Martedì 9 luglio prosegue la programmazione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio, che prevede in prima nazionale alle ore 21 al Teatro Trianon-Viviani Les Italiens, un progetto di Massimo Furlan, con la drammaturgia di Claire De Ribaupierre, in scena Miro Caltagirone, Giuseppe Capuzzi, Alexia Casciaro, Nadine Fuchs, Vincenzo Di Marco, Silvano Nicoletti, Francesco Panese, Luigi Raimondi. Sempre alle 21 al Teatro Sannazaro, in prima assoluta Bartleby lo scrivano, testo liberamente ispirato al racconto di Herman Melville di Francesco Niccolini, regia Emanuele Gamba, con Leo Gullotta, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. Il lavoro recupera ricordi di tre figli di italiani immigrati negli anni ’50 e ’60; le loro origini, le regioni di provenienza, i costumi, le lingue e la cucina erano diversi, ma quando arrivavano in Svizzera, erano per tutti “gli italiani” (replica il 10 luglio ore 21).
Alle 19 alla Galleria Toledo, per la sezione Osservatorio, debutta Il principe e la luna, con Giuseppe Cerrone e Melissa Di Genova, progetto, musiche originali e regia Mario Autore. Il racconto scenico vede protagonista Louìs, che trascorre il suo tempo nel testardo tentativo di raggiungere la luna. Puntualmente fallisce, ma la sua aspirazione lo induce a ritentare ogni volta. L’incontro con una ragazzina di nome Lea spinge lo strampalato inventore a ripercorrere la storia dei suoi tentativi.
Dalle 18 alle 22 presso l’Associazione culturale Tribunali 138, continua il progetto La rivoluzione dei libri, con Come va a pezzi il tempo di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele, spettacolo per 6 spettatori alla volta (prenotazione obbligatoria), che vengono condotti in una casa che da poco è disabitata, attraversando le stanze e nello stesso tempo le vite di chi le ha abitate, diventando testimani discreti dell’eco di un passato (replica il 10 luglio).
Ancora per la sezione Progetti speciali, al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale ore 21 debutta Sala d’attesa – The waiting room, regia di Ettore De Lorenzo, che ne è anche autore insieme a Flavio Baldes, con Ettore De Lorenzo, Flavio Baldes, Andrea Baldes, Ugo Gangheri, Ernesto Nobili, Giosi Cincotti, Machi Di Pace. Quattro serate che corrispondono ad altrettante sale d’attesa. In ognuna prende forma da un intreccio di voci una trama diversa, con l’aiuto della musica, delle parole, e delle immagini. La prima serata sarà dedicata a “La società dell’informazione” (continua ancora il 10, 12 e 13 luglio, ore 21).
Replica ore 21 alla Sala Assoli, Schiaparelli Life, in scena Nunzia Antonino e Marco Grossi, diretti da Carlo Bruni. Il testo di Eleonora Mazzoni presenta la storia di Elsa Schiaparelli, fra le più grandi stiliste di tutti i tempi.
Alle 22.30 il Giardino Romantico di Palazzo Reale ospita il Dopofestival con il concerto di Fabiana Martone. Nella serata è prevista anche l’iniziativa Gastronautica, a cura del servizio catering Pinzimonio, che presenta in un originale format che unisce presentazioni e degustazioni delle aziende d’eccellenza del territorio campano. Ospite della serata saranno i Viticoltori vulcanifi flegrei.
Per la sezione Internazionale, alle ore 21 al Teatro Trianon-Viviani, va in scena Les Italiens, un progetto di Massimo Furlan, con la drammaturgia di Claire De Ribaupierre, in scena Miro Caltagirone, Giuseppe Capuzzi, Alexia Casciaro, Nadine Fuchs, Vincenzo Di Marco, Silvano Nicoletti, Francesco Panese, Luigi Raimondi.
Questo progetto nasce dalla precedente performance Blue Tired Heroes, nella quale la compagnia ha lavorato con otto pensionati italiani che ogni giorno si ritrovavano nel foyer o sulla terrazza del teatro per giocare a carte. Il lavoro sperimentava il processo di incarnazione dell’eroica figura di Superman. Gli interpreti – più o meno sulla settantina – avevano l’età reale del personaggio. Lo scopo era mostrare corpi ordinari in posture straordinarie, esplorando i limiti tra “super-visibilità” e “invisibilità”. La compagnia ha mantenuto i contatti con questo gruppo e con alcuni di loro ha continuato l’avventura in scena con il progetto Les Italiens. Al centro del lavoro, l’immigrazone che negli anni ’50 e ’60 hanno dovuto affrontare molti italiani che hanno dovuto lasciare il proprio paese per trovare lavoro. Le regioni di provenienza, il contesto sociale ed economico, i costumi, le lingue e la cucina erano diversi, ma quando arrivavano in Svizzera, erano per tutti “gli Italiani”: «Abbiamo lavorato con tre giocatori di carte nati negli anni ’40, Giuseppe Capuzzi, Silvano Nicoletti, Luigi Raimondi; tre figli di immigrati nati tra gli anni ’60 e ’70, Francesco Panese, Vincenzo di Marco, Miro Caltagirone e le ballerine Alexia Casciaro e Nadine Fuchs. Con ciascuno di loro abbiamo realizzato delle interviste individuali e raccolto racconti, ricordi personali o collettivi, i loro punti di vista sul mondo e aneddoti familiari».
Per la sezione Italiana, al Teatro Sannazaro ore 21, debutta in prima assoluta Bartleby lo scrivano, testo di Francesco Niccolini liberamente ispirato al racconto di Herman Melville, regia Emanuele Gamba, che vede protagonista Leo Gullotta, in scena insieme a Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci.
Francesco Niccolini immagina una Wall Street di più di un secolo fa. Una giornata qualunque nello studio di un avvocato, gentile e anonimo. Un ufficio popolato da una curiosa umanità: due impiegati che si odiano, una segretaria civettuola, una donna delle pulizie molto attiva. Un giorno viene assunto un nuovo scrivano ed è come se in quell’ufficio fosse entrato un vento che manda all’aria il senso normale delle cose, e della vita. Eppure, è un uomo da nulla: «…rivedo ancora quella figura, scialba nella sua dignità, pietosa nella sua rispettabilità, incurabilmente perduta». Bartleby si chiama, e fa lo scrivano. Copia e compila diligentemente le carte che il suo padrone gli passa. Finché un po’ di sabbia finisce nell’ingranaggio e tutto si blocca: un giorno Bartleby decide di rispondere a qualsiasi richiesta con una frase che è rimasta nella storia: “Avrei preferenza di no”. Solo quattro parole, dette sottovoce, senza violenza e senza senso. Un gentile rifiuto che paralizza il lavoro e la logica e sconvolge tanto l’ufficio che la vita intima del datore di lavoro. Da quel momento Bartleby si spegne: sta inerte alla scrivania, poi in piedi per ore a guardare verso la finestra. Smette di uscire durante le pause, non beve, non mangia, arriverà a dormire di nascosto nell’ufficio, preoccupando prima, e impietosendo poi il suo principale che non riesce a farsi una ragione di quel comportamento. Il fatto è che Bartleby, semplicemente, ha deciso di negarsi. Perché? Quando lo scopriremo, sarà troppo tardi. Bartleby, l’obiettore. Nel 1851 Herman Melville scrive “Moby Dick”, grande storia romantica di un titano di nome Achab che affronta e sfida l’assedio di un oceano oscuro; qui un gigante forte e visionario ingaggia una spietata lotta che è lotta per la vita e per la morte o, forse sarebbe meglio dire, della vita e della morte.
Due anni dopo Herman Melville scrive “Bartleby, lo scrivano” e tutto sembra essersi calmato, spenti i fragori dei marosi, l’oceano si è ritirato e il panorama cambiato: siamo a Wall Street ai febbrili inizi di quello che si avvierà ad essere il più assediante, oscuro, spietato sistema finanziario/produttivo del mondo; il cuore pulsante intorno al quale nasceranno più di cento anni dopo, globalizzazione e crescite variamente felici. L’oceano si è trasformato nel mare dell’economia e della produttività, il Pequod in un ufficio seminterrato, la ciurma di marinai in un’altra ciurma di scrivani, Ismaele si è fatto avvocato e l’assedio di Wall Street è tale che si rende necessario assumere un aiuto, uno scrivano in più, un altro gigante, un altro titano: Bartleby.
Le scene sono di Sergio Mariotti, la realizzazione dei costumi di Giuliana Colzi. Le luci sono a cura di Marco Messeri. Replica mercoledì 10 luglio ore 19. Dopo Napoli, lo spettacolo sarà il 11 e 12 febbraio a San Casciano (Firenze) al Teatro Niccolini; il 14, 15, 16 febbraio a Siena al Teatro dei Rinnovati; dal 17 al 29 marzo a Roma, al Teatro Quirino.
Sempre alle 21, nell’ambito della sezione Osservatorio, alla Galleria Toledo debutta Il Principe e la Luna, con Giuseppe Cerrone e Melissa Di Genova, progetto, musiche originali e regia Mario Autore.
Dopo il successo della scorsa edizione con All’apparir del vero. Dialogo di Giacomo Leopardi e della Morte, la compagnia Teatro in Fabula ritorna al NTFI con Il Principe e la Luna. Il racconto scenico vede protagonista Louìs, che trascorre il suo tempo nel testardo tentativo di raggiungere la luna. Puntualmente fallisce, ma la sua aspirazione lo induce a ritentare ogni volta. L’incontro con una ragazzina di nome Lea spinge lo strampalato inventore a ripercorrere la storia dei suoi tentativi.
Il lavoro è una ricerca sul desiderio come motore dell’esistenza umana: è il desiderio che forma le nostre vite, i nostri sogni che le danno peso e sostanza. Per essere felici non è necessario realizzare tutti i propri sogni, ma bisogna piuttosto conservare sempre la forza e il coraggio per andare verso di loro. La riuscita è solo una parte dell’impresa, non la più importante. Louìs è un uomo comune, il bambino che è dentro di noi, un Piccolo Principe alla ricerca del suo regno incantato, l’essere umano che scopre il potere della fantasia. Lo spettacolo è concepito come una pantomima, in cui la componente sonora e musicale fa da drammaturgia, sostenendo ritmicamente ed emotivamente la scena. La rumoristica e i pezzi di cui si compone la scenografia fungono da strumenti musicali per i due interpreti, che stabiliscono tra di loro una comunicazione ritmica. Diversa è la funzione della musica riprodotta, rigorosamente originale, che fa da ponte col pubblico. I riferimenti culturali sono il cinema muto, i cartoni Pixar, i maestri Charlie Chaplin e Buster Keaton, e il circo-teatro.
Nell’ambito dei Progetti speciali, dalle 18 alle 22 presso l’Associazione culturale Tribunali 138, continua il progetto La rivoluzione dei libri, con Come va a pezzi il tempo di e con Alessandra Crocco e Alessandro Miele, spettacolo per 6 spettatori alla volta (prenotazione obbligatoria), che vengono condotti in una casa che da poco è disabitata, attraversando le stanze e nello stesso tempo le vite di chi le ha abitate, diventando testimoni discreti dell’eco di un passato. Ogni cosa è ancora al suo posto e il tempo sembra essersi fermato. Il silenzio amplifica il distacco tra il visitatore e un luogo ancora muto. Ma quella casa è stata vissuta ed è carica di segni che a poco a poco iniziano a parlare. Dal silenzio riaffiorano ricordi, momenti differenti, legati eppure distanti. Le porte, le stanze, gli oggetti, gli odori evocano le persone che hanno abitato quel luogo, le chiamano a ripetere scene già vissute. Replica mercoledì 10 luglio.
Al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale ore 21 debutta al NTFI per l’Universiade 2019 Sala d’attesa – The waiting room, regia di Ettore De Lorenzo, che ne è anche autore insieme a Flavio Baldes, con Ettore De Lorenzo, Flavio Baldes, Andrea Baldes, Ugo Gangheri, Ernesto Nobili, Giosi Cincotti, Machi Di Pace. Quattro serate che corrispondono ad altrettante sale d’attesa. In ognuna prende forma da un intreccio di voci una trama diversa, con l’aiuto della musica, delle parole, e delle immagini. La prima serata sarà dedicata al tema “La società dell’informazione”: come ci hanno trasformato gli smartphone, i social network, le chat? Cosa ne abbiamo fatto della verità, della ricerca quantomeno di un’approssimazione di oggettività? Che ne abbiamo fatto del pudore? E il giornalismo che ruolo ha assunto nelle democrazie moderne? Ospiti: Lamberto Maffei (direttore dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr), Derrick de Kerckove (sociologo e giornalista), Marco Delmastro (direttore del Servizio Economico Agcom), Enrica Perucchietti (editor, giornalista e scrittrice), Pino Imperatore (scrittore), Antonio Scala (fisico ed esperto di propagazione delle fake news e di social network). Ancora in scena il 10, 12 e 13 luglio.
La giornata di eventi si chiude alle 22.30 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale con il Dopofestival, dove è previsto il concerto di Fabiana Martone, sul palco con Luigi Esposito (pianoforte e tastiere), Francesco Fabiani (chitarre), Umberto Lepore (basso), Salvatore Rainone (batteria). Interprete dalla voce raffinata e ricca di sfumature, la Martone ha pubblicato Memorandum, il suo ultimo lavoro da solista, con alle spalle un curriculum artistico ricco di esperienze importanti in cui spiccano collaborazioni illustri.
Nella serata è prevista anche l’iniziativa Gastronautica, a cura del servizio catering Pinzimonio, che presenta in un originale format che unisce presentazioni e degustazioni delle aziende d’eccellenza del territorio campano. Ospite della serata saranno i Viticoltori vulcanici flegrei.
Casa del Festival – Palazzo Reale
Piazza del Plebiscito 1
Tutti i giorni 10.00 – 19.00
mail: biglietteria@napoliteatrofestival.it
biglietteria: 344 045 6788
infopoint: 344 045 4626
Intero € 8,00
ridotto under 30 – over 65 € 5,00
Letteratura e Teatro Ragazzi € 5,00
Pompeii Theatrum Mundi da € 10 a € 30
Gratuito diversamente abili con un accompagnatore e pensionati titolari di assegno sociale
Per informazioni www.napoliteatrofestival.it