«Autisti invisibili». Così si sono definiti i rappresentanti dell’associazione bus turistici durante una protesta messa in atto la scorsa estate a Napoli. Da allora, però, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è, per quanto possibile, anche peggiorata. «Durante l’emergenza Covid, il settore della mobilità cittadina, turistica e aziendale, è stato completamente abbandonato al suo destino dalla politica. Le aziende del trasporto pubblico locale non di linea, dai taxi, ai bus operator, agli ncc (noleggio con conducente), hanno mezzi fermi da mesi. Basti pensare a quelle chiuse dal 23 febbraio, quasi un anno fa, cioè da quando sono state vietate le gite scolastiche. E parliamo di mezzi che costano 300mila euro e si svalutano ogni anno del 20%» lancia l’allarme Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.
«Solo in Campania – sottolinea – parliamo di 1600 aziende di noleggio autobus, 1500 vetture ncc e circa 10mila lavoratori del settore autisti. A livello nazionale, a fronte di oltre un milione di veicoli in circolazione, c’è stato un calo del 42,9% (in un settore che racchiude oltre 25mila bus circolanti con un fatturato che supera i due miliardi e mezzo). La preoccupazione più grande è che tutto ciò possa favorire infiltrazioni della criminalità organizzata attraverso fenomeni quali l’usura».
«Troppo poco si parla di queste categorie – continua Di Santis – in relazione al crollo del mercato turistico. Il noleggio auto, ad esempio, è stato quasi completamente azzerato dall’emergenza sanitaria eppure nessuno sembra preoccuparsene. Società e concessionarie storiche a Napoli come nel resto d’Italia hanno dovuto chiudere i battenti e mettere in cassa integrazione i dipendenti perché impossibilitate a mantenere i costi. Con il mondo in movimento, fino a un anno fa, era naturale e conveniente noleggiare una vettura per spostarsi. Oggi che le frontiere sono chiuse, e bisogna fronteggiare un’epidemia, rischiamo di veder saltare un intero comparto industriale».
«Per questo motivo, chiediamo a gran voce alla Regione Campania e al governo nazionale di mettere in campo tutti quegli aiuti necessari per combattere la paralisi degli spostamenti per lavoro e turismo. È necessario – conclude Di Santis – prevedere ristori adeguati contro le difficoltà affrontate dai lavoratori e dagli imprenditori operanti in un settore che, seppure formalmente in attività, di fatto è come se non lo fosse».