Il Don Giovanni di Molière nell’adattamento di Antonio Piccolo sabato 1 e domenica 2 al Teatro De Filippo di Arzano.

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Il teatro Eduardo De Filippo di Arzano si pone come luogo di riferimento culturale per l’area
nord della provincia di Napoli: un teatro inclusivo sia dal punto di vista sociale ed economico che artistico.

Nel 2014, quando è iniziata la direzione artistica di Roberta Straviano, Luca De Filippo venne a
inaugurarlo di persona: «Inaugurare un teatro è sempre una gioia – dichiarò sul palco al termine della commedia Sogno di una notte di mezza sbornia – è un bel teatro e vale la pena riempirlo, stare tutti insieme, una volta ridendo e un’altra volta riflettendo un po’ in più. Il teatro è un luogo straordinario in cui si scambiano le idee dal vivo. Grazie per averlo intitolato a Eduardo».

Per la stagione teatrale 2022/2023, accanto al cartellone principale – che vede, tra gli altri, la
presenza di Peppe Barra, Carlo Buccirosso, Paolo Caiazzo, Francesco Paolantoni, Biagio Izzo,
Sal Da Vinci, oltre alla rassegna di danza e di “teatro in famiglia” – il teatro De Filippo ha deciso di affiancare per la prima volta una rassegna di teatro d’innovazione, con la direzione artistica di Ettore Nigro e la collaborazione di Piccola Città Teatro, dal titolo Tracce Dinamiche.
Spettacoli, dunque, che incarnano, ciascuno a proprio modo, il dinamico evolvere del teatro verso forme di espressione moderne, in dialogo con il presente e il futuro.

A inaugurare il cartellone d’innovazione del teatro De Filippo, sabato 1 e domenica 2 ottobre 2022 (sabato ore 20:45 – domenica ore 18), Don Giovanni. Del limite e della finzione, tratto dall’opera omonima di Molière nell’adattamento di Antonio Piccolo e la regia di Mario Autore, entrambi interpreti insieme con Anna Bocchino, Ettore Nigro, Federica Pirone. Autore firma anche le musiche.

Il prossimo appuntamento, venerdì 4 novembre 2022, è con Muratori, di Edoardo Erba, regia
Peppe Miale, con Massimo de Matteo, Francesco Procopio, Angela De Matteo.

Mancanza del limite e necessità della finzione . Sono questi i due grandi temi che emergono nel provare a mettere in piedi una versione contemporanea di Don Giovanni. Innanzitutto il mondo che vive Don Giovanni sembra un mondo liminale, una terra di confine. Da un lato il mondo conosciuto e dall’altro l’ignoto, l’imperscrutabile regno del divino, de le ciel che mai si palesa. Il regista ha, dunque, immaginato lo spazio come diviso in due settori: al centro il mondo conosciuto e tutto intorno l’abisso dell’ignoto.

Il protagonista non può uscire dalla finitezza del suo mondo eppure è tragicamente attratto dalla buia periferia della scena, abitata dai personaggi metafisici del fantasma e della statua, sempre accompagnato dal fedele Sganarello. Questo non è un servo e basta. Costituisce con Don Giovanni una diade indissolubile, le due facce della medaglia della relazione servo – padrone. Il primo nonvuole assumersi alcuna responsabilità e vive felicemente il fatto di avere qualcuno che decida sempre in propria vece. L’altro, al contrario, non sopporta alcun limite e non vuole nessuno al di sopra di lui.

Gli Altri , nella messinscena firmata da Autore – interpretati tutti da un solo attore che è anche il musicista che esegue le musiche dal vivo, nonché il demiurgo dello spazio scenico – hanno il
compito di predisporre e allestire la scena affinché le azioni di Don Giovanni possano raggiungere il loro scopo, ma si configurano tutti come inciampi. Il protagonista è così bloccato in un funzionamento ripetitivo nei confronti delle donne: seduce e passa alla prossima, seduce e passa alla prossima.

Il regista immagina che lui abbia davanti agli occhi – a livello di fantasma – sempre la stessa donna come oggetto del desiderio e sempre la stessa donna come scarto. Per questa ragione i personaggi femminili vengono interpretati da due sole donne , che rendono visibile la ripetizione eterna di Don Giovanni che vede nel diverso sempre lo stesso .

« La madre è la mia visione nera di padre – dichiara Autore – Se, come ci hanno detto, nel
novecento “il padre è evaporato”, non c’è oggi padre che tenga. E se Don Giovanni sbeffeggia Dio figuriamoci in che considerazione può tenere il padre terreno. Mi sembrava questo personaggio molto debole e rispondente più a modelli socio-culturali dell’epoca, che ad esigenze
drammaturgiche. Ma se Don Giovanni è “venuto su così male”, se i suoi rapporti con il genere
femminile sono così devastanti, certamente ci sarà un legame interessante con la madre da
indagare. Ho provato allora a immaginare la madre come una madre padrona. La immagino come una suora nera che succhia la linfa vitale del figlio legando la sua approvazione per lei al suo comportamento, laddove sappiamo bene che l’amore materno dovrebbe essere incondizionato. O no? Vedo in questo rovesciamento originario della relazione d’amore materno l’origine del dramma di Don Giovanni e dei nostri tempi privati di un sano e vitale limite imposto da un maschile funzionante.

Penso dunque sia necessario chiarire, a scanso di equivoci, la dimensione metateatrale e
profondamente rappresentativa dell’operazione. Un gruppo di attori che dà inizio a uno spettacolo che parla – anche – della finzione. In questo modo si crea una ulteriore sovrapposizione tra la coppia attori/personaggi e le coppie reale/metafisico e verità/finzione».

tratto da Dom Juan ou le Festin de Pierre di Molière
traduzione e adattamento Antonio Piccolo
scene Filippo Stasi
costumi Federica Del Gaudio
regia e musiche Mario Autore
con Mario Autore, Anna Bocchino, Ettore Nigro, Antonio Piccolo, Federica Pirone

Prossimi spettacoli
venerdì 4 novembre
Muratori
compagnia E.T.C. VESUVIOTEATRO
di Edoardo Erba
regia Peppe Miale
con Massimo de Matteo, Francesco Procopio, Angela De Matteo

sabato 12 novembre
Come una bestia
compagnia BARACCA DEI BUFFONI
liberamente tratto da Sei una bestia Viskovitz
di Alessandro Boffa
regia Orazio De Rosa
con Antonio Perna

venerdì 18 novembre
De(ath)livery
compagnia CERCAMOND
scritto e diretto da Andrea Cioffi
selezione premio scenario

mercoledi 23 e giovedì 24 novembre
Freak show
compagnia COMPAGNIA MASNADIERI
di Massimo Roberto Beato
regia Jacopo Bezzi

giovedì 29 dicembre
Aldiqualdilà. Tre maschere dell’aldiqua nell’aldilà dantesco
ideato da Ettore Nigro e Dario Tamiazzo
compagnia PICCOLA CITTÁ TEATRO
di Giovanni Del Prete ed Ettore Nigro
regia Giovanni Del Prete
con Anna Bocchino, Gaetano Franzese, Ettore Nigro, Antonio Vitale

Info
Gli abbonamenti sono acquistabili presso il botteghino del teatro in via Verdi 25, Arzano (Napoli):
abbonamento 5 spettacoli – prezzo 80 euro;
pagina facebook Tracce Dinamiche Teatro Eduardo De Filippo;
vendita online dei biglietti per i singoli spettacoli sul sito www.etes.it
Contattare il botteghino ai seguenti numeri 0810140898 o 3389007997 e alla mail
botteghino@teatroeduardodefilippo.it (anche tramite messaggi whatsapp, dal lunedì al venerdì
dalle 10:30 alle 13 e il sabato dalle 10:30 alle 13) e consultare il sito www.teatroeduardo.it

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