Le parole del cardinale Domenico Battaglia sono davvero toccanti e riflettono una realtà dolorosa. La violenza è una piaga che colpisce profondamente la comunità, e il suo messaggio di dolore e riflessione è un richiamo alla necessità di trovare soluzioni per fermare questa spirale di violenza. La sua metafora di Caino e Abele sottolinea la complessità e la tragedia di queste situazioni, dove non ci sono vincitori, solo perdite.
A Napoli, la questione dei giovani che girano armati rappresenta una preoccupazione crescente. È essenziale sottolineare quanto l’educazione giochi un ruolo cruciale in questo contesto. Tuttavia, l’inizio del cambiamento deve avvenire a livello personale. Come primo passo, ciascuno deve impegnarsi a “disarmare” la propria lingua, la propria mente e le proprie intenzioni. Ciò significa evitare di portare con sé elementi di violenza, sia fisica che verbale. Se qualcuno ancora sente il bisogno di uscire con un coltello in tasca, è necessario che riconsideri questo atteggiamento e prenda coscienza dei danni che tale mentalità può causare sia a sé stesso che agli altri. Il disarmo personale è la chiave per instaurare relazioni sane con il prossimo, per trovare armonia e benessere anche a livello individuale. Infatti, la ricerca dell’altro è fondamentale per la scoperta e la comprensione di noi stessi. Senza il confronto e la connessione con gli altri, rischiamo di perderci e di non riuscire a trovare un equilibrio interiore.
Queste riflessioni sono state espresse dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante un discorso all’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, a Napoli. Zuppi ha messo in evidenza come, per i giovani di Napoli, sia indispensabile guardare al futuro con speranza. La costruzione di un domani migliore parte dal dialogo e dall’incontro, dall’avere il coraggio di non temere chi è diverso da noi e di voler conoscere il prossimo. Il cardinale ha inoltre sottolineato quanto sia necessario un cambiamento radicale del nostro mondo, attualmente troppo afflitto da violenze e conflitti. La guerra e la violenza, secondo lui, devono essere affrontate e sconfitte, altrimenti rischiano di causare la nostra rovina. In questo senso, ognuno di noi ha una responsabilità personale e collettiva nel promuovere la pace e nel contribuire a creare una società più giusta e solidale.