Una prima assoluta, domani, al Campania Teatro Festival, con lo spettacolo ‘Circus Don Chisciotte’ di Ruggero Cappuccio – che del festival è il direttore artistico – con la regia di Antonio Latella, rappresentato al teatro Mercadante di Napoli e replicato anche mercoledì, nella stessa sala. Lo spettacolo, interpretato da Marco Cacciola e Michelangelo Dalisi, ha ispirato anche l’immagine del festival, firmata dall’artista Mimmo Paladino. “Se il tempo non esistesse? Se il tempo fosse solo un’invenzione degli uomini per accettare la parola fine?”, ci si chiede nelle note di regia.
Due uomini fuggono da loro stessi per incontrare un altro sé, nei luoghi della mente, nei luoghi abitati solo dalla parola e dalla lingua. “Non ci sono un servo e un padrone, non ci sono un intellettuale e un uomo del popolo, c’è un solo uomo che sa essere entrambi gli uomini, entrambe le possibilità che la vita ha dato: una attraverso la letteratura che si fa vita, l’altra attraverso la vita che si fa letteratura – osserva Antonio Latella – Essere colti ed essere meravigliosamente ignoranti sono due lati della stessa medaglia”.
Così, due esistenze si incontrano in una discarica, “dove la discarica può essere solo una grande metafora di quel posto che sta prima dell’inizio di quella ‘divina commedia’ che è la vita stessa, un posto dove la speranza viene lasciata, perché sperare non ha più senso”. Per Antonio Latella, “il più grande dono che ci è stato dato è la parola, della parola noi abbiamo fatto il nostro eterno viaggiare. Ogni lettera dell’alfabeto è una stazione del nostro stare al mondo”. Anche perché, come dice Don Chisciotte nel testo di Ruggero Cappuccio evocato a partire già dal titolo, “un libro si scrive ogni volta da capo, quando da capo si rilegge con amore”.
La serata teatrale seguente, proposta dal cartellone del ‘Campania Festival’, si sposterà poi come ambientazione in Francia, posta davanti alla memoria di un uomo, che è stato il suo imperatore, che ne ha segnato profondamente la storia nazionale e l’influenza geopolitica nell’Europa intera a cavallo tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, con riflessi anche sul mondo contemporaneo. E’ lo scenario in cui si muove ‘Napoleone – La morte di un Dio’, opera scritta e diretta da Davide Sacco, che vedrà come protagonista Lino Guanciale, in prima assoluta mercoledì al teatro Politeama di Napoli.
La lettura di un diario assume la dimensione del saggio storico, nella ispirazione del lavoro drammaturgico di Davide Sacco, che ha già diretto Lino Guanciale affiancato da Francesco Montanari nel suo ‘Uomo più crudele del mondo’ per la stagione teatrale appena trascorsa. La vicenda è ambientata a Parigi nella giornata del 15 dicembre 1840: sono passati vent’anni dalla morte di Napoleone, ma solo in questa freddissima giornata d’inverno viene concesso alle sue spoglie di tornare in patria e di essere tumulate nella chiesa de Les Invalides. E tra la folla accorsa ad assistere al funerale, c’è anche un giovane Victor Hugo, che dalla cronaca trarrà un vero e proprio saggio.
Partendo dalle parole del letterato, il regista Davide Sacco affronta il tema della morte dei padri, scrivendo e riscrivendo con Victor Hugo un testo su ciò che accomuna gli uomini nel momento della perdita. “Costruiamo un percorso polifonico sull’assenza degli eroi, delle divinità, dei padri – spiega l’autore nelle note di regia – L’attore interpreta un figlio che ha perso il padre: forse Napoleone, forse un Dio, forse solo un uomo… Un percorso parallelo tra la costruzione del dolore e chi lo prova veramente, tra la messa in scena del soffrire e chi soffre”. (AdnKronos)