Le imprese di Autotrasporto chiedono un intervento urgente che segnali la reale intenzione delle Istituzioni, in modo particolare del Mims e del viceministro ai Trasporti, Teresa Bellanova, di rispondere in modo tempestivo alle richieste dei trasportatori, anche con l’apertura di un tavolo di lavoro permanente sulle regole normative del settore. Ecco le proposte nei dettagli:
1. Un provvedimento d’urgenza per tutto il 2022 per calmierare il costo del gasolio;
2. il recupero delle accise mensili con possibilità di usufruire del credito dopo dieci giorni dal protocollo della pratica;
3. riduzione del costo delle autostrade;
4. un meccanismo automatico di adeguamento dei costi minimi del trasporto al costo del carburante;
5. pubblicazione dei costi minimi di sicurezza e clausola del carburante obbligatoria in fattura;
6. rendere obbligatorio il costo minimo di sicurezza;
7. diminuzione del costo contributivo del personale senza alcuna riduzione delle buste paga;
8. estensione del recupero accise a tutto il settore del trasporto in conto terzi;
9. apertura di un tavolo permanente sulle criticità del settore.
Le misure urgenti:
Le prime tre richieste sono quelle da applicare in modo immediato in modo da dare respiro ad un comparto che da solo produce il 7 per cento del nostro PIL e senza il quale la circolazione delle merci nel nostro paese sarebbe impossibile. Il Governo ha tempo per una risposta efficace fino al 17 febbraio, dopodiché inizieranno le agitazioni da parte di tutte le imprese le quali non concederanno più tempistiche alle associazioni e alle istituzioni con conseguenze facilmente prevedibili sull’economia del nostro paese.
Le dichiarazioni di TrasportoUnito:
Sulla crisi dei costi abbiamo contattato Francesco Annunziata di Trasportounito
“La situazione è insostenibile. L’aumento considerevole del prezzo del gasolio è la goccia che fa traboccare il vaso. Se il Governo ed in particolar modo il MIMS non comprende che l’autotrasporto è il cuore dell’economia e che dà il via a tutti i processi commerciali quindi economici e finanziari, i confronti saranno vani.
Le criticità del settore con le quali siamo abituati a convivere, già non erano delle migliori e mi riferisco in particolar modo alla carenza di autisti, al PNRR, alle tariffe, alla committenza al rinnovo del parco veicoli con la transizione ecologica.
Oggi ci confrontiamo con l’ennesimo smacco alla categoria, la stessa che durante il lockdown ha garantito i servizi alla nazione e quindi la sopravvivenza. Da eroi a fantasmi è stato un attimo.
A questo punto siamo pronti a fermare tutto se il governo non ci darà risposte esaustive e segnali incontrovertibili di impegno a risolvere questa problematica che se persisterà ci farà tenere i nostri camion nei piazzali”.