Energia: è italiano il primo mezzo a idrogeno in un porto europeo

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È stato presentato lo scorso 28 novembre nel porto di Valencia, in Spagna, il primo mezzo a idrogeno per la movimentazione delle merci, sviluppato da un team tutto italiano composto da ATENA scarl, ENEA, Università di Napoli ‘Parthenope’ e Cantieri del Mediterraneo.

L’evento dimostrativo si è svolto prima nella sala riunioni dell’Autorità Portuale di Valencia e successivamente nei terminal MSCTV e Valencia Terminal Europe del Gruppo Grimaldi, dove i partecipanti hanno potuto vedere il Truck in funzione 4×4 o “port terminal Tractor Head ”, unico esemplare al mondo alimentato a idrogeno. Il trattore caricato con idrogeno rinnovabile ha dimostrato la sua autonomia, affidabilità e potenza agganciando un rimorchio per camion e facendo un giro del terminal. Il test è stato osservato da più di 150 partecipanti che hanno potuto osservare come l’unico residuo della combustione dell’idrogeno fossero le goccioline d’acqua.

Il trattore ibrido sviluppato non produce alcuna emissione inquinante. L’adozione di tale tecnologia su tutta la flotta di veicoli consentirebbe di mitigare significativamente l’impatto ambientale legato alle operazioni di logistica portuale” – così Giovanni Di Ilio, responsabile scientifico del progetto H2Ports per l’Università di Napoli Parthenope. “Tale risultato sarebbe inoltre largamente amplificato da un effetto indiretto altrettanto importante: l’utilizzo di veicoli a zero emissioni a bordo nave – continua Di Ilio, il giovane ricercatore vincitore del prestigioso premio “Best Researcher of the year 2023” conferito lo scorso 22 novembre da Hydrogen Europe Research –  consentirebbe di ridurre l’impiego dei sistemi ausiliari di ventilazione della nave stessa, causa di una quota molto elevata di emissioni in porto, necessari a rimuovere gli inquinanti prodotti dai mezzi di carico e scarico merci alimentati da combustibile fossile. Oggi, la dimostrazione del trattore a  idrogeno segna un passo cruciale verso la completa decarbonizzazione dell’ambiente portuale.”

Si tratta di un prototipo di trattore portuale dotato di un propulsore ibrido a celle a combustibile e batteria che consente al veicolo di eseguire tutte le attività richieste durante le operazioni di carico/scarico delle merci dalle navi cargo. Il suo sistema di stoccaggio ha una capacità complessiva di circa 12 chilogrammi di idrogeno ed è in grado di garantire un funzionamento continuo di almeno sei ore, ovvero la durata media di un turno di lavoro. Il suo propulsore ibrido – composto da una batteria agli ioni di litio ad alte prestazioni, con una capacità energetica di 25 kWh, e da un modulo a celle a combustibile da 70 kW – mostra un’elevata efficienza operativa, grazie anche al recupero dell’energia cinetica. Il veicolo non produce alcuna emissione inquinante, essendo acqua sotto forma di vapore l’unico residuo del sistema.

“Si tratta di un prototipo di trattore portuale che presenta un sistema di propulsione ibrido avanzato – ha precisato l’ing. Andrea Altomonte – dottorando dell’Università di Napoli Parthenope, impegnato in prima linea sulle attività di conversione del truck – “Il propulsore ibrido è costituito da una batteria agli ioni di litio ad alte prestazioni, con una capacità energetica di 25 kWh, e da una cella a combustibile con una potenza di 70 kW. Il sistema di stoccaggio integrato ha una capacità complessiva di circa 12 chilogrammi di idrogeno. L’efficienza operativa di questo propulsore ibrido avanzato è notevolmente elevata. Ciò è attribuibile al recupero dell’energia cinetica e alla strategia di gestione dei flussi energetici implementata a bordo, che assicura un funzionamento continuo di almeno sei ore, ovvero alla durata media di un turno di lavoro. Inoltre, attraverso un sofisticato algoritmo di efficientamento, il sistema si impegna a preservare la vita utile sia della batteria che della cella a combustibile.”

Il progetto H2Ports è un’iniziativa coordinata dalla Fundación Valenciaport in stretta collaborazione con l’Autorità Portuale di Valencia e finanziata dal programma Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU). L’obiettivo principale è testare e validare le tecnologie a idrogeno sui macchinari portuali che consentano di avere soluzioni applicabili e reali senza compromettere le prestazioni e la sicurezza delle operazioni portuali e produrre zero emissioni locali.

“La ricerca collaborativa consente di raggiungere grandi risultati; un grande team è un team in cui non c’è competizione ma collaborazione – così Viviana Cigolotti, responsabile del Laboratorio di accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno di ENEA -. Il miracolo tecnico-scientifico è il frutto di una stretta sinergia e cooperazione tra Atena scarl, l’Università di Napoli Partenope, ENEA e aziende imprese come Grimaldi Group e Cantieri del Mediterraneo che hanno partecipato al progetto. Il team è stato coordinato dall’amministratore unico di Atena, ordinario di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente, Elio Jannelli. I risultati ottenuti – conclude l’ing. Cigolotti – vanno al di là dell’alta innovazione tecnologica: piccole e medie imprese hanno avuto modo di lavorare insieme a soluzioni innovative, portando, nel territorio campano, un’eccellenza tecnologica”.

Il progetto H2PORTS intende fornire soluzioni efficienti per facilitare una rapida transizione da un’industria basata su combustibili fossili a un settore a basse emissioni di carbonio ea emissioni zero. H2Ports mira a promuovere la transizione dell’industria portuale europea verso un modello operativo efficace ed a basse emissioni di carbonio, dimostrando la fattibilità di nuove tecnologie delle celle a combustibile orientate ad aumentare l’efficienza energetica, la decarbonizzazione e la sicurezza dei terminal portuali.

Il programma FCH-JU ha investito 4 milioni di euro nel progetto H2Ports; il porto di Valencia sarà il primo porto in Europa a sperimentare le tecnologie dell’idrogeno per ridurre l’impatto ambientale delle sue operazioni.

I test pilota, iniziati a metà settembre, dovrebbero durare fino a dicembre 2024, sottoponendo il truck a condizioni operative reali nel terminal portuale.

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