Una metropolitana davvero diversa: la Linea 1 a Napoli

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Vedi Napoli e poi muori, recita l’adagio. Prima, però, non bisogna assolutamente dimenticare di fare il tour delle 18 stazioni della Linea 1, quella che, allo stato attuale, collega Scampia e Piscinola con la stazione Garibaldi e per la quale è in costruzione il collegamento con altre sei stazioni (una delle quali sorgerà all’interno dell’Aeroporto Capodichino). A queste, se ne aggiungeranno nei prossimi anni altre tre, consentendo così di “chiudere il cerchio” attorno all’area metropolitana del capoluogo partenopeo.

A rendere tanto affascinante questa linea metropolitana sono loro, le stazioni note anche come Stazioni dell’Arte: dei veri e propri musei che si estendono dall’ingresso in superficie per arrivare fino ai binari del treno, almeno quaranta metri sotto terra. Nel frattempo, se siete appassionati di arte e cultura e cercate un modo emozionante di trascorrere il tempo online, potete anche esplorare i giochi nei migliori casinò crypto, che offrono un’esperienza quasi altrettanto coinvolgente e divertente.

 

La linea metropolitana preferita da napoletani e turisti

Il sistema di trasporti underground partenopeo è il terzo in Italia per dimensioni e viene dopo quelli di Milano e Roma; a Napoli vi sono anche la linea sotterranea 6 e ben quattro funicolari. Ma quella che tutti i turisti vogliono vedere è la Linea 1 e non solo perché collega con tre funicolari, con la linea gestita dalle Ferrovie dello Stato, con la ex Circumvesuviana e con la Linea Arcobaleno, la quale collega Napoli con Giugliano e ad Aversa.

Conosciuta dai napoletani anche come “metropolitana collinare”, quella della Linea 1 è forse il  treno sotterraneo che meglio risponde alle esigenze di cittadini e turisti: veloce (al momento attuale il percorso da un capolinea all’altro dura 33 minuti), con un elevato numero di corse (242 al giorno, con una frequenza di una ogni nove minuti nelle ore di punta), oltre a fermarsi nelle cruciali stazioni di Piazza Cavour, Piazza Municipio, Porto e Corso Umberto I, la linea 1 arriva anche alla centralissima stazione Garibaldi, da dove parte l’alta velocità che consente di raggiungere in poche ore Roma, Milano, Torino e Venezia.

 

La promozione dell’arte contemporanea nel “museo sotterraneo”

La metropolitana dell’arte è di costruzione recente: è stata inaugurata nel 1993 e il comune ha pensato sin da subito di rendere questa linea veramente speciale, operazione riuscita, dato che, ancora oggi, è considerata una delle più belle linee metropolitane al mondo.

 

L’idea cui si è ispirato il progetto dell’amministrazione partenopea è quella di mettere alla portata di tutti – dal giovane studente che si sposta da una parte all’altra della città, al turista curioso e “assetato” di monumenti da vedere e ricordi da portare a casa –  e in modo del tutto gratuito (fatta eccezione per il costo del biglietto del treno, ovviamente), le opere di artisti contemporanei. Ecco, quindi, il progetto, che ha mobilitato risorse, capacità ed ispirazioni di architetti e artisti locali e internazionali.

Nulla a che vedere, dunque, con la stazione Louvre – Rivoli della Linea 1 della metropolitana parigina, dove ci si è limitati ad esporre delle riproduzioni di opere che si ritrovano all’interno del museo della capitale francese. Qui, a Napoli, le stazioni sono progettate da architetti di fama mondiale e le opere esposte sono … reali e tangibili!

Ecco spiegato perché la Linea 1 di Napoli è nota anche come Metropolitana dell’Arte: tra giovani emergenti ed artisti di fama riconosciuta, scendere ad ogni stazione per ammirare le opere, le installazioni e i giochi di luci e colori è un piacere per gli occhi di turisti e passeggeri.

 

 

Un grande architetto di fama internazionale per la stazione Garibaldi

Chi arrivi a Napoli in treno e debba recarsi in direzione Vomero o semplicemente verso le vie del centro, può accedere alla prima di queste stazioni dell’arte.

Alla stazione Garibaldi, c’è già il primo ed inequivocabile segno di internazionalità di questo progetto napoletano. La firma sul progetto è infatti quella dell’architetto e urbanista transalpino Dominique Perrault (suo è anche il progetto di rimodernamento della sovrastante Piazza Garibaldi). Per chi non lo conoscesse, si tratta dell’architetto che ha disegnato la Bibliotèque Nationale de France e la Grande Serra alla Cité des sciences et de l’industrie a Parigi, dei veri monumenti e riferimenti per tutti i francesi.

Nella stazione Garibaldi di Napoli, un gioco di effetti tra acciaio e vetro sembra sospendere nel vuoto le scale mobili, mentre la luce naturale, sempre grazie all’impiego massiccio del vetro, penetra fino a 40 metri di profondità.

Sono ospitate qui due grandi opere del protagonista della corrente dell’arte povera, Michelangelo Pistoletto.

 

Dalla penisola iberica al Canada per progettare le stazioni del centro città

Gli studenti della Federico II conoscono bene la stazione Università della Linea 1, ideata e progettata dal designer anglo egiziano Karim Rashid, noto per il suo approccio anticonformista e per la sua intensa e continua creatività.

Nella stazione più frequentata dai giovani studenti di Napoli, Rashid ha voluto inserire rimandi al dialogo e alla comunicazione (un’installazione di due volti visti di profilo si vuole metafora della comunicazione tra gli uomini), mentre colori vivaci e “morbidi” fanno da sfondo all’incontro tra, da una parte, Dante e Beatrice e, dall’altra, i termini chiave dell’attuale mondo della comunicazione e della tecnologia, dall’altra. Il dialogo

Anche la stazione Municipio è stata progettata all’insegna dell’internazionalità: sono i portoghesi Alvaro Siza e Eduardo Souto de Moura ad aver progettato piazza e stazione metropolitana, che fanno da collegamento rispettivamente tra porto e quartieri monumentali della città e tra linea 1 e linea 6.

Non si può non citare la stazione Toledo dell’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, vincitrice del “premio di stazione più bella d’Europa” secondo il Daily Telegraph. Sarà forse perché il progetto si è dovuto adattare, in corso d’opera, al ritrovamento di alcuni resti della cinta muraria della città risalente al periodo aragonese? In ogni caso, il risultato è veramente degno di nota: migliaia di luci al led sulla gamma cromatica degli azzurri (opera Relative light dell’artista Robert Wilson), mosaici dell’artista sudafricano Kentridge e il Crater de luz, un cono che dall’esterno della stazione porta la luce fino a 40 metri sotto terra.

 

Gae Aulienti e Mendini: due architetti per quattro stazioni

Anche le altre fermate della metropolitana dell’arte devono essere viste. Come la stazione Dante, progettata da Gae Aulienti, che ospita tele di Carlo Alfano e opere di Joseph Kosut (che ha tratto ispirazione dal convivio di Dante), Jannis Kounellis, Nicola De Maria e Michelangelo Pistoletto.

Troviamo nuovamente Gae Aulenti come architetto progettista della stazione Museo (nei pressi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), che ospita, tra le altre cose, la riproduzione in bronzo del Laocoonte e le fotografie di Mimmo Jodice.

L’Atelier Mendini ha lavorato su ben due stazioni, progettando in entrambi i casi la riqualificazione dei rispettivi quartieri: l’ingresso della stazione Materdei è completamente rivestito da mosaici, mentre una guglia in acciaio e vetro colorato illumina l’interno della stazione prendendo la luce naturale; contestualmente alla realizzazione della stazione Salvator Rosa, Mendini è riuscito a mettere in evidenza un antico ponte romano e una cappella neoclassica. All’interno, si possono ammirare opere di artisti napoletani e non solo: Mimmo Rotella, Ernesto Tatafiore, Mimmo Paladino, Renato Barisani e Gianni Pisani.

 

L’arte metropolitana al Vomero

Concludiamo la nostra selezione dell’arte metropolitana di Napoli, con due fermate del prestigioso quartiere Vomero, sicuri di suscitare in chi legge la curiosità di scoprire di persona le stazioni del rimanente percorso della Linea 1.

La stazione intitolata alle Quattro Giornate dell’insurrezione che permise di liberare Napoli dall’occupazione nazista è stata progettata dall’architetto Domenico Orlacchio ed è un omaggio alla Resistenza napoletana, visibile in particolare nei rilievi in bronzo e nei dipinti dell’artista di Nino Longobardi e nelle creazioni di Marisa Albanese e di Anna Sargenti.

Alla stazione Vanvitelli (aperta nel 1993, quindi tra le prime in assoluto ad essere inaugurate, e rimodernata una ventina di anni fa), progettata dagli architetti Michele e Lorenzo Capobianco, è possibile, poi, ammirare le opere di otto maestri dell’arte contemporanea: il grande masso che sembra rotolare di Giulio Paolini, l’installazione di Vettor Pisani, la spirale in neon azzurro di Mario Merz, le stelle in acciaio di Gilberto Zorio, le “bocche di luce” di Gregorio Botta, i mosaici di Isabella Ducrot e le fotografie di Gabriele Basilico e di Oliviero Barbieri.

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