Mentre le proteste del mondo agricolo si moltiplicano in tutta Europa, non si fa attendere da Bruxelles l’appello dell’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo (CoR), dopo l’intervento del presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen.
“Come Comitato europeo delle Regioni – continua l’assessore Caputo – abbiamo chiesto all’Unione europea di cambiare le modalità di assegnazione dei fondi agli agricoltori per proteggerli meglio dai crescenti rischi derivanti da eventi meteorologici estremi, fluttuazioni dei mercati e crisi globali. Le raccomandazioni del CdR nascono dalla preoccupazione che la politica dell’UE non sia abbastanza efficace nell’arginare il numero di agricoltori europei che in questi ultimi anni sta abbandonando la propria attività”.
Intanto, proprio ieri è stato approvato all’unanimità dai membri del Comitato europeo delle Regioni – riuniti in plenaria presso l’emiciclo del Parlamento europeo – il Parere “Gestione dei rischi e regolamentazione dei mercati: gli strumenti per rafforzare la sostenibilità dell’agricoltura europea” presentato da Nicola Caputo.
“Il Parere individua i possibili miglioramenti da apportare negli strumenti di gestione dei rischi e nel meccanismo della riserva di crisi previsto dalla nuova Politica agricola comune. In particolare, ho evidenziato l’importanza di assegnare i finanziamenti dell’UE in base a criteri su misura e di promuovere prodotti assicurativi solidi per proteggere gli agricoltori dagli shock finanziari provocati da epidemie, conflitti e altre crisi, con impatti pesantissimi sui prezzi delle commodity agricole e dell’energia che hanno reso insostenibili i costi di gestione aziendale per gli agricoltori, rafforzando al contempo la resilienza del settore agricolo”.
Un Parere decisivo per il futuro dell’agricoltura europea, che traccia anche la nuova “road map” della Pac.
“Nonostante il climate change sia ormai a tutti evidente, le misure di Gestione dei rischi e tutela del reddito in agricoltura sono ritenute ancora marginali e soprattutto non meritevoli di un’immediata attenzione nell’attuale Pac, pensata e scritta in un contesto storico, climatico e di mercato profondamente diverso dai tempi che viviamo. Non occuparsi oggi di un nuovo modello di intervento, significa implicitamente rinunciare agli obiettivi della Pac per la protezione dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità e del benessere degli animali. Ogni trasformazione radicale presuppone la fine di un’epoca: il mondo che abbiamo conosciuto fino a dieci anni fa non c’è più ed è finito da tempo. È arrivato il momento di cambiare – conclude Nicola Caputo – e di dare ai nostri agricoltori una prospettiva di politica agricola sostenibile”.