Nuovo approccio alla cardiotocografia per limitare il ricorso al cesareo

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La cardiotocografia (CTG) è una metodologia di controllo della frequenza cardiaca del feto durante il travaglio di parto, eseguita contemporaneamente alla registrazione delle contrazioni dell’utero, per valutare eventuali rischi di sofferenza fetale, causati da deficit di ossigeno. In caso di sofferenza del feto, si può intervenire o limitando le contrazioni o accelerando la nascita con il parto cesareo.

Nata negli anni ’60 e adottata in tutto il mondo, questa metodologia si è dimostrata poco affidabile, se eseguita con la lettura tradizionale, in quanto è un test che fornisce molti falsi positivi.

Un approccio innovativo alla interpretazione del tracciato della cardiotocografia è al centro di un ciclo di incontri, che ha fatto tappa a Napoli, grazie all’Eutylia Academy, presso l’Hotel gli Dei, il 27 ottobre 2023, organizzato dai Responsabili scientifici il Prof. Tullio Ghi, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi di Parma, la Dott.ssa Stefania Fieni, Responsabile UOS Percorso Nascita, UOC Ostetricia e Ginecologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma ed il Dott. Edwin Chandraharan, Basildon-UK Director, Global Academy of Medical Education and Training Ltd.

La nuova lettura della CTG è stata proposta negli ultimi 10 anni dal gruppo del St George’s Hospital di Londra ed ha portato, di recente, alla produzione di Linee Guida Internazionali dedicate, basate sulla Fisiologia del feto. Sono pochi i centri al mondo che hanno adottato questo metodo, riscontrando una riduzione dei parti con taglio cesareo, senza maggiori rischi per il nascituro, in Italia solo la Clinica Ostetrica di Parma, che è passata dal 30% di parti cesarei nel 2017 al 15% nel 2022, con una contemporanea riduzione dei bimbi nati con encefalopatia ipossico-ischemica intrapartum.

 

Obiettivo del corso è la diffusione di questa metodica sia a livello nazionale, che nel resto d’Europa, per migliorare l’assistenza in sala parto e ridurre i parti cesarei non necessari, a favore dei parti naturali, senza rischi per il neonato.

Il nuovo metodo si basa su un modo nuovo di valutare il benessere del feto in sala parto, sulle risposte del bimbo alle contrazioni attraverso una lettura non morfologica, ma fisiopatologica, superando alcuni limiti della lettura più tradizionale della cardiotocografia. Applicando i concetti di fisiologia fetale, si riesce a comprendere il tipo di stress cui è esposto il feto, la modalità con cui sta rispondendo, l’evoluzione probabile del suo stato di compenso fino al momento della nascita e identificare i reali casi di sofferenza fetale, limitando i falsi positivi e, quindi, i tagli cesarei non necessari.

 

Per applicare questo nuovo metodo servono conoscenza, studio ed esperienza”, afferma il Prof. Tullio Ghi, Presidente del corso. “Con questi incontri, vogliamo accrescere la sicurezza di specialisti ed ostetriche che lavorano quotidianamente in sala parto e sono esposti ai dubbi, alle ansie, allo stress su come valutare un tracciato, come classificarlo e come e quando intervenire, prendendo decisioni cliniche cruciali nella gestione del parto, da cui dipendono il futuro di un bambino e della sua famiglia”.

 

Siamo orgogliosi di aver portato a Napoli questo workshop che si presenta innovativo non solo nei contenuti, ma anche nella sua organizzazione”, conclude il dott. Vito Esposito, Amministratore Delegato Eutylia. “Alla parte teorico descrittiva, è stata affiancata una presentazione interattiva di casi clinici, con la simulazione di ciò che avviene durante il travaglio, l’analisi delle caratteristiche del tracciato e il tipo di evento lesivo cui è esposto il feto, la modalità con cui sta rispondendo, l’evoluzione probabile del suo stato di compenso e la previsione dell’esito finale”.

Dai primi di dicembre, sarà disponibile il manuale dal titolo “La lettura fisiopatologica della cardiotocografia intrapartum”, autori Tullio Ghi, Stefania Fieni e Salvatore Politi.

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