“La crisi economica che ha colpito soprattutto il Mezzogiorno si è ripercossa in particolare sui piccoli commercianti, sugli esercizi di vicinato e sui nostri artigiani. Per queste realtà ravvisiamo l’esigenza di interventi regionali che, in aggiunta a quelli che si vanno profilando a livello nazionale, servano a supportare quelle che sono realtà fondamentali non solo dal punto di vista sociale, ma anche perché funzionali a limitare il fenomeno dello spopolamento dei nostri borghi e delle periferie dei centri più popolosi. Il Governo dovrebbe valutare di tassare quanto viene venduto sulle tante piattaforme di ecommerce e pubblicizzato attraverso i social.” Così il consigliere regionale del Gruppo Misto – CDU, Giovanni Mensorio, Presidente della terza Commissione permanente Attività produttive e Commercio del Consiglio regionale.
“Larga parte di quanto viene speso su internet – spiega Mensorio – finisce in qualche paradiso fiscale, mentre i nostri commercianti pagano regolarmente le tasse allo Stato italiano. Una condizione di disparità rispetto alla quale il Governo nazionale dovrebbe intervenire tassando direttamente i negozi virtuali.”
“Secondo i dati pubblicati nello scorso mese di ottobre dal Centro studi di Confcommercio – aggiunge – negli ultimi 10 anni si è registrato il 30,5% in meno fra rivendite di mobili e ferramenta, il 31% in meno di negozi di libri e giocattoli. Gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature sono diminuiti del 21,8% mentre per gli alimentari la flessione è del 10,6 per cento. Sulla stessa scia, gli ultimi dati riportati dall’Istat il mese scorso che indicano un calo dei volumi di vendita del commercio al dettaglio. A diminuire sono sia i generi alimentari con un -0,2% in valore e -0,6% in volume che quelli non alimentari rispettivamente al -0,5% e -0,6%. Sono già troppi gli esercizi che sono stati costretti ad abbassare definitivamente le serrande e altri sono sull’orlo della chiusura.”
“Volendo riferirci alla sola realtà di Napoli – prosegue il consigliere regionale – dal 2019, secondo Confcommercio Napoli – i negozi che hanno chiuso per lasciare spazio ad attività di somministrazione di cibi sono oltre i cento. Molti di questi sono rivendite considerate storiche ed erano localizzate nel centro storico della Città. Si tratta di un fenomeno che assume aspetti inquietanti se si considera la zona collinare dove sono oltre trecento le serrande che sono state abbassate definitivamente fino a oggi». In definitiva, secondo Confcommercio, negli ultimi 10 anni, tra Vomero e Arenella si sono persi 650 negozi . Nel 2013 erano circa 2300 le attività commerciali operanti, a fronte di 1650 di oggi.
“E’ evidente – osserva – che assistiamo ad uno squilibrio crescente e dannoso tra il commercio che si realizza sulle piattaforme di ‘e-commerce’ e quello che avviene negli esercizi commerciali. Prima che sia troppo tardi, è necessario garantire ai commercianti una chance per non soccombere dinanzi alla gravissima congiuntura economica che li attanaglia. Il rischio, altrimenti, è quello di una penalizzazione del commercio al dettaglio dannosa per l’intero sistema produttivo, per i piccoli borghi, le periferie e per quella fascia di popolazione che non accede agevolmente alla rete.”
“Dalla Campania deve partire una voce forte per sensibilizzare il Governo nazionale ad adottare politiche serie. La Regione deve farsi promotrice di questa battaglia: oltre la funzione sociale, il commercio assolve ad una funzione di rivitalizzazione dei nostri centri, piccoli o grandi che siano.”
“Come Presidente della Commissione Lavoro, Commercio e Industria farò in modo che la Regione, per quanto le sue competenze siano limitate, tenga adeguatamente in considerazione questa problematica e la ponga tra le sue priorità. Rispetto al grido di dolore ormai esasperante dei commercianti, nessuno può far finta di non ascoltare, per cui incalzaremo il Governo. Continueremo a svolgere una funzione propositiva e di ascolto al fine di supportare la Giunta nell’azione che le è propria di programmazione e di intervento diretto sulle criticità che attanagliano il nostro territorio”, conclude Mensorio.