Un ruolo centrale dell’Italia in Mediterraneo. È quanto auspica Sen. Virginia La Mura per preservare gli ecosistemi naturali, contrastare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, nell’ambito della pianificazione dello spazio marittimo, che, tuttavia, ad oggi risulta gravemente
carente.
Il primo tassello di questa strategia è stato posizionato dalla senatrice ottenendo 400 milioni di euro per il restauro e la tutela dei fondali marini e degli habitat marini nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, attraverso l’assunzione di nuovi ricercatori consentirà un monitoraggio marino integrato per il raggiungimento del buono stato ecologico e il sostegno alla pianificazione marittima.
Ma la fase operativa, sarà quella del “Rafforzamento del sistema di ricerca nazionale per l’osservazione per gli ecosistemi marini e costieri”, spiega la senatrice che interverrà il 7 ottobre al workshop organizzato all’Università Parthenope di Napoli dalla Joint Research Unit (JRU) EMSO–Italia, la rete che riunisce i principali enti e università italiane di ricerca marina.
JRU EMSO–Italia è una struttura di coordinamento che riunisce INGV–Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (capofila), CNR–Consiglio Nazionale delle Ricerche, CoNISMA–Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, ENEA–Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, INFN–Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, OGS–Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, ISPRA–Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e la SZN–Stazione Zoologica Anton Dohrn, IIM–Istituto Idrografico della Marina, al fine di mettere in comune risorse umane e attrezzature per monitorare i mari europei.
L’obiettivo della JRU è quello di fornire agli scienziati marini italiani e europei infrastrutture tecnologicamente avanzate per studiare serie temporali a lungo termine di dati sull’ambiente marino europeo e per rilevare cambiamenti e pericoli naturali e antropici legati al clima e alla biodiversità. La JRU EMSO–Italia è un impegno senza precedenti dei principali istituti di ricerca e università italiani per unire le forze nel campo delle scienze marine e consente all’Italia di mantenere un ruolo di primo piano nell’Infrastruttura di ricerca europea EMSO ERIC (https://emso.eu/), ma – prosegue la senatrice La Mura – “per ottenere risultati adeguati alle Strategie dell’UE per la biodiversità entro il 2030 e di adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con le più recenti indicazioni europee per l’economia blu sostenibile, servono nuove infrastrutture per le osservazioni del mare profondo come, per esempio, la disponibilità di nuove navi da ricerca tecnologicamente adeguate alle nuove esigenze scientifiche e tecnologiche ponendo l’Italia al pari dei grandi paesi europei”.
A Napoli si vogliono gettare le basi per esplorare un percorso comune che porti a un maggiore coordinamento dei principali attori della ricerca in mare e avvii un processo di integrazione delle molteplici infrastrutture e iniziative che vedono l’Italia tra i protagonisti della ricerca marina in Europa.
È necessario valorizzare il contributo, il ruolo ed il peso italiano in ambito europeo e internazionale, spiega Paolo Favali, coordinatore nazionale della JRU – e nel portare avanti questo percorso comune, il workshop vuole anche individuare le eventuali parti mancanti nella nostra “ricerca marina” che la sinergia delle diverse infrastrutture e iniziative possa eventualmente colmare”. Al workshop, parteciperanno anche i responsabili di infrastrutture di ricerca ERIC e non solo, di progetti internazionali, del Cluster tecnologico italiano BIG.