PICCOLA CITTÀ TEATRO
presenta
ALDIQUALDILÀ
tre maschere dell’aldiqua nell’aldilà dantesco
un’originale commistione
tra la Commedia dell’Arte e la Divina Commedia di Dante Alighieri
nel settecentenario della morte del Sommo Poeta
ANTEPRIMA NAZIONALE
sabato 31 luglio 2021 | ore 21.30
all’interno della programmazione dell’Arena Spartacus Festival
ANFITEATRO CAMPANO
Santa Maria Capua Vetere (Caserta)
Sabato 31 luglio 2021, alle 21.30, nello splendido scenario dell’Anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) (il più grande anfiteatro d’Italia dopo il Colosseo di Roma), all’interno del Festival Arena Spartacus, va in scena, in anteprima nazionale, lo spettacolo Aldiqualdilà – Tre maschere dell’adiqua nell’aldilà dantesco – da un’idea di Dario Menee, Giuseppe Pestillo ed Ettore Nigro che firma il testo con Giovanni Del Prete a cui è affidata anche la regia –, un’originale commistione tra la Commedia dell’Arte e la Divina Commedia di Dante Alighieri, nel settecentenario della morte del Sommo Poeta.
Arlecchino, Capitano e Pulcinella (interpretate da Antonio Vitale, Ettore Nigro e Gaetano Franzese) intraprendono un viaggio nell’aldilà, nella vana ricerca di un santo in paradiso a cui votarsi per trovare un posto (o una forma di sopravvivenza) nell’aldiqua. Seguendo le orme di Dante Alighieri attraversano l’Inferno e il Purgatorio, per giungere infine in un Paradiso vuoto dove, al cospetto della luce di Dio, si spoglieranno di qualsiasi maschera. Ad accompgnare i tre buffi eroi nel lungo viaggio, una figura femminile misterica e simbolica (interpretata da Anna Bocchino).
Lo spettacolo si avvale di due artisti visivi che, insieme, fondono tradizione e modernità: il pittore metafisico e surrealista di fama internazionale Ciro Palumbo, le cui opere sono presenti nelle maggiori gallerie d’arte d’Europa; e il videomapper Alessandro Papa, anche docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La tecnica del videomapping, poi, consente non solo un allestimento agile e adattabile a qualsiasi spazio, ma di mantenere la tradizionale e tipica struttura “a scenari” della Commedia e il travestimento dei commedianti.
«I tipi fissi della Commedia dell’Arte vengono riportati all’inizio dello spettacolo in maniera purista, rispettandone la specificità storica e popolare – dichiara Arduino Speranza, attore e insegnante di teatro in numerose accademie –. Partendo da questo si arriva a una fisicità quasi beckettiana, attraverso la destrutturazione e trasformazione delle maschere stesse, rispettandone il percorso storico come avviene per Pulcinella-Sciosciammocca. Le maschere vivono in scena una vita fatta di sospensioni, che rimanda a un’altra epoca, ritrovando la loro parte romantica e poetica, senza mai dimenticare da dove vengono e quanto sia importante la comicità e il sorriso di chi le guarda».
I costumi sono a firma di Anna Zuccarini, le scene di Filippo Stasi e Francesco Bellella, le maschere di Renzo Sindoca e le musiche originali di Tommy Grieco.
Note di regia
«Lo spettacolo accosta il linguaggio della Commedia dell’Arte, convenzionale e teatrale, a quello della Divina Commedia, lingua-musica esoterica e di trasformazione. Le maschere di Pulcinella, Arlecchino e Capitano, sono intese qui come persone possedute, e non attori consapevoli; traducono tutto in qualcosa di concreto e tangibile, secondo la loro psiché. La loro ricerca di un posto equivale senza dubbio ad una collocazione lavorativa, ma anche personale e misterica; i nostri buffi eroi risultano anacronistici, decontestualizzati, fuori posto, e immaginano che solo un “santo in paradiso” potrà, con un miracolo/raccomandazione, collocarli nuovamente.
I tre si muovono nelle stesse atmosfere del viaggio dantesco, archetipo facilmente riconoscibile, e immediatamente teatralizzabile. L’inferno, il purgatorio e il paradiso che visitano sono dei mondi mentali in cui si perdono e si ritrovano ogni volta girando su se stessi. Il viaggio terminerà in una catarsi finale sospesa: cercano un posto e trovano qualcosa di più profondo. Il discorso sull’uomo si compie, come si compie anche il discorso sul piano attoriale, guidati dalla donna, l’Attrice, l’unica che vive in modo sano l’identità attoriale. L’Attrice diventa il principio germinativo di vita e di morte, riesce con serenità ad entrare e a uscire senza aver paura di rinascere/morire o perdere il ruolo e il posto. La donna, in questo modo, diventa l’Arte stessa, l’unica che riconosce e indica la vera strada, quella senza veli e senza maschere»
Giovanni Del Prete
Credits
da un’idea di Dario Menee, Ettore Nigro e Giuseppe Pestillo
testo di Giovanni Del Prete e Ettore Nigro
con Anna Bocchino, Gaetano Franzese, Ettore Nigro e Antonio Vitale
scene e dipinti Ciro Palumbo
musiche originali Tommy Grieco
videomapping Alessandro Papa
segreteria organizzativa Viola Forestiero
supervisione Commedia dell’Arte Arduino Speranza
regia Giovanni Del Prete
Data
31 luglio 2021, ore 21.30
Luogo
Anfiteatro Campano – Arena Spartacus – Santa Maria Capua Vetere (CE)
Biglietto
Intero €15,00
Riduzioni insegnanti 12,00 euro
Ridotto €10,00 (dai 4 ai 12 anni)
Gratis fino ai 4 anni
– Per chiamare e prenotare il posto: 3270148209 o 3295998042
– È possibile prenotare direttamente dal sito www.ildemiurgo.it
– Anche pagamento in loco
Lo spettacolo è inserito all’interno del festival Arena Spartacus | direzione artistica Donato Cutolo | www.arenaspartacus.it