Il comparto culturale rappresenta il 17% del PIl nazionale con un giro economico di 250 miliardi, il forum all’Ordine dei Commercialisti.

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“Il Museo Archeologico di Napoli sta ottenendo grandi risultati: è cresciuto del 50 per cento rispetto a due anni fa, i nostri 500 mila visitatori soggiornano a Napoli, sono consumatori di prodotti tipici, vivono il Museo ed anche la città. Oggi stiamo lavorando all’apertura di una caffetteria borbonica e di un ristorante per chef stellati. L’effetto turismo è stato importante ma adesso occorre un ulteriore passo avanti. Per fare sviluppo economico con la cultura bisogna avere un piano strategico che sia simile ai piani industriali, lavorare a programmi di lungo corso, infrastrutture, qualità della ricettività facendo dialogare le grandi piattaforme come porto, aeroporto e navi da crociera. Solo una catena di questo tipo, che vede al tavolo Comune e Regione, può vincere questa sfida, altrimenti i visitatori col tempo si perderanno”. Lo ha detto Paolo Giulierini, direttore del Mann, nel corso del convegno “Opzione cultura per lo sviluppo economico e sociale” organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti di Napoli.

“Cultura ed economia camminano di pari passo, su questo settore c’è un dato economico significativo: 250 miliardi di euro che rappresenta il 17% del Pil nazionale”, ha evidenziato Vincenzo Moretta, numero uno dei commercialisti partenopei. “Non parliamo soltanto delle imprese direttamente impegnate, ma anche dell’indotto generato. I commercialisti sono disponibili a collaborare per contribuire allo sviluppo soprattutto in Campania dove esiste una potenzialità enorme per la presenza di siti archeologici, artistici, letterari e monumentali”.

“Ci aspettiamo maggiore attenzione sulla tutela e la fruizione del patrimonio culturale”, ha affermato Angelo Chianese, presidente Databenc (Distretto ad alta tecnologia per i beni culturali). “Il Databenc è nato con questa finalità nel 2011 e presto si è creato entusiasmo al punto da realizzare numerosi interventi pur in attesa dei finanziamenti individuati ma non ancora erogati. L’obiettivo primario è promuovere il binomio scienze-arte per consentire lo sviluppo economico in un segmento che  può creare nuove opportunità di lavoro”.

Per Lello Savonardo, docente di Comunicazione e Culture Giovanili all’Università Federico II di Napoli “la cultura genera economia, portando con sé nuove conoscenze e sviluppo del territorio con importanti ricadute dal punto di vista occupazionale”.

Secondo Concetta Riccio, consigliere delegato dell’Odcec: “La cultura crea valore nell’economia locale attraverso nuove forme di investimento e sviluppo ed il ruolo del commercialista è strategico per coniugare le esigenze imprenditoriali e il mondo culturale, archeologico e storico”.

“I commercialisti napoletani osservano con particolare attenzione il mondo delle imprese culturali – ha sottolineato Aldo Petrucciani, presidente Commissione gestione imprese della Cultura – perché queste attività possono rappresentare un nuovo volano per l’economia campana, implementando la rete professionale del valore”.

Al dibattito sono intervenuti anche Maria Caputo, Presidente dell’Unione giovani commercialisti di Napoli; Maria Rosaria Napolitano, Docente di Economia e gestione di Impresa, Università degli studi del Sannio; Valeria Romanelli, scuola di fundraising del Sud; Anna Ruggiero, Crowdfunding specialist; Clelia Buccico, Docente di Diritto Tributario Università della Campania Luigi Vanvitelli; Antonio Popolla, Esperto in finanzia agevolata ed aziendale; Francesco Gombia, European Project Manager.

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