Boccia: piano Marshall da 250 miliardi per far crescere il Pil di 12 punti in 5 anni.

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da Tribuna Politica Web

Un piano da 250 miliardi di euro per far crescere il Prodotto interno lordo italiano di 12 punti percentuali in cinque anni, creare 1,8 milioni di occupati in più e ridurre il  rapporto debito pubblico/Pil di oltre 20 punti. Un programma di medio  termine basato su modernizzazione, semplificazione ed efficienza, con  la partecipazione dell’Europa, del settore pubblico e del privato, per avere più crescita, più lavoro e meno debito. Sono alcuni degli  obiettivi del piano di Confindustria presentato dal presidente degli  industriali, Vincenzo Boccia, alle Assise generali dell’associazione a Verona, che hanno coinvolto circa 8.500 imprenditori.       

Un piano “prudente nei mezzi e ambizioso nei fini, relativamente  semplice e che si può realizzare in cinque anni”, ha spiegato Boccia.  Secondo il piano, è anche possibile ottenere nell’arco di cinque anni  una crescita dell’export “consistentemente” superiore alla domanda  mondiale, sempre che non vengano smontate alcune delle riforme che  Confindustria ritiene fondamentali .

Gli effetti del piano sono “complessivi” e incorporano il tendenziale  di lungo periodo, “nel presupposto che continuino ad operare gli  strumenti che hanno favorito la crescita nell’ultimo anno”, come  Industria 4.0 e Jobs Act, e le nuove proposte di Confindustria, solo  dalle quali potrebbero essere creati 800mila nuovi posti di lavoro.  Gli obiettivi indicati dal piano dell’associazione di viale  dell’Astronomia possono essere realizzati attraverso il reperimento e  l’impiego di 250 miliardi di euro, coinvolgendo Unione europea,  settore pubblico e privato. Del totale, dal lato Europa, in un arco di cinque anni 58,5 miliardi potrebbero arrivare dagli eurobond, dedicati soprattutto alle infrastrutture , 4,3 miliardi dai fondi di coesione e 30 miliardi dal cofinanziamento nazionale.

“Vediamo favorevolmente gli eurobond, soprattutto per la dotazione  infrastrutturale in Europa.  Noi non chiediamo flessibilità, non vogliamo favori o cortesie, ma  vogliamo un’Europa delle infrastrutture e per questo servono gli  eurobond”, ha detto Boccia.

Dal settore pubblico 51,1 miliardi potrebbero venire  dalla spending review sempre su un arco di cinque anni, 45 miliardi  dal contrasto all’evasione fiscale e 24,4 miliardi dalla  compartecipazione alla spesa pubblica.

In particolare Confindustria propone di assegnare “una funzione  redistributiva alla spesa pubblica attraverso la compartecipazione dei cittadini ai servizi offerti in modo progressivo rispetto al reddito e al patrimonio”, ad esempio su scuola, università, sanità e trasporto  pubblico locale. Infine, dal coinvolgimento del settore privato  nell’economia reale, 22,5 miliardi potrebbero arrivare dalla  valorizzazione degli immobili pubblici e 15,6 miliardi da fondi  pensione, casse  e assicurazioni.

Il piano di Confindustria verrà ora inviato ai segretari di tutti i  partiti, con l’obiettivo di fare un tema della discussione pubblica in vista delle elezioni. Inoltre, ha spiegato Boccia, “apriremo un  confronto con il nuovo governo su questa piattaforma. Non siamo contro nessuno, ma tifiamo Italia. Vorremmo che la nostra agenda fosse  oggetto di dibattito pubblico, anche con gli stessi partiti”.

In vista del voto del 4 marzo l’associazione degli  industriali ha avvertito dei pericoli legati a un esito non chiaro  dalle urne. “E’ indubbio che le elezioni  che verranno tra poche  settimane potrebbero restituire un quadro a dir poco confuso e con  pochi, erronei, passi, il nostro Paese diventerebbe presto l’anello  debole mondiale, con conseguenze sistemiche ,data la dimensione del  debito pubblico e il peso dell’economia italiana nell’eurozona”, si  sottolinea nel piano di Confindustria.

Per evitare questi rischi servono stabilità e continuità, senza  disfare le riforme positive degli ultimi governi. “Non bisogna  smontare le riforme che hanno fatto bene, come Jobs Act, riforma delle pensioni e Industria 4.0”, ha detto Boccia. “Non bisogna smontare le  cose che vanno bene: al di là delle ideologie le buone politiche si  vedono dagli effetti sull’economia”. In particolare il prossimo  governo non deve farsi sfuggire l’occasione di contare di più in  Europa, anche in vista di alcuni importanti appuntamenti a livello Ue  per la definizione di importanti riforme. Per Boccia “è opportuno da  parte di tutta la politica avere una forte presenza in Europa per   evitare di lasciare a Francia e Germania la gestione di questi  aspetti”.

Sempre nel contesto europeo il presidente di Confindustria ha  riservato un passaggio del suo intervento all’Ema, l’Agenzia europea  del farmaco, assegnata ad Amsterdam. La questione  dell’Ema “va  riposta al centro dell’attenzione del Paese. Non si può subire solo le regole, ma bisogna invocare il rispetto della reciprocità delle  regole”, ha detto.

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