Sono impegnati anzitutto a difendere la loro storia e la loro identità perché, gridano a gran voce, “in queste strutture vengono insegnate tante discipline e cultura e ricerca si incrociano”. I direttori dei settanta Conservatori di musica italiani chiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni. E lo fanno in occasione della conferenza dei direttori dei Conservatori di musica, presieduta da Antonio Ligios, tenutasi quest’anno a Napoli, nella sala Martucci di S. Pietro a Majella.
“Siamo solo all’inizio di una nuova fase – dice il presidente dell’istituzione partenopea, Antonio Palma – soprattutto per quanto riguarda il nostro Conservatorio, il più antico del mondo. Basti pensare che qui si riunirono tutti i collegi per orfani che aspiravano a diventare musicisti della Capitale del Regno. Si riparte in quanto abbiamo in programma molteplici iniziative per valorizzare il lavoro di tanti docenti che ogni giorno insegnano nei saloni che portano il nome di grandi musicisti passati da queste parti, da Rossini fino a Bellini, Cimarosa e Paisiello. Tra queste, sosteniamo la proposta di candidatura de ‘Il belcanto e l’opera lirica italiana’ per il riconoscimento da parte dell’Unesco quale patrimonio immateriale dell’umanità. Ci troviamo però a dover affrontare numerose problematiche connesse ad esempio all’avvio dei nuovi corsi di secondo livello e ai contratti dei docenti. Riteniamo infatti che per i Conservatori si possa fare molto di più. Dal canto nostro, continueremo a darci un gran daffare per stare sempre al passo coi tempi”.
Un lavoro così importante esige comunque una presa di responsabilità condivisa e impone a tutte le forze della città, dalle istituzioni a una certa intellighenzia, un impegno che vada al di là delle sterili e inutili polemiche.
Del resto, per comprendere il valore del Conservatorio napoletano, basta girare tra i saloni per ammirare cimeli e strumenti antichi come l’arpetta firmata da Stradivari o le nacchere di Maria Carolina e la lente a monocolo di Zingarelli.
“Il Conservatorio è un’istituzione che dà lustro alla città – afferma il direttore di S. Pietro a Majella, Carmine Santaniello – ed è aperta ad ogni manifestazione musicale”.
A tale proposito, continuano i concerti del venerdì: il 5 ottobre sarà di scena il pianista Eugenio Fels, mentre a Caserta, nel teatro di Corte della Reggia, sempre venerdì 5 avrà luogo “Prodigioso musicale” con musiche di Cimarosa e Paisiello. Previsto l’utilizzo dei loro strumenti conservati nel museo di S. Pietro a Majella, dove lo spettacolo verrà replicato sabato 6.