Coronavirus, le proposte di Confartigianato Moda per sostenere le imprese ed il lavoro nel secondo settore trainante dell’economia del Paese.

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pubblichiamo la lettera che il presidente di Confartigianato Moda Fabio Pietrella ha scritto al premier Conte

Sig. Presidente,
la Moda è il secondo asset strategico del Paese, dopo la meccanica. Coinvolge centinaia
di migliaia di operatori, donne e uomini italiani e quando antepongo il gentil sesso creda, non
lo faccio certo solo per galanteria.

Il lavoro femminile nel tessile/moda ha caratterizzato, dal dopoguerra ad oggi, un netto mutamento social nazionale, un’evoluzione culturale, una trasformazione dei classici canoni che volevano soltanto gli uomini, produttivi in prima linea.

La moda per noi italiani è stato riscatto, forte emancipazione ed eccezionale rilancio
economico.

Perfino oggi, a distanza di quasi un secolo, possiamo osservare nei nostri distretti un enorme
tessuto produttivo ad altissima vocazione familiare, per alcuni scellerati addirittura troppo
piccolo per restare in vita, quasi come la storia del calabrone che vola perché non lo sa.

Io voglio invece raccontarLe di un mondo che esiste eccome, che è vivo e che chiama a sé,
gridando al cielo, quella dignità e quell’attenzione non solo politica che in un Paese rispettabile
di tale nome dovrebbe essere al centro di ogni agenda ministeriale, nelle prime pagine di tutti i
più blasonati giornali e nel cuore di ogni italiano.

Sono le micro e piccole imprese del tessile/moda, quelle che, in linea con le direttive di
contrasto al Covid-19, hanno dovuto sospendere le proprie attività con il più alto grado di
rischio, con la maggiore incertezza sul domani e con le lacrime agli occhi.

La crisi economica generata dall’emergenza comporterà, per il settore, una moltitudine di
gravissime conseguenze che andranno ad impattare sull’equilibrio finanziario e sulla leva
occupazionale sino a compromettere la continuità produttiva.

Compromettere la continuità produttiva del secondo asset strategico del Paese.

Ora, volendo cogliere il Suo prezioso consiglio, quello suggerito del resto a tutti i nostri
connazionali forzatamente a casa, di dedicare del tempo alla sana e proficua riflessione, alla
riscoperta delle priorità e dei buoni modelli di vita e del sempre fruttifero studio di nuovi
progetti, mi giunge facile la conclusione che attraverso questa enorme nuova crisi mondiale,
avremo l’opportunità di seguire un nuovo percorso, più vicino a noi di quanto immaginiamo,
indispensabile per la ricostruzione nazionale cui saremo chiamati quando tutto questo incubo
sarà alle nostre spalle.

Le proposte? Sono già sul Suo tavolo.
Chiediamo che ogni singolo centesimo degli italiani presenti e futuri, visto che la ripartenza
coinvolgerà in modo sensibile l’indebitamento del nostro Paese per moltissimi anni ancora, sia
gestito con estrema ponderazione ma senza troppa burocrazia, senza accondiscendenze al più forte del momento e con lo spirito, mai troppo, del buon padre di famiglia.

Chiediamo si sostenga in primis l’occupazione, finanziando anche una cassa integrazione
straordinaria per i casi di crisi aziendali più gravi, le risorse umane tutte ma nel nostro settore
in particolar modo, sono una ricchezza assai rara che tutto il mondo ci invidia.

A fronte della sospensione totale del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti, per
almeno dodici mesi dalla data di dichiarazione della fine dello stato di emergenza e senza che
pregiudichi alcuna penalizzazione sugli indici di valutazione aziendale, attivare nuove misure
per fornire liquidità a tutte le micro e piccole imprese per rispondere ad ogni tipo di esigenza
con modalità semplificate e accelerate, con tassi agevolati e con piani di rientro a lungo
termine.

Per dare sufficienti impulsi alla ripartenza sarà fondamentale sostenere le nostre realtà di
piccole aziende con un pesante credito di imposta, per la creazione di nuovi prototipi e
collezioni da presentare ai mercati domestici e internazionali, tenendo ben presente che lo
stereotipo tradizionale, quanto oneroso, di partecipazione alle fiere di settore in genere, già
molto prima della diffusione del Coronavirus aveva dato segni di notevole flessione, mettendo
le aziende in condizione di veder vanificare spesso gli investimenti in spazi espositivi a fronte
di scarse opportunità di business.

In tal senso facciamo notare che, nelle agende fieristiche globali prossime future, vediamo
assicurate date per Giugno/Luglio prossimi con richieste anticipate del totale pagamento, pena  l’esclusione, senza la minima garanzia che le stesse si terranno e con l’enorme incertezza che,  qualora confermate, esse stesse possano rappresentare una minima opportunità commerciale, con una irrisoria presenza di buyers.

Ci aspettiamo una forte spinta all’ internazionalizzazione, come da Lei anticipato, sotto forma
di agevolazioni per le piccole imprese prefigurando, attraverso ICE Agenzia, un percorso
internazionale di promozione a costi minimi che permetta alle MPMI di presentare i propri
prodotti in maniera sinergica e rafforzata con una forte e mirata comunicazione volta a fare
unica e massiva la voce del vero Made in Italy.

Come ben sa, Confartigianato Moda, la più rappresentativa organizzazione della Micro e
Piccola impresa di settore, non mancherà come al solito di mettersi a Sua disposizione e, già da ora, siamo orgogliosi di essere in prima linea nelle risoluzione della problematica di
fabbisogno di materiale DPI, come mascherine e camici, che ci sta vedendo coordinare il
processo di riconversione di tantissime nostre aziende tessili e mettere a frutto tutte le nostre relazioni internazionali utili al caso.

Signor Presidente, attendiamo un Suo gradito riscontro pronti ad offrire il nostro più grande
supporto alla ricostruzione economica nazionale coscienti che, se fino ad oggi il fare impresa è stata materia per poeti guerrieri, da domani dovremo trasformarci in supereroi per la Nostra amata Italia.

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