“I fazzoletti di tutti gli addii” è l’ultimo spettacolo della rassegna di Casa del Contemporaneo “Anteprime di stagione” ed è in scena il 25 e 27 ottobre in Sala Assoli.
Un’ode poetica per attori e danzatori, “I fazzoletti di tutti gli addii – scrive nella presentazione del lavoro Antonello Cossia – è un progetto che nasce dall’urgenza e dalla necessità di provare a raccontare l’amore per la vita, per le persone, per le cose che ci circondano. Un amore semplice, diretto, immediato, non scontato o obbligato, naturale e non forzato, onesto e non formale.
Una tensione questa, generata dall’azione del guardarsi intorno e verificare dal proprio punto di vista che questa modalità di relazione è andata smarrita, si è persa, non si riesce facilmente a riscontrarla, a causa di una smisurata concentrazione su sé stessi, sui propri egoismi e tornaconti personali, che richiedono di conseguenza l’immediato soddisfacimento, generando a propria volta, cinismo e aggressività che annullano e distruggono qualsiasi possibilità di sviluppo armonico ed egualitario interno alla comunità umana”.
Note
“L’amore è la vita, è la cosa principale. Dall’amore si dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto. L’amore è il cuore di tutte le cose… Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona non può non manifestarsi in ogni cosa.
Senza di te (non senza di te “nella lontananza”, interiormente senza di te) io cesso di agire.”
“Niente cancellerà via l’amore,
nè i litigi
nè i chilometri.
E’ meditato,
provato,
controllato.
Alzando solennemente i versi, dita di righe,
lo giuro:
amo
d’un amore immutabile e fedele.
Versi composti dal poeta Vladimir Majakovskij, tra il 1923 e il 1930.
Versi che faranno da guida, insieme ad alcune liriche di Fernando Pessoa, dedicate alla ‘notte’, miscelati ed uniti alla musica ed al gesto, nella costruzione del mosaico che comporrà questa creazione, articolata attraverso la modalità della scrittura scenica.
Non vi è un testo o una partitura coreografica pre-esistente che si metterà in scena, esistono elementi precisi e fondati da cui si prende avvio, per esplorare, ricercare e fermare nell’istante dell’atto teatrale, grazie a un processo di improvvisazione ed elaborazione, una materia viva, vitale, ricca di un personale vissuto, di una esperienza singola, di un pensiero per sua natura unico: quelli variegati del regista, dei danzatori-attori, del musicista.
Il luogo prescelto e identificato come immediatamente teatrale, è quello di una stanza, intesa come spazio e non come arredo, che non nasconde, protegge o esclude dai pericoli, non viene vissuta in senso ‘pinteriano’, non esiste il fuori e il dentro, ma essa stessa è contenitore in cui tutto accade, comincia e finisce.
Trasformandosi, naturalmente, in una stanza che allo stesso tempo è universo privato e mondo pubblico.
In scena tre persone, due uomini ed una donna.
Si relazionano tra loro grazie ad un rimando continuo di attrazione, repulsione, seduzione, rifiuto, senza identificare uno scambio di genere sessuale ben delineato, unico e scontato, ma aprendo continuamente i propri sensi a tutto ciò che in contatto con l’altro si arricchisce e si amplia attraverso l’esperienza fisica.
Il corpo come strumento che per primo affronta il mondo.
L’anima e lo spirito per assorbire ciò che i sensi recepiscono per trasformarlo in energia vitale, in amore verso l’altro, chiunque esso sia, non per una grazia divina ricevuta, ma per la propensione dell’uomo, costantemente negata, di trovarsi in simbiosi con l’altro, con l’altra.
Le parole per suggerire e suggestionare, il movimento per trasmettere in maniera immediata.
La poesia, la musica, la danza come grammatica in comune con lo spettatore, con l’intento di una comunicazione ed una condivisione chiara, diretta, senza rimandi, senza intellettualismi, qui, ora, insieme, nel rito comunitario del teatro.
Ho accettato subito l’invito di produzione da parte dell’associazione Korper, rivoltomi da Gennaro Cimmino, per questo progetto da inserire nella prossima stagione della Sala Assoli.
Mi è sembrata una bella occasione per tornare su qualcosa, su un discorso artistico, su una modalità troppo bruscamente interrotta da interessi economici, politici, gestionali interni al teatro attuale, che insegue chimere di modernità, attribuendo fondi e potere a chi invece non fa altro che alimentare la propria vanità, producendo spettacoli pomposi, tronfi, elefantiaci, ‘civili’, che altro non fanno che stordire, strabiliare, aggredire il pubblico, sottomettere lo spettatore, invece di suggerirgli al cuore e all’orecchio un alito di emozione.
Mi fa piacere misurarmi in questo intento e spero di riuscire nel dettato del maestro Peter Brook che identifica l’accadimento del teatro nella presenza di due fondamentali entità umane: “qualcuno che attraversa uno spazio ed un altro che guarda, a questo atto daremo il nome di teatro, in un fluire simile a quello che teatro non è, ma lo alimenta – la vita.”
Si ringraziano Paola Carbone, Raffaele Di Florio e Giusi Langella
Rassegna “Anteprime di stagione”
venerdì 25 ottobre ore 20:30
domenica 27 ottobre ore 18
I FAZZOLETTI DI TUTTI GLI ADDII
ideazione e regia Antonello Cossia
con Sibilla Celesia, Antonello Cossia, Nello Giglio, musiche Riccardo Veno,
costumi Concetta Iannelli
produzione Körper a cura di Gennaro Cimmino in collaborazione con Associazione culturale AltroSguardo
Si ringraziano Paola Carbone, Raffaele Di Florio e Giusi Langella
Biglietti
18€ intero
15 ridotto C. laFeltrinelli / enti convenzionati
10€ ridotto under 35/over 65 studenti
Sala Assoli
Vico Lungo Teatro Nuovo 110
>>> Info e prenotazioni 345 4679142 <<<
È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli presso il botteghino di Sala Assoli a partire da novanta minuti prima dell’inizio dello spettacolo, presso i punti vendita Etes e online su www.etes.it
Informazioni e biglietteria:
Sala Assoli – Vico Lungo Teatro Nuovo 110
tel. 3454679142
info@casadelcontemporaneo.it
Come raggiungerci: Metropolitana linea 1 – Fermata Toledo