Concessioni all’asta entro il 2023, balneari in rivolta.

Uno stabilimento balneare in un'immagine d'archivio. ANSA/LUCA ZENNARO
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“Attendiamo ansiosi di essere convocati dal governo”. Il giorno dopo lo choc per la sentenza del Consiglio di Stato il presidente di Federbalneari Marco Maurelli torna sul tema del danno provocato al settore dalla decisioni dei giudici di Palazzo Spada. E punta il dito sul governo: “Deve intervenire perché questa sentenza significa il caos per tutto il sistema del turismo”. All’esecutivo, spiega Maurelli, Federbalneari chiede anche di fare autocritica, “perché la mappatura di cui si parla in questi giorni è arrivata troppo in ritardo”. “Impossibile arrendersi all’ingiustizia, ci stiamo muovendo per incontrare i leader di tutti i partiti, dovranno ascoltarci e aiutarci” rincara il presidente di Assobalneari Confindustria Fabrizio Licordari

I cardini della riforma erano già nella legge finanziaria approvata a dicembre 2018, sottolinea, ma non sono mai arrivati i decreti attuativi. “Se lo Stato non legifera non è possibile però che la colpa ricada sui concessionari e le loro famiglie”.

Si parla, conferma il presidente di Federbalneari, di circa 30 mila imprese, per lo più a carattere familiare, con circa 300 mila addetti diretti che sommati a quelli dell’indotto portano a circa 800 mila lavoratori coinvolti, per un volume d’affari complessivo che “è sì di 15 miliardi ma sempre con una fiscalità del 65% della quale bisogna tenere conto, per cui è sbagliato dire che lo Stato incassa dalle attuali concessioni solo 100 milioni di euro”.

Non solo: “Anche su questa storia dei prezzi bassi delle concessioni, andrebbe ricordato che noi chiediamo da almeno dieci anni che si proceda ad una riforma delle concessioni ma che lo Stato non l’ha mai concessa. Per noi sarebbe stato molto meglio dell’incertezza”.

Quanto alla sentenza del Consiglio di Stato, “non possiamo accettare che il canone vada a base d’asta, così facendo il Consiglio di Stato entra nel merito, questa sentenza è politica, lo dicono i nostri giuristi e lo dicono in modo molto convincente”.

Il danno sulle aziende, aggiunge Maurelli, è immediato, perché in tanti nel settore rinunceranno a comprare e a investire per la prossima stagione, tanti cancelleranno gli ordini. E poi ci sono le attese tradite di chi, basandosi sulle aspettative al 2033 fissate dalla finanziaria 2018 ha già avviato investimenti a lungo termine: “E’ una cosa che si chiama legittimo affidamento – dice- e ora? Cosa ne sarà di quegli investimenti?”. La giunta di Federbalneari, anticipa, si riunirà il 17 novembre, “prenderemo decisioni sulla linea politica e valuteremo tutti gli aspetti compreso quello del danno”. Oggi intanto dominano choc e sbigottimento: “Non ce lo aspettavamo”, ripete, “questa sentenza getta un intero settore nel caos, e poi due anni di limbo senza che ci sia nemmeno una norma di futuro riordino. In un momento di pandemia ci saremmo aspettati una scelta diversa”.

Sulla vicenda interviene anche il leader della Lega Matteo Salvini. “La sentenza del Consiglio di Stato di ieri è imbarazzante: dice al Parlamento di smetterla di essere Parlamento, perchè la Bolkestein non si discute. Faremo di tutto per tutelare il lavoro di balneari e ambulanti. Una sentenza che dice al Parlamento di smetterla di fare Parlamento è da quarto mondo”. Così il leader della Lega Matteo Salvini in una conferenza stampa a Montecitorio. Anche Fratelli d’Italia ritiene che ‘la sentenza del Consiglio di Stato sia un colpo mortale al turismo’.  “(ANSA)

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