Le giornate molto nervose in Borsa, in Italia e nel Mondo, preoccupano i risparmiatori di tutte le latitudini, campani in testa. È l’effetto collaterale del Covid-19 che supera il fronte sanitario e, dopo settimane di chiusura del Paese, attacca anche economia e risparmio.
I listini restano in altalena a causa della forte volatilità per la ormai certa gelata dell’economia globale provocata dalla pandemia, malgrado solo tre mesi fa Piazza affari festeggiava un 2019 con un rialzo pari al 30%.
Poi le ultime quattro settimane e il contagio del virus. Da fine febbraio, quando l’emergenza ha colpito violentemente l’Italia, la Borsa di Milano ha perso oltre 14 miliardi, passando da 25.080 punti (chiusura del 21 febbraio), a 16.949 (chiusura del 24 marzo): un calo del 32%.
Anche i dati dell’economia reale preoccupano per le difficoltà oggettive che la gran parte delle aziende italiane deve affrontare a causa delle chiusure decise dal governo in funzione anti-contagio. Tanto che le grandi banche d’affari stimano un calo per l’intero Pil italiano fino al 3,4% nel 2020.
Nonostante questo quadro, gli esperti concordano: nella gestione dei propri risparmi non è il momento di farsi prendere dal panico.
“Vendere è sbagliato: questa scelta è dettata da comportamenti emotivi che malgrado un momento di pressione come questo, non dovrebbero prendere il sopravvento” commenta Corrado Liguori, Area Manager di Banca Generali Private Sud Italia, che aggiunge: “Non è facile ma bisogna provare ad essere razionali: è importante proteggere il risparmio attraverso un’accurata diversificazione e – ragionando con una prospettiva di lungo periodo – cercare di utilizzare parte della liquidità parcheggiata nei conti con interventi graduali e progressivi così da cogliere al meglio le opportunità limitando le incognite dei Sali e scendi dei mercati”.
La lezione del passato
Del resto, anche durante le grandi pandemie del passato le reazioni dimostrate nel medio termine sono incoraggianti. È successo con l’Ebola, lo Zika e soprattutto con la Sars che nel 2003 affossò la Borsa di Pechino e bruciò oltre 25 miliardi di dollari di Pil. Ma una volta cessato l’allarme, si registrò un rapido recupero con l’Msci China index che in due mesi rimbalzò dal -8,6% fino ad un clamoroso +31%.
Gli oltre due mila miliardi di dollari dalla Casa Bianca, aggiunti ai 1500 dal Governo tedesco e gli impegni proporzionalmente vigorosi di tutti i Paesi interessati, rappresentano una montagna di soldi che intende riportare fiducia e dare slancio alla ripartenza. Ripartenza che deve poter far conto anche sul contributo del risparmio privato negli investimenti.
“Avvicinare il risparmio all’economia reale è un modo concreto di aiutare il Paese a ripartire senza dimenticare che ci sono opportunità anche nei momenti come questi di forti oscillazioni. Non è facile selezionare le aree geografiche, i settori e soprattutto il tempismo di mercato e per questo il supporto di professionisti serve per conciliare le iniziative con gli obiettivi che il cliente si è prefissato”. Spiega Liguori che rilancia: Ci sono società che continuano a far bene tra le utility, le energie rinnovabili, il pharma e alcuni Paesi emergenti risultano meno toccati dalle vendite; gli stessi fondi sostenibili si dimostrano più difensivi in questa fase, e poi si può mantenere attenzione anche su certe scadenze dei titoli di Stato che, con il sostegno della Bce, stanno recuperando terreno”.
Consigli affinché, nonostante la crisi, anche il risparmio dei campani guardi avanti, per resistere, possibilmente cogliere nuove opportunità, ed essere pronto quando arriverà la ripresa.