Trianon Viviani presenta
Zappatore
sceneggiata in 3 atti e 4 quadri di Enzo Vitale
tratta dalla canzone omonima di Libero Bovio e Ferdinando Albano
in omaggio al re Mario Merola nel decennale della scomparsa
con Francesco Merola
e con la partecipazione straordinaria di Gianni Fiorellino
con Gina Perna e Massimo Salvetti
personaggi e interpreti
zi’ Francisco | Francesco Merola |
Filomena | Lina Santoro |
Mario | Gianni Fiorellino |
Fasulillo | Massimo Salvetti |
Stella, contadina | Gina Perna |
Gesummina, contadina | Valentina Nicolella |
Elvira | Tiziana De Giacomo |
Liliana | Rossella Amato |
Genoveffa | Marianna Liguori |
Otello | Diego Macario |
Ettore | Gennaro Monti |
Andrea ‘o Parzunale | Antoine |
Carmelina, sua sorella | Rossella De Blasi |
pianoforte e direzione musicale Gennaro Carbone | batteria Alfonso Pone
chitarra Emanuele La Rosa | basso Pietropaolo Veltre
consulenza artistica Nino D’Angelo
arrangiamenti Enzo Campagnoli
costumi Mariagrazia Nicotra
movimenti coreografici Enzo Castaldo
luci Gianluca Sacco
audio Daniele Chessa
regista assistente Gennaro Monti | assistente alla regia Sonia De Rosa
direzione dell’allestimento Luciano Quagliozzi | fotografo di scena Andrea Falasconi
amministrazione Daniela Riccio | ufficio stampa Paolo Animato
scene e regia Bruno Garofalo
nota di regia
Questa nota, che dovrebbe essere di “regia” mi è sfuggita dalle mani: quello che ho cercato di mettere in scena preferisco si veda, è difficile parlarne tecnicamente, questa nota è scaturita direttamente dal cuore.
Da ragazzo, la mia curiosità e un’abbondante dose di irrequietezza mi portava a esplorare in particolare qualunque attività della mia città riguardante il mondo dello spettacolo.
Prima di avvicinarmi al teatro considerato “classico”, che aveva una stabile attività nel teatro Mercadante, ero particolarmente attratto da quelle forme di spettacolo considerate minori e popolari, in quelle manifestazioni riconoscevo e trovavo la vera essenza di un temperamento, scoprivo i sentimenti, mi divertivano i modi particolarmente ironici e dissacranti dei comici… Quando marinavo la scuola, frequentavo le mattinate del salone Margherita. Quando mi andava di allontanarmi dal mio quartiere mi allungavo fino alla Ferrovia, e mi godevo i drammi musicali in scena al teatro Duemila.
Tra gli anni ‘60 e ‘70, vi agiva la compagnia di Enzo Vitale. Mi piacevano quei tratti di recitazione grossolana ma sentita e viscerale, quegli scoppi di musica provenienti dalla buca, prodotti da piccole orchestre di quattro, massimo cinque elementi, che con energia sottolineavano, commentavano i momenti più forti e accompagnavano canzoni sempre dai contenuti forti e coinvolgenti. Ho sempre guardato alla sceneggiata come a un’origine ancestrale della mia passione per il teatro. Quando poi intrapresi i miei studî scenografici, avevo sempre presente quelle povere scene di carta illuminate da sgangherate ribalte colorate. Di quella prima conoscenza con la scenografia conservavo il dato più profondo e forse meno evidente… la poesia di quelle pitture naïves, che però rendevano perfettamente l’idea, quasi come quei disegni dei bimbi che riducono all’essenziale i contenuti, specchio di fantasia e sentimenti elementari quanto profondi.
La proposta del direttore artistico del rinato Trianon Viviani, mi ha colto di sorpresa e mi ha sùbito coinvolto, affascinato. Dopo tanti anni, ritrovavo uno dei miei ricordi più sentiti e magicamente si rinnovavano quelle emozioni ormai dimenticate! E poi quale titolo più emblematico e coinvolgente se non Zappatore, la pietra miliare del genere, scritta nel 1929 da Raffaele Chiurazzi e ispirata all’omonima canzone di Bovio e Albano!
La versione che mi è stata proposta è quella curata da Enzo Vitale, che negli anni ’60 si esibiva con la sua compagnia stabile proprio al Duemila, quest’opera ha avuto tanti interpreti, ma chi l’ha fatta sua totalmente, artisticamente e visceralmente è stato Merola! Mario Merola che ha rilanciato il genere e che ha legato indissolubilmente nel tempo e nella storia, questo titolo al suo nome.
Ed è a lui che questo spettacolo è dedicato, nel decennale della sua comparsa, un sentito omaggio da parte di chi lo ha conosciuto, seguito, amato, e da chi questo spettacolo vedrà per la prima volta, perché assistere a Zappatore sarà un po’ come far rivivere Merola ogni volta che si alzerà il sipario, poiché nell’essenza di questo lavoro c’è la somma dei sentimenti, della personalità, dei tratti del grande Artista scomparso, grazie anche alla presenza di un nuovo protagonista, il figlio Francesco, nel quale in maniera impressionante e assolutamente naturale, la forza espressiva di Mario si rinnova quasi senza soluzione di continuità. Questa canzone e questo dramma sembrano quasi scritte per lui… il mondo e la storia a volte sono ispirati da strane magie… Bovio e Albano l’hanno scritta per lui.
Bruno Garofalo
produzione
Zappatore è la prima produzione del Trianon Viviani, dopo il fermo delle attività durato due anni e mezzo, e nasce con lo scopo di rendere omaggio a Mario Merola nel decennale della scomparsa. Di qui la scelta da parte del direttore artistico Nino D’Angelo del titolo più significativo della carriera teatrale e cinematografica del «re della sceneggiata», nella versione in tre atti e quattro quadri di Enzo Vitale.
L’omaggio di questo allestimento, che vede le scene e la regia firmate da Bruno Garofalo, si riverbera anche nella ricca scelta delle canzoni, operato dallo stesso D’Angelo, che sottolineano i momenti chiave dello spettacolo, tra cui Passione eterna, Freva ‘e gelusia, Inferno d’ammore, Cumpagna mia e È bello ‘o magnà. Non mancano i divertenti duetti comici dei personaggi Stella e Fasulillo e ovviamente, nel finale, la canzone del titolo di Libero Bovio e Ferdinando Albano.
A vestire i panni di zi’ Francisco, ‘o zappatore, Francesco Merola. Mario, il figlio avvocato è Gianni Fiorellino. La coppia comica di Stella e Fasulillo è interpretata rispettivamente da Gina Perna e Massimo Salvetti.
Con loro in scena Rossella Amato, Antoine, Rossella De Blasi, Tiziana De Giacomo, Marianna Liguori, Diego Macario, Gennaro Monti, Valentina Nicolella e Lina Santoro.
Gli arrangiamenti sono curati da Enzo Campagnoli. I costumi sono firmati da Mariagrazia Nicotra e i movimenti coreografici da Enzo Castaldo. Luci di Gianluca Sacco e audio di Daniele Chessa.
Musica eseguita dal vivo da Gennaro Carbone (pianoforte e direzione musicale), Alfonso Pone (batteria), Emanuele La Rosa (chitarra) e Pietropaolo Veltre (basso).
sinossi
La sceneggiata è ispirata all’omonima canzone firmata da Libero Bovio e Ferdinando Albano. Il testo al quale fa riferimento la messa in scena curata da Bruno Garofalo è quello di Enzo Vitale, del 1953.
Zi’ Francisco e Filomena conducono una vita di sacrificî per permettere al loro unico figlio, Mario, di laurearsi in giurisprudenza e intraprendere la carriera di avvocato in città. Una vita in campagna a lavorare duramente solo per Mario e per il suo sogno, per la sua carriera e per la sua vita.
Ma una volta partito per Napoli, Mario taglia il “cordone” che lo legava alla famiglia e agli amici, compresa la bella Carmelina della quale sembra essere innamorato. Il giovane dimentica dove è nato e si lascia affascinare dalla vita cittadina. Conosce la bella Elvira e il suo mondo, così diverso da quello della campagna e del suo paesello.
Mario sembra dimenticare tutto e tutti in nome di una vita nuova che ripudia le radici.
I genitori non riescono a spiegarsi questo distacco improvviso e questa freddezza ingiustificata, mentre combattono con le difficoltà del lavoro e di una terra che non sembra ripagare i loro sforzi.
Andrea, proprietario terriero, ereditario dei lotti che lavora Francisco, pretende di essere pagato le mensilità dei raccolti arretrati, minacciando di ridurre i due contadini in miseria. Ma un indicente di percorso dà una sterzata decisiva ai dispiaceri: Mario e i suoi amici cittadini fanno una gita fuori porta e la loro auto si ferma nelle campagne vicino alla casa natale del giovane. Qui incontrano Fasulillo e Stella, lavoranti di zi’ Francisco. È il preludio dello storico incontro tra Mario e i suoi genitori ed è qui che il giovane avvocato ripudia la madre.
Questo episodio fa piombare Filomena e zi’ Francisco in una desolante disperazione fino alla malattia della donna. Ed è allora che Francisco ‘o zappatore decide di recarsi in città per parlare al figlio.