La misteriosa fiamma della Regina Loana, sabato 22 e domenica 23 a Villa Campolieto per il Festival delle Ville Vesuviane

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Straordinario appuntamento all’interno del cartellone del Festival delle Ville Vesuviane 2023: il 22 e il 23 luglio nella ESEDRA DELLA VILLA CAMPOLIETO, alle ore 21,00, andrà in scena “La misteriosa fiamma della Regina Loana”, primo adattamento assoluto per il palcoscenico del romanzo di Umberto Eco prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo con Taormina Arte e Teatro dei 99.

La misteriosa fiamma della Regina Loana è tratto dal romanzo pubblicato nel 2004 da Umberto Eco per i tipi di Bompiani, l’adattamento è di Giuseppe Dipasquale che ne cura anche la regia, le musiche originali sono di Giorgio Conte.

In scena Ninni Bruschetta (Giambattista Bodoni, detto Yambo), Viola Graziosi (Paola, moglie di Yambo), Antonello Angiolillo (Gianni Laivelli, poi anche Gragnola e Ming), Cesare Biondolillo (Il dottor Gratarolo, poi anche Il Duce e Flash Gordon), Giulia Di Quilio (Sibilla, poi anche Lila e Regina Loana), Edilge Di Stefano (Nicoletta, figlia di Yambo, poi anche Josephine Baker), Chiara Catalano (Carla, figlia di Yambo, poi anche Dale Arden), Gabriella Casali (Amalia, governante della casa di Solara, poi anche Mary Poppins).

 

“Un sogno di sempre quello di vedere trasformare La misteriosa fiamma della Regina Loana, questo straordinario romanzo di Umberto Eco, in quello che già è nella sua essenza: uno spettacolo – dice Pietrangelo Buttafuoco Presidente del TSA. che ha voluto fortemente l’allestimento – Una commedia al meglio dell’arte propria del varietà, una partitura di puro paroliberismo e musica, un canovaccio spiritoso, soave ed elegantemente erudito com’è proprio del genio di Eco. E solo il TSA, nel solco dei suoi grandissimi, da Carmelo Bene a Gigi Proietti, oggi con Giorgio Pasotti, poteva farsi carico di questo progetto. Lo spettatore godrà delle musiche di uno straordinario Giorgio Conte che, da par suo, conterraneo di Eco, ne ha saputo restituire l’atmosfera pop e spiritosa. E godrà di un cast di artisti, versatili nel canto e nell’arte antica del dramma – diretti dal maestro Giuseppe Dipasquale – tutti entusiasti di un così inaspettato titolo di un autore tra i sommi, e tra i più popolari, della letteratura universale contemporanea.”

 

“La frastagliata rete di percorsi, eruditi ed esperienziali, che permettono al protagonista della vicenda, Giambattista Bodoni detto dagli amici Yambo, di tentare di ritrovare il senso delle cose dopo una memoria perduta a causa di un incidente che lo aveva bloccato in una specie di coma per svariato tempo, sono clusters adatti, a prima vista, ad un lettore non immediato anziché a quello immediato qual è lo spettatore teatrale – scrive il regista Giuseppe Dipasquale.

Eppure, proprio il dedalo non risolutivo che contiene la vicenda di Yambo e dei personaggi collegati alla sua vita, offre una chiave per affrontare con la precisa parola di Eco, la sua tolleranza semantica e la sua voglia di giuoco letterario, un tentativo che attraverso una drammaturgia di genere conduca alla messinscena teatrale della vicenda stessa. Yambo è un intellettuale cui l’autore Umberto Eco concede il privilegio letterario di assistere alla propria dissoluzione mnemonica, pertanto alla propria identità e dunque alla cancellazione ex abrupto dell’universo degli affetti che rendono la vita di un uomo riconoscibile per se stesso.

 

La misteriosa fiamma della Regina Loana è un viaggio nell’assenza: di memoria, di relazione, di identità, di consapevolezza dell’essere e di coscienza di vita. Tuttavia questa mancanza, questa Melanconia, è vissuta come un gioco di costellazioni erudite, una doppia vita di Yambo, quella della memoria semantica, che dovrebbe metterlo in connessione con la memoria episodica dove si sarebbero conservate i frame del suo vissuto, ma di cui egli sembra non serbare alcuna traccia. Il senso che la lettura del romanzo trasmette assomiglia alla possibilità di guardare il protagonista che guarda se stesso dall’esterno di una stanza dove un altro se stesso, diremmo quello vero, è rimasto rinchiuso, e scoprire di volta in volta che dalle finestre di quella stanza egli possa intravedere chi era, cosa faceva, cosa amava o detestava come e cosa vivesse.

Ma c’è un gioco forte dietro questa tessitura colta di incastri, ed è il gioco di una mappatura fumettistica e musicale ad un tempo. Il gioco è la scelta di un possibile linguaggio scenico che emerge dalla possibilità popolare del suo utilizzo e della sua destinazione ad un vasto pubblico come quello teatrale”.

 

La storia è divisa in tre parti: Il risveglio dal primo coma; il ritorno nella casa di Solara; il secondo coma e il suo immaginario risveglio, ma raccolto in due atti.

La struttura ciclica aiuta molto il progetto drammaturgico. Dobbiamo infatti immaginare il personaggio di Yambo con una coscienza straniata teatralmente: egli vive la vicenda del racconto, ma allo stesso tempo la vede vivere e la racconta anche a noi pubblico. Viene utilizzato il tipico strumento di straniamento in uso nelle drammaturgie musicali che procedono dagli esempi di Brecht/Weill al musical americano più vicini a noi come All That Jazz o Chicago, fino al teatro di rivista da Wanda Osiris a Garinei e Giovannini.

La struttura drammaturgica è costruita su prosa, canzoni, musica e balletto e i personaggi parlano, cantano e ballano sul filo della storia.

 

L’opera letteraria è pubblicata da Giunti Editore S.p.A. / Bompiani.

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