Domenica 17 marzo, alle ore 20.00, al teatro Bolivar (Via Bartolomeo Caracciolo, 30), diretto da Nu’Tracks, sarà la volta del flamenco con lo spettacolo “Terra e core”, scritto e diretto da Antonio Campaiola con la regia e la coreografia dello stesso Campaiola e Manuela Iannelli, insieme in scena.
Il progetto è firmato da Anyma Compañia, nata nel 2018 dall’incontro dei due ballerini e coreografi. Saranno in scena oltre ad Antonio Campaiola e Manuela Iannelli, i danzatori Giada Buono, Genny Calvanese e Antonio Marino.
«Fino a qualche anno fa – racconta Campaiola – non avrei mai creduto di poter elaborare uno spettacolo su Napoli, perché trovavo forse troppo arduo il compito di racchiudere la vastità di quell’equilibrato caos che rende la nostra città così caratteristica. Eppure, dopo tanti anni, ho ritrovato la restituzione di tanta complessità nella semplicità delle emozioni e nella spontaneità dei rapporti che vivevo. Lo stile di rappresentazione è quello del flamenco, e della sua opportuna contaminazione, in un gioco simbiotico di generi musicali e movimenti a cavallo tra la tipica tradizione spagnola, secondo i cosiddetti “palos”, a cui sono associati determinati stati d’animo ed emozioni, e quella napoletana, con tammurriate e canzoni della tradizione napoletana rivisitate in chiave flamenca e moderna. “Terra e core” – continua l’autore e regista, ballerino e coreografo di danza contemporanea – è l’emblema dell’eterna dicotomia tra il desiderio di “volare via” e il forte senso di appartenenza, tra la rabbia per i soliti cliché sulla popolazione partenopea e l’effettiva realtà, tra coloro che appartengono alla Napoli del cuore e non a quella della criminalità. “Terra e core” è quindi metafora di una condizione molto frequente in tutte le popolazioni, che parte da Napoli come città del mondo, e vuole esortare ad avere coraggio, il coraggio di vivere liberi».
Sinossi:
Sole, mare, Vesuvio, pizza, generosità…malavita. Tra desideri e realtà, ambizione e voglia di riscatto, la vita di Lucía Lopez, giovane sivigliana di famiglia benestante, si intreccia per caso con quella di Gennaro Mele, detto “Malammore”, ragazzo napoletano da sempre immischiato nello spaccio di droga. Inizialmente vista come una cotta passeggera, la relazione è poi malvista dai suoi amici Armando “’o Nir”, Ciro “Trentaquattro” e Teresa “Acquapazza”, sorella di Armando, nonché sua ex ed attuale fidanzata di Ciro, che vedono a poco a poco Gennaro allontanarsi da loro e dal loro “stile di vita”. La vicinanza di Lucía, infatti, scardina le certezze di Gennaro, che matura la possibilità di una vita lontana dalle guerriglie tra clan e da affari sfuggenti, aprendo il suo cuore a nuovi orizzonti che mai prima aveva valutato, e che gli darebbe la possibilità di concretizzare il sogno della madre di crearsi una vita “pulita”. Le vicende vedono inasprirsi i rapporti con i suoi compagni, che arrivano ad intimare Lucía di ritornare in Spagna, innescando la scintilla che cambierà di lì a poco le sorti di tutto il gruppo. Potrà vita accarezzata dall’odio cambiare per un atto d’amore?
ANyMA compañia
“ANyMA compañia” è un progetto, nato nel 2018 dall’incontro di Manuela Iannelli e Antonio Campaiola. Due sconosciuti, due passati, due formazioni completamente diverse, che trovano il loro punto di incontro nell’arte, nella danza, nel flamenco. Da quell’incontro artistico sono da allora fiorite numerose collaborazioni, che hanno permesso ad Antonio e Manuela di conoscersi, confrontarsi, mettersi alla prova e di fondere i propri mondi per crearne uno: “ANyMA compañia”, appunto, che è frutto di quella confluenza di anime e di stili che danzando insieme si intrecciano e creano un nodo (il flamenco) da cui si diramano le tante sfaccettature della danza, con lo scopo di abbracciare, sotto lo stile flamenco e/o la sua contaminazione, diversi danzatori, e di far sì che il corpo, ed il suo movimento, siano la chiara trasposizione delle emozioni. Attualmente composta da cinque danzatori, Antonio Campaiola, Manuela Iannelli, Giada Buono, Genny Calvanese, Antonio Marino.