SUB TERRA L’Impronta dell’Acqua Il Lapis Museum e l’associazione di artiste ceramiste Pandora insieme per una mostra unica nel suo genere

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Si inaugura giovedì 7 dicembre 2023 alle ore 18 presso il Museo dell’Acqua di Napoli nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta la mostra SUB TERRA organizzata dall’associazione culturale Pietrasanta ETS insieme con l’ APS Pandora artiste ceramiste di Cava de’ Tirreni.

Si tratta di un originale e suggestivo percorso espositivo, costituito da opere di ceramica realizzate da tredici artiste e due artisti italiani e stranieri, ispirate al mondo vegetale e animale, in un ideale connubio tra la natura e l’arte testimoniato dalla sede della mostra, il Lapis Museum-Museo dell’Acqua di Napoli, il primo, grande museo dell’acqua del Sud Italia entrato a far parte della Global Network of Water Museums, la rete Unesco dei Musei dell’Acqua nel mondo.

In esposizione saranno opere delle artiste iraniane Dorna Abyak, Niyaz Azadikhah, Shohreh Haghighi, Kazhal Fakhri, della sud coreana Hyun Kyung Yoon, della francese Lise Jégat Zambelli e delle italiane Karin Putsch-Grassi, Lucia Vecchiarelli, Mirta Morigi, Paola Raimondini, Robbie Mazzaro, Martina Buzio e Deborah Ciolli. Due gli artisti ceramisti maschi: Ehsan Shayegh (Iran) e Antonio Vestita (Italia).

SUB TERRA L’Impronta dell’Acqua è una mostra tra tradizione e contemporaneità, dove le opere testimoniano momenti di vita quotidiana e di sofferenza passata di cui è segnato il Lapis Museum, che nel sottosuolo racconta la storia del cuore di Napoli, a partire dalle antiche cisterne utilizzate dai greci nel IV secolo per edificare la città e poi successivamente sfruttate come acquedotto, fino ai rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale ricostruiti con il supporto di videoinstallazioni.

In questo contesto così suggestivo, la mostra consente alle opere d’integrarsi naturalmente con gli elementi stratificati, contribuendo, nel contempo, a porre l’attenzione alle nuove priorità del millennio come quella della tutela dell’acqua quale bene comune e fondamentale per l’umanità.

Opere dalle forme semplici, versatili e funzionali, dalle bicromie naturali esaltano la bellezza del luogo, a simboleggiare una materia ancora capace di rigenerarsi nonostante la devastazione umana, emozionare e ricostruire un nuovo paesaggio sotterraneo di travolgente bellezza.

«È una corrispondenza di storia, arte e sentimenti quella che unisce il Lapis Museum/Museo dell’ Acqua di Napoli alla mostra Sub Terra organizzata in collaborazione con l’ associazione Pandora», commenta il presidente dell’associazione Pietrasanta ETS Raffaele Iovine. «Una corrispondenza che nasce dalla volontà comune di valorizzare lo straordinario patrimonio culturale che questo luogo rappresenta, insieme con la tutela e la spinta alla conoscenza della risorsa acqua che è mission imprescindibile del nostro Museo, entrato a far parte della Rete mondiale dei Musei dell’Acqua dell’ Unesco».

«Il percorso espositivo – spiega la presidente dell’associazione Pandora Anna Rita Fasano – è legato sì alla contemporaneità, nell’arte, nella cultura e nell’artigianato della ceramica ma hanno anche lo scopo di saper interpretare e sensibilizzare il visitatore sulla importante tematica dell’emergenza sociale ed ecologica, che richiede come priorità la cura del Pianeta. Lo stimolo creativo proposto, ben recepito nelle mostre personali esposte, veicola un’esperienza emotiva, sollecitando ad una riflessione in merito all’importanza di tutelare la nostra Madre Terra e la sua infinita ricchezza».

«Il vissuto carico di dignità degli ambienti del Lapis Museum diventa da solo regista e narratore che umilmente ma potentemente, suggerisce alle opere come mettere in scena la propria parte, come mostrare se stesse» commenta il progettista della mostra, l’architetto Mauro Improta. «La mostra vuole essere un percorso fluido lungo un cammino corale dove, schiacciati tra l’incombente massa della terra, a cui l’acqua ha saputo adattarsi, e l’impronta che essa stessa le ha impresso, ci viene indicata una strada comune, superando piccole infinite distanze, rispondendo così alle nostre domande  e riverberandone altre».

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