia mai misurato il livello di colesterolo[2] [3].

 

IL PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO MODIFICABILE: IL COLESTEROLO

La colesterolemia LDL (LDL-C) è il principale fattore modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare, come dimostrato da decenni di studi clinici che hanno evidenziato il suo ruolo causale nel determinare la malattia aterosclerotica (ASCVD)[4],[5]. L’esposizione nel tempo dei livelli elevati di colesterolo LDL, contribuisce alla formazione della placca ateromasica nelle arterie, aumentando così il rischio di eventi ischemici acuti, come l’infarto del miocardio e l’ictus[6].

 

LA SFIDA DI RIDURRE I LIVELLI DI COLESTEROLO, SOPRATTUTTO PER CHI HA GIA’ AVUTO UN EVENTO ACUTO

Nei pazienti che hanno superato un infarto o un ictus la prevenzione secondaria diventa prioritaria per ridurre il rischio di recidive e quindi migliorare la loro prognosi e qualità di vita. La corretta gestione di questi pazienti deve, quindi, necessariamente mirare a raggiungere i valori di colesterolemia LDL raccomandati dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS), che sono quelli inferiori a 55 mg/dL.

 

Obiettivi, quelli del monitoraggio e del raggiungimento dei livelli target di colesterolo, che non risultano essere di facile ottenimento: in Campania, ad esempio, circa il 60% dei pazienti già in trattamento per ipercolesterolemia non raggiunge un controllo adeguato dei propri livelli di colesterolo LDL nonostante sia in terapia con farmaci ipolipemizzanti[7] [8]..

Sebbene si tratti del fattore di rischio più facilmente modificabile, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dell’LDL è infatti ancora una sfida, tanto che 8 su 10 pazienti ad alto rischio non sono in grado di ridurre il loro colesterolo LDL ai livelli raccomandati. A questo si aggiunge la difficoltà di aderenza alla terapia, uno scenario che ha evidenziato come solo il 43,6% della popolazione già in trattamento sia aderente, riportando che questa si riduce nel tempo a causa della complessità del regime terapeutico e degli effetti indesiderati.[9]

 

I NUMERI DELLA SALUTE CARDIOVASCOLARE

In Campania nel 2020 sono stati registrati oltre 20.000 decessi provocati dalle malattie cardiovascolari. Queste patologie costituiscono oggi in Italia la prima causa di morte nell’adulto, con oltre 220.000 decessi ogni anno, di cui il 30% ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa. A livello globale, 1/3 delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno.

 

“Continuare a investire in prevenzione è fondamentale per ridurre l’incidenza di queste malattie e salvare molte vite, specialmente tra i pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare e devono seguire con attenzione il loro percorso di cura. In Campania – interviene Franco Guarnaccia, cardiologo e Presidente dell’Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali Regione Campania (ARCA) – è stato sviluppato un nuovo modello per la gestione dei pazienti con ipercolesterolemia, grazie a un accesso più rapido alle cure sul territorio per i pazienti che non raggiungono i target terapeutici e che devono mantenere sempre sotto controllo i livelli di colesterolo. È strategico un approccio integrato tra ospedale e territorio, i cui benefici sono stati dimostrati in uno studio[10] su oltre 3.000 pazienti. I risultati hanno mostrato un aumento significativo dei pazienti che raggiungono i target terapeutici, con il 90% dei pazienti ad alto rischio e il 60% di quelli a rischio molto alto che riescono a mantenere i livelli di colesterolo sotto controllo”.

 

“È ancora bassa la consapevolezza del rischio cardiovascolare da parte del cittadino e di quanto sia possibile fare nel concreto per prevenire le patologie o il loro aggravarsi. Una delle azioni possibili – continua Emanuela Folco, Presidente di Fondazione Italiana per il Cuore – è certamente promuovere comportamenti salutari di prevenzione e, laddove sia diagnosticata una condizione patologica, è fondamentale garantire l’aderenza sia agli stili di vita salutari che alle terapie mediche prescritte, senza interromperle o modificarle”.

 

“L’informazione, che tiene conto anche degli importanti risultati raggiunti dalla ricerca scientifica in materia di prevenzione e terapia deve costituire parte integrante del sistema di cura assicurato dal servizio sanitario nazionale e regionale.  Ogni iniziativa rivolta all’informazione della popolazione rappresenta un valore aggiunto per prevenire la malattia. Nell’ambito dello sviluppo della sanità territoriale – afferma Maria Rosaria Di Somma, Consigliere Delegato di AISC-APS – si conferma la necessità di mettere al centro la prevenzione con un ruolo di primo piano del medico di medicina generale, dello specialista ospedaliero, le istituzioni e la collaborazione del Terzo Settore”.

 

Fondamentale per il successo della riduzione del rischio cardiovascolare, anche il tema dell’aderenza e della persistenza alla terapia, i quali, insieme alla prossimità e alla territorialità, devono essere al centro del nuovo assetto della Sanità per affrontare le sfida della cronicità. Fattori imprescindibili che richiedono sforzi congiunti e partnership tra pubblico e privato per l’implementazione di nuovi percorsi assistenziali che mettano al centro i pazienti.

“Per le persone affette da ipercolesterolemia è fondamentale potersi rivolgere a un centro specializzato, dove grazie a un approccio sinergico e multidisciplinare nella gestione del paziente – conclude Chiara Gnocchi, Country Communication & Patient Engagement Head, Novartis Italia – si possa garantire una migliore presa in carico. Collaborazioni e campagne come questa diventano utili non solo per promuovere la corretta informazione, ma anche per ristabilire l’importanza di un corretto dialogo tra medico e paziente”.

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